L’inizio dell’anno scolastico sta portando con sé un vento di dibattito e molte domande nella Svizzera italiana riguardo alla vignetta sull’identità di genere pubblicata nel diario distribuito alle classi di quinta elementare e nelle scuole medie del Cantone Ticino. Ci si può legittimamente chiedere se la modalità scelta di affrontare un tema così complesso proponendolo con una banale vignetta lasciata alla libera interpretazione di ragazzi dalla quinta elementare in su, sia veramente appropriata. La vignetta – come è stato sottolineato a più voci - oltre a generare ambiguità perché porta già gli stessi adulti a confondere le nozioni di identità di genere e di orientamento sessuale come se si trattasse della stessa cosa (vedi dibattiti di questi giorni), quando si tratta di temi distinti, mette i bambini dalla quinta elementare in poi, in confronto in modo piuttosto sbrigativo con un concetto complesso, proprio in un momento in cui i ragazzi stanno formando la loro identità. Possiamo legittimamente chiederci se così piccoli sono in grado da soli di elaborare un concetto così complesso, offerto loro tramite una vignetta di una pagina di un diario scolastico, su di un tema per il quale in questi giorni diversi esperti hanno riempito le pagine dei giornali e dei siti, mostrando a loro volta difficoltà interpretative. Inutile appellarsi all’ausilio delle famiglie che dovrebbero aiutare i ragazzi nella lettura dell’agenda: sappiamo bene che tantissimi genitori oggi hanno purtroppo altri problemi quotidiani da affrontare. La proposta nell'agenda a me pare rassomigli al tentativo di dare a degli scalatori in erba, corda e ramponi, lasciandoli privi delle necessarie nozioni non solo sulla scalata ma anche sugli strumenti messi nelle loro mani. Così, in solitudine, si ritrovano davanti ad un ghiacciaio irto e pieno di crepacci da attraversare. Insomma, c’è un accompagnamento su certi temi vitali - soprattutto quelli legati a identità e relazioni - che è necessario fornire ai ragazzi in modo adeguato; c’è un ruolo della famiglia che non va perso di vista, favorendo la presenza che la stessa deve esercitare, non perdendola per strada; c'è infine, una gradualità pedagogica che va considerata e non sbrigativamente superata con una vignetta lasciata alla libera interpretazione di ragazzi e bambini, infilata tra le tante altre pagine di un'agenda scolastica che i genitori solo in pochi casi avranno energia e tempo per sfogliare e leggere con i propri figli. di Cristina Vonzun
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)