Sebbene non siano ancora previste misure concrete, si sta discutendo per istituire una linea telefonica nazionale per le vittime di abusi sessuali nella Chiesa cattolica in Svizzera e per creare un tribunale penale canonico nazionale.
Il 27 maggio 2024, la Conferenza episcopale svizzera (CVS), la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ) e la Conferenza delle unioni di ordini religiosi e altre comunità di vita consacrata in Svizzera (KOVOS) hanno pubblicato il loro primo rapporto sullo stato di avanzamento dei lavori dopo l'annuncio del loro avvio otto mesi fa.
Queste misure per combattere gli abusi e il loro occultamento, annunciate in occasione della pubblicazione del rapporto sul progetto pilota sugli abusi sessuali nella Chiesa in Svizzera nel settembre 2023, intendono integrare e migliorare i meccanismi esistenti. Tre sono le aree di intervento: la denuncia e il sostegno alle vittime, i fascicoli personali e la creazione di un tribunale penale canonico nazionale.
Negli ultimi 20 anni, le istituzioni ecclesiastiche hanno creato i propri servizi per le vittime di abusi sessuali. Nelle diocesi sono state create strutture di supporto e di denuncia. Ma le esperienze riportate dagli interessati hanno dimostrato che questi organismi sono inadeguati sotto diversi aspetti.
Nonostante gli sforzi per migliorare la qualità del loro lavoro, l'assistenza professionale alle vittime non è ancora garantita in tutta la Svizzera. Inoltre, non è garantita l'indipendenza dell'aiuto offerto e fornito, poiché questi organismi sono direttamente collegati alle strutture della Chiesa. Da un punto di vista specialistico, tuttavia, le strutture di assistenza e denuncia delle vittime devono essere chiaramente separate dal punto di vista organizzativo e del personale, si legge nel comunicato stampa.
Il rapporto rileva che, sulla base della legge federale del 23 marzo 2007 sull'assistenza alle vittime (LAVI), la Svizzera dispone di una rete di servizi di assistenza professionale che operano in conformità con il mandato delle autorità.
Per offrire alle vittime il miglior aiuto e supporto possibile, le autorità ecclesiastiche stanno cercando di raggiungere un accordo con la Conferenza svizzera per il sostegno alle vittime (CSOL-LAVI) e la Conferenza dei direttori cantonali degli affari sociali (CDAS). Il team di gestione del progetto ha avviato le discussioni con la CDAS alla fine del 2023. Il concetto è stato presentato e discusso dalla CSOL-LAVI all'inizio di aprile 2024. La Chiesa prevede di istituire un ufficio nazionale di informazione e coordinamento per consentire ai servizi di assistenza alle vittime di svolgere adeguatamente questi compiti. Il CSOL-LAVI ha accolto con favore la chiara separazione delle strutture di assistenza alle vittime e di segnalazione.
A tal fine, le strutture di segnalazione e intervento esistenti nei vescovati saranno trasformate, sulla base di standard comuni, in uffici diocesani per la gestione dei casi. Queste strutture di segnalazione dovrebbero essere organizzate secondo un modello uniforme a livello nazionale nelle tre regioni linguistiche.
Il progetto pilota commissionato dalla CVS all'Università di Zurigo ha evidenziato la negligenza, a volte grave, con cui sono stati gestiti i casi di abuso sessuale e i loro autori (passività, trasferimenti, ecc.). Ciò dimostra la mancanza di professionalità con cui le risorse umane venivano gestite da diocesi, Chiese cantonali e comunità religiose. Sono stati omessi passaggi essenziali e le informazioni vitali non sono state documentate o trasmesse. Finora non c'è stato uno scambio di informazioni istituzionalizzato tra i vari enti ecclesiastici responsabili delle nomine. L'obiettivo è quindi che i fascicoli personali documentino, in conformità con le disposizioni di legge, tutte le informazioni relative al tema “abuso sessuale/travalicamento dei confini”. In secondo luogo, gli organi competenti all'interno delle Curie, delle corporazioni ecclesiastiche cantonali, delle parrocchie e delle comunità religiose dovranno garantire che le informazioni pertinenti siano ottenute e trasmesse in caso di cambio di incarico o di nomina.
Il gruppo di lavoro nazionale sugli abusi nel contesto ecclesiale ha incaricato lo studio specializzato HR von Rundstedt di svolgere una prima, parziale indagine sulla situazione attuale. Da parte sua, la Chiesa ha istituito un gruppo di lavoro per la Svizzera tedesca e la Svizzera francese, composto da responsabili delle risorse umane delle Diocesi e delle Chiese cantonali. A seguito di un'analisi della situazione, entro dicembre 2024 saranno elaborati standard per la conservazione dei fascicoli personali, la trasmissione delle informazioni e l'archiviazione dei fascicoli personali. Verrà elaborato materiale formativo per gli enti appaltanti e i responsabili delle risorse umane, in modo che i nuovi standard possano essere introdotti all'inizio del 2025. Restano tuttavia da chiarire alcune questioni complesse: come definire e applicare standard uniformi in considerazione dell'autonomia delle diocesi e delle corporazioni ecclesiastiche cantonali? Come si può garantire uno scambio di informazioni fluido ed efficiente, dato l'alto livello di mobilità tra cantoni, diocesi e persino paesi, e la diversità dei soggetti coinvolti (vescovati, comunità religiose, chiese cantonali e altri datori di lavoro)?
La creazione di un tribunale penale e disciplinare canonico è un'altra delle promesse dei vescovi svizzeri. Il diritto canonico, che regola la Chiesa cattolica, fa di ogni vescovo il responsabile della sua diocesi. Non c'è separazione dei poteri. Di norma, ogni diocesi ha il proprio tribunale canonico, che si occupa principalmente di casi di nullità del matrimonio o di procedimenti penali nei confronti del personale ecclesiale. In teoria, il tribunale è completamente indipendente dal vescovo. Tuttavia, i conflitti di interesse tra il personale del tribunale canonico e il vescovo, che è sia il responsabile che il datore di lavoro, possono complicare le indagini e le sentenze. Inoltre, da tempo si registra una grave carenza di personale specializzato. Al di sopra dei tribunali diocesani, l'organo di controllo è il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica a Roma.
Per tutti i casi di abusi o altri reati in ambito ecclesiastico, il diritto penale civile svizzero ha la precedenza e le autorità penali devono intervenire. I tribunali diocesani si occupano anche delle violazioni del diritto canonico, secondo il vademecum pubblicato nel 2020.
L'obiettivo è quello di istituire un tribunale penale canonico nazionale, composto da esperti di diritto penale canonico con sufficiente pratica ed esperienza in questo settore. Ciò dovrebbe consentire di ottenere una giurisprudenza uniforme in tutti i vescovati della Svizzera. Le indagini e i procedimenti dovrebbero essere coordinati da questo organo centrale, secondo standard conformi allo Stato di diritto. Questo tribunale nazionale, non composto esclusivamente da rappresentanti della Chiesa e comprendente specialisti in psicologia e diritto, dovrebbe sostituire i tribunali diocesani. I diritti delle vittime alla protezione, all'informazione e al procedimento dovrebbero essere definiti e garantiti allo stesso modo dei procedimenti penali civili. (Oggi non è così, ndr).
Alla fine del 2023, il Presidente della CVS, Mons. Felix Gmür, e il responsabile del tema, Mons. Joseph Bonnemain, hanno avuto i primi colloqui con il Papa e le autorità competenti a Roma. La Chiesa cattolica in Germania e in Austria ha intrapreso iniziative simili e sono stati organizzati scambi con i funzionari competenti. Inoltre, sono state prese in considerazione le esperienze di tribunali simili nei Paesi Bassi, in Francia e in Inghilterra.
All'inizio di maggio 2024, si è tenuto un incontro con il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica a Roma (Tribunale Supremo e Ministero della Giustizia della Chiesa), al fine di determinare il margine di manovra offerto dalla legislazione della Chiesa universale.
Mons. Joseph Bonnemain istituirà un gruppo di lavoro specializzato, che avrà il compito di collaborare alla definizione delle basi, della struttura, della composizione e delle competenze del tribunale penale canonico nazionale. (cath.ch/com/mp/traduzione e adattemento redazionecatt)
Maurice Page/traduzione e adattamento redazionecatt
Anche quest’anno il costo della vita in Svizzera è aumentato. Per le famiglie con risorse economiche limitate, tale incremento rappresenta una seria minaccia alla loro esistenza. Lo afferma Caritas Svizzera in un comunicato.
Anche bambini di Origlio/Ponte Capriasca tra i tre gruppi di altrettante regioni linguistiche accolti dalla Presidente del Consiglio Nazionale Maja Riniker.
Le proposte, al concorso indetto ogni anno dalla Conferenza dei vescovi svizzeri, possono essere inoltrare fino al 15 gennaio.