Il Consiglio federale, nella seduta del 29 gennaio, ha proposto di porre fine alle adozioni internazionali, cioè vorrebbe impedirebbe alle famiglie svizzere di esercitare un diritto naturale e un gesto di solidarietà carico di valori umani. Sarebbe, a suo dire, l’unica soluzione per evitare abusi. L'associazione “Famiglie per l'Accoglienza” propone un incontro di riflessione e confronto su questo tema, dal titolo “È a gennaio che uno impara a sperare la primavera”, che si terrà sabato 8 marzo 2025, alle ore 17.00, presso l’Aula Magna delle Scuole elementari Centro Nosedo a Massagno. Protagonista dell’incontro sarà Federico Pichetto, educatore e figlio adottivo, che offrirà una testimonianza sul significato dell’adozione e sull’importanza di continuare a difendere questo istituto come “inizio di una società più umana”.
Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare un progetto di legge per vietare le adozioni internazionali, una misura volta a evitare abusi nel sistema delle adozioni. Dietro a questa decisione c'è una storia complessa e delicata. Rapporti e inchieste giornalistiche hanno portato alla luce gravi abusi nel sistema delle adozioni internazionali, soprattutto tra gli anni '70 e '90. In quel periodo, centinaia di bambini provenienti da Paesi come India, Brasile o Sri Lanka furono adottati in Svizzera attraverso pratiche irregolari: documenti falsificati, neonati sottratti alle madri con l’inganno o la coercizione, coppie che aggiravano le procedure grazie all'intermediazione di figure senza scrupoli. Nel frattempo le procedure sono divenute sempre più restrittive tanto che negli ultimi 15 anni le adozioni internazionali sono passate da più di trecento a una trentina.
La decisione del Consiglio federale ha sollevato un acceso dibattito in tutto il Paese. Manuele Bertoli, ex consigliere di Stato socialista e padre adottivo, ha espresso apertamente il suo dissenso, definendo la misura come “un approccio sbagliato e poco coraggioso, una fuga dalla responsabilità di gestire un ambito delicato”. Secondo Bertoli, vietare le adozioni internazionali significa eludere il problema invece di affrontarlo con regolamentazioni più chiare e controlli più rigorosi.
A molti non è sfuggito il paradosso emerso durante la stessa seduta del 29 gennaio: mentre si proponeva di vietare le adozioni internazionali, il Consiglio federale ha deciso di liberalizzare la fecondazione artificiale eterologa per tutte le coppie, anche non sposate, con donazione anonima di ovociti. Un contrasto che ha sollevato profondi interrogativi etici e culturali: da un lato si vieta l'adozione internazionale per evitare abusi, dall'altro si consente la donazione anonima di ovociti, sollevando dubbi sul diritto all’identità e alle origini biologiche.
In questo contesto controverso, l’incontro con Federico Pichetto si preannuncia come un’importante occasione di riflessione culturale e umana. Nato a Genova nel 1984, Pichetto è stato adottato e ha vissuto in prima persona l’esperienza dell’accoglienza familiare. Pichetto parlerà non solo come figlio adottivo, ma come educatore e pensatore che ha saputo riflettere sul significato dell’adozione in un mondo in crisi di speranza.
L’incontro promosso da Famiglie per l'Accoglienza, associazione nata dal carisma di don Luigi Giussani, sarà un’occasione per riflettere sul valore dell’adozione come gesto di speranza e responsabilità verso il futuro. Secondo l’associazione, “l’adozione non riguarda solo le famiglie adottive, ma rappresenta un bene per tutta la società”, perché promuove una cultura dell’accoglienza e della solidarietà.
Famiglie per l'Accoglienza invita tutti coloro che vogliono approfondire il tema dell’adozione o che sono toccati dal dibattito politico in corso, a partecipare per ascoltare la testimonianza di Federico Pichetto e per riflettere insieme su quale società vogliamo costruire per il futuro. In attesa dell’iter parlamentare, il dibattito rimane aperto. La decisione di vietare le adozioni internazionali rappresenta una svolta radicale per la Svizzera. L’incontro dell’8 marzo a Massagno sarà un’opportunità significativa per dialogare, riflettere e confrontarsi su un tema che tocca in profondità il destino di molte famiglie e il futuro della nostra società.
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