All’inizio della pandemia, autorità e scuola non hanno lesinato nel rivolgere ai giovani decine di appelli alla responsabilità. Va detto, dati alla mano, che la risposta dei ragazzi è stata più che positiva. Questo non toglie che anche la loro vita sia cambiata, che, in brevissimo tempo, abbiano dovuto rivedere la routine quotidiana: non incontrano più gli amici, la scuola è online, vivono spostamenti limitati ed essenziali e magari devono anche studiare per gli esami di maturità in vista.
Emma Piffaretti di Arzo sta preparando non solo gli esami ma “anche” gli Europei di atletica, in agosto, a Parigi. Per lei, già medaglia d’argento agli Europei under 18 nel salto in lungo, nel 2018, questo 2020 doveva essere un anno super. «Ho iniziato l’anno sapendo che sarebbe stato per me ricco di grandi sfide, dallo sport alla scuola. Poi è arrivata la pandemia. Ora vivo nell’incertezza, non so quando e come avremo la prima parte di esami di maturità al liceo diocesano. Inoltre la preparazione agli Europei è diventata più complicata: le gare indispensabili per le qualifiche sono saltate. Ma questo tempo è anche un’opportunità: mi aiuta a conoscere i miei limiti, a capire e valutare cosa voglio veramente. Sto anche imparando ad ascoltare di più il mio corpo, ora che i ritmi di vita sono rallentati». Emma è convinta che questa esperienza contenga un messaggio forte per tutti e per la sua generazione: «Mi auguro che nasca una cultura un po’ diversa, più solidale, più attenta sia all’igiene, sia alla salute ma anche alla natura e all’ecologia. In queste settimane, privati come siamo stati di beni secondari, abbiamo forse imparato a saper distinguere le cose superflue da quelle utili ed indispensabili. Sarebbe bello che si sviluppasse un atteggiamento diverso in rapporto ai nostri consumi, una responsabilità maggiore nei confronti dell’ambiente, della salute degli altri e della propria».
Per Rebecca Bettega di Caneggio, ultimo anno di liceo a Mendrisio, questo tempo, senza dimenticare la sofferenza che sta arrecando a tanti, ha il pregio di «mettere a nudo i nostri idoli», quelle cose superflue che «inseguiamo dalla sera alla mattina», quando l’essenziale è altro. Rebecca studia, condivide le connessioni per la scuola online non senza problemi e una notevole organizzazione, visto che lei è la più grande di 9, tra fratelli e sorelle. «In questo periodo ho riscoperto – ci spiega – l’importanza dei rapporti sociali, una video chiamata non è il contatto fisico con le persone che si amano, la bellezza di una semplice passeggiata all’aria aperta che in un paese piccolo riesco a fare senza incontrare nessuno, della sicurezza pubblica, della responsabilità personale che è indispensabile perché questo periodo finisca presto, della solidarietà tra individui, della sensibilità ed empatia, dell’istruzione, della famiglia, dell’avere qualcuno che ti ascolti e dell’ascolto vero e proprio, dell’ubbidienza ed infine del rispetto». Questa crisi dice a Rebecca «che siamo vulnerabili, tutti, ricchi e poveri» e che la solidarietà deve essere un valore su cui costruire il domani. E poi, per chi ha fede «affidarsi a Dio può aiutare parecchio».
Enea Motta è di Castel San Pietro, frequenta l’ultimo anno di liceo e dopo la maturità, sogna gli studi al Politecnico di Zurigo. «In questo periodo, tra tante cose, spero si stia riscoprendo una fiducia in rapporto all’autorità, non solo da parte dei giovani. C’era la tendenza infatti a non fidarsi tanto, per ragioni diverse e piuttosto dire ‘scelgo da solo quello che ritengo sia giusto’. Ora spero che cresca la fiducia nella competenza delle nostre autorità e soprattutto la volontà di restare uniti, superando divisioni partitiche o di preferenze varie». Allora, per concludere, viene da dire: buon cammino ragazzi, fate tesoro del tempo arduo che stiamo vivendo e non perdete di vista questi ideali!
Cristina Vonzun