di Cristina Vonzun
Di fronte alla tremenda crisi umanitaria nella Striscia di Gaza ormai non ci sono più parole. In Ticino il vescovo Alain ha promosso ad inizio estate una colletta nella diocesi di Lugano che ha già inviato al Patriarcato di Gerusalemme 60 mila euro per aiuti a Gaza. Diverse parrocchie e comunità stanno ancora raccogliendo aiuti da aggiungere alla somma già pervenuta in Curia e anticipata al Patriarcato.
Caritas Ticino, dal canto suo, martedì scorso ha inviato al capo del Dipartimento federale degli affari esteri Ignazio Cassis una missiva per il Consiglio federale, anzitutto chiedendo che «sia garantita ai cittadini svizzeri coinvolti nella spedizione Global Sumud Flotilla, (n.d.r. iniziativa umanitaria via mare con aiuti per la gente di Gaza) la necessaria assistenza» e che la Confederazione «si impegni in modo esplicito per risolvere la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza». Nel frattempo, abbiamo contattato il Patriarcato di Gerusalemme per capire come sono stati destinati gli aiuti della Diocesi e quali emergenze si stanno affrontando.
Don Davide Meli, cancelliere del Patriarcato, in generale gli aiuti raccolti dalla diocesi di Lugano a quali emergenze hanno risposto?
Le raccolte sono state destinate all’emergenza umanitaria a Gaza City e specificamente per l’acquisto di una parte della frutta e verdura date a circa 10.000 famiglie nei giorni scorsi.
Quali sono i bisogni più urgenti a Gaza, a cui state rispondendo come Patriarcato?
L’emergenza alimentare, l’emergenza medica, l’emergenza educativa. Rispondiamo attraverso la distribuzione gratuita di beni alimentari a migliaia di famiglie e stiamo lavorando per dare aiuti medici e per fondare un’altra scuola.
Anche in Cisgiordania il Patriarcato sta facendo fronte a diverse urgenze. Don Davide ci rimanda ad un dossier pubblicato dallo stesso Patriarcato e che si trova online anche su catt.ch (vedi sotto), con le informazioni per la colletta.
In particolare, dall’inizio di questa nuova crisi (ottobre 2023) sono state aiutate oltre 20 mila persone anche in questa area. L’aiuto medico è molto importante per le persone che non hanno un’assicurazione sanitaria, un elemento che fragilizza le famiglie. In particolare, chi ha malattie croniche. Un altro ambito di azione è quello educativo, di cui beneficiano complessivamente 8000 studenti tra Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme e anche la Giordania. Un altro fronte umanitario aperto dal Patriarcato è il supporto dato all’immigrazione interna causata dalla recente recrudescenza del conflitto, soprattutto quella che riguarda le famiglie cristiane costrette a spostarsi tra il Sud e il Nord del Paese.
Infine, chiediamo a Don Davide quale appello potrebbe rilanciare in Ticino. Il rinvio è al messaggio del cardinale Pizzaballa scritto per chiedere preghiere e aiuti e mantenere aperta la porta alla speranza.
«Aiutateci – scrive Pizzaballa - a fare davvero la differenza e a creare l’ambiente giusto per poter seminare di nuovo fiducia, speranza e amore in questa società segnata dall’odio. Sappiate che prego per ognuno di voi e vi sono grato!»