con kath.ch, traduzione e adattamento redazionecatt
Il movimento progressista di lingua tedesca «Allianz Gleichwürdig Katholisch» (AGK – Alleanza cattolica per la parità) ha lanciato una campagna di raccolta firme a favore di una completa separazione tra stile di vita e missione degli operatori pastorali. L’AGK si mostra critica nei confronti della recente presa di posizione dei vescovi svizzeri sull’argomento.
In un documento pubblicato alla fine di novembre 2025, intitolato: «Stato della situazione nelle diocesi svizzere riguardo al legame tra il mandato episcopale e lo stile di vita dei sacerdoti, dei diaconi e degli operatori e operatrici pastorali laici», la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) ha presentato la propria visione sul trattamento da riservare alle cosiddette situazioni «irregolari». Si tratta, ad esempio, di persone che vivono in una relazione eterosessuale o omosessuale al di fuori del matrimonio, di persone sposate solo civilmente oppure divorziate e risposate e che lavorano per “mandato”.
I vescovi hanno deciso di non pubblicare un catalogo di regole e criteri, ma piuttosto di invitare a considerare queste situazioni individualmente, in particolare attraverso un discernimento spirituale.
La RKZ contro il «caso per caso»
Una presa di posizione criticata da diversi attori all’interno della Chiesa. Per la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ), in particolare, il documento dei vescovi «non raggiunge ancora il suo obiettivo». Piuttosto che un trattamento caso per caso, la RKZ chiede una decisione di principio generale con un impatto giuridico reale per quanto riguarda il diritto del lavoro. Secondo l’organizzazione mantello delle corporazioni ecclesiastiche, la vita di coppia non dovrebbe avere alcuna incidenza né sull’assunzione né sul licenziamento delle persone.
Invito a un dialogo sinodale sulla questione
Una visione condivisa da altre personalità e associazioni, tra cui l’AGK, che da tempo chiede una separazione tra vita privata e missione. «La CVS ha omesso di elaborare i cambiamenti necessari affinché la Chiesa cattolica romana in Svizzera diventi un ambiente di lavoro non discriminatorio per gli operatori pastorali», afferma l’Alleanza in un comunicato stampa. Invita quindi i vescovi svizzeri e tutte le persone interessate a un dialogo sinodale aperto sulla questione.
Per dare maggior peso alla propria causa, l’AGK ha lanciato una petizione intitolata «La vita privata è privata: per la parità e la sinodalità», indirizzata alla CVS.
L’8 dicembre alle 16.00, 300 persone avevano già apposto la loro firma. (cath.ch/kath/js/rz/traduzioneeadattamentoredazionecatt)
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