Un coraggioso profeta del rinnovamento conciliare. Questo il tratto peculiare, tra i molti, che ha percorso oggi 14 novembre nel Palazzo Lateranense a Roma, il ricordo del Servo di Dio padre Pedro Arrupe Gondra, 28.mo superiore generale della Compagnia di Gesù. Nell'anniversario della sua nascita a Bilbao nel 1907, dopo oltre cinque anni dall'apertura dell'inchiesta sulla vita, le virtù, la fama di santità e dei segni del gesuita spagnolo, si è giunti alla chiusura della fase diocesana: tutti gli atti e i documenti processuali sono stati sigillati, pronti per essere presentati al Dicastero per le Cause dei Santi.
Dopo le dichiarazioni di rito da parte del notaio attuario Marcello Terramani - alla presenza del vicario monsignor Baldo Reina, dei membri del Tribunale diocesano monsignor Giuseppe D’Alonzo, delegato episcopale e don Giorgio Ciucci, promotore di giustizia - il ricordo di questa figura straordinaria per la storia della Chiesa nel lungo testo letto dal vicario. La difesa e la messa in pratica del Concilio è stata la priorità della sua missione, sottolinea Reina, sempre in uno spirito di fedeltà e obbedienza alla Chiesa e ai Papi. Fa proprie, Reina, le parole del padre Konvelbach, successore di Arrupe alla guida della Compagnia, che ne ha messo in luce la franchezza e l'audacia. Per Arrupe il caratteristico quarto voto dei gesuiti al Pontefice è stato vissuto non solo come una convinzione intellettuale o elemento di tradizione, ma come profonda adesione affettiva. Il realismo del suo carattere ha aiutato Arrupe nei tempi non facili della 32.ma Congregazione Generale: concepiva quella fase come opportunità per una maggiore purificazione dello spirito per i gesuiti.
Lo sforzo continuo di padre Arrupe è stato quello di una "comprensione aggiornata della consacrazione e dei voti, della vita comunitaria, della missione e della vita spirituale", continua Reina. La diffusione della spiritualità ignaziana, soprattutto grazie agli Esercizi Spirituali del fondatore, ne ha tratto vantaggio. Il ritratto ideale di Superiore Generale che aveva in mente Arrupe era quello di un uomo capace di passare da un atteggiamento giudicante e dirigista a colui che ispira, anima, incoraggia e promuove nuove idee. "Crede nella forza generatrice della fiducia - precisa ancora il vicario - perciò sceglie di dare credito ai suoi uomini, valorizzando il buono di ciascuno, accettando il rischio di essere frainteso o ingannato".
La Sala Stampa della Santa Sede informa sulle condizioni di salute del Pontefice, convalescente nella sua residenza vaticana. Francesco di umore buono, lavora e concelebra ogni giorno la Messa in cappellina. Nei giorni scorsi analisi del sangue e una lastra che ha mostrato un miglioramento del quadro infettivo polmonare.
Il Pontefice è rientrato da 6 giorni a Casa Santa Marta dopo la degenza al Gemelli. Proseguono le terapie, ridotta l’ossigenazione ad alti flussi con le cannule nasali di giorno ed è iniziata la riduzione anche di notte. Esami del sangue normali.
Nella seconda catechesi dedicata a “La vita di Gesù. Gli incontri", Francesco si sofferma sul colloquio fra Cristo e la samaritana. “Gesù ci attende e si fa trovare proprio quando pensiamo che per noi non ci sia più speranza” e ci aiuta “a rileggere in modo nuovo” la nostra “storia”.