Skip to content
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (25 dicembre 2024)
Catt
  • Dai «Fioretti» di S. Francesco spunti per una pace «globale»

    Dai «Fioretti» di S. Francesco spunti per una pace «globale»

    di Laura Quadri

    San Francesco e il suo messaggio di pace. Con questo tema la Società Dante Alighieri di Locarno ha deciso di dare avvio al suo programma culturale, incentrato per tutto il 2025 (vedi box) sul tema della pace, in ricordo dei 100 anni del Patto di Locarno, evento storico che contribuì a riportare la pace in Europa dopo il dramma della Prima guerra mondiale. A tenere la conferenza di apertura, giovedì scorso a Muralto, il prof. François Dupuigrenet Desroussilles, anche autore della recente antologia di testi francescani «François d’Assise. Frère loup et les autres animaux» (Rivages, 2024).

    Prof. Dupuigrenet, quale tipo di pace ha promosso S. Francesco nella sua vita e perché l’armonia con la natura fu parte di questo disegno di pace?

    «Dal decimo secolo la Chiesa percepisce come suo dovere promuovere la pace tra le nazioni cristiane. Solo in seguito, con le crociate – sostanzialmente dei pellegrinaggi armati – la Chiesa intenderà promuovere una “pace” molto diversa, frutto di acerbe battaglie. S. Francesco – siamo all’inizio del Duecento – fa per così dire un passo indietro, precedente a S. Bernardo – che aveva benedetto e così autorizzato le crociate – promuovendo una pace senza armi e mettendosi in gioco più volte anche praticamente, dal punto di vista politico e giuridico, per una riconciliazione civile tra le fazioni nemiche nella vita delle città italiane. Ma a parte la pace tra gli uomini, l’originalità maggiore di Francesco fu quella di considerare che il peccato originale è stato l’inizio non solo della guerra tra uomo e uomo, simboleggiata da Caino e Abele, ma anche di una lotta fino alla morte tra uomini e animali e tra un animale e l’altro, dunque all’interno della creazione».

    Uno dei testi che invita a riscoprire nel suo libro è la leggenda del lupo di Gubbio, che ai tempi di Francesco terrorizzava la popolazione…

    «I “Fioretti” raccontano in effetti che Francesco – sapendo parlare, misteriosamente, la stessa lingua degli animali – avrebbe instaurato con il lupo un patto giuridico: lasciar stare i cittadini. Al contempo i cittadini si impegnano a nutrirlo, così che il lupo lasci in pace tutti gli altri animali. È un episodio semplice, ma emblematico della pace globale voluta da Francesco: pace tra uomo e uomo, – dato che il lupo era tra l’altro il simbolo scelto da una fazione politica nemica di quella al potere a Gubbio –, e pace tra uomini e animali; pace, insomma, in tutta la Creazione. Significativamente, l’episodio del lupo non fa parte delle prime biografie ufficiali di S. Francesco, bensì dei “Fioretti”, che scritti originariamente in latino ma poi tradotti in volgare alla fine del Trecento, erano destinati ai laici, per dare loro degli strumenti spirituali validi in una lingua che potessero comprendere. La stampa non farà che accelerare la diffusione dei “Fioretti” e dunque anche di questo episodio e del suo messaggio, che è quello, con molta modernità, di ammettere che anche gli animali e la natura hanno bisogno di una protezione giuridicamente regolata».

    Oggi abbiamo un Papa che si rifà da vicino agli insegnamenti di S. Francesco, in particolare nell’ambito dell’ecologia. Ma come si è sviluppato nel tempo il pensiero che fa del Santo di Assisi il patrono del pensiero ecologico?

    «È una lettura che si è sviluppata progressivamente. Dal Duecento e fino al Cinquecento inoltrato, per i teologi ma anche per gli artisti, il rapporto con gli animali è un modo per entrare in contatto con Dio attraverso la natura: si arriva a Dio passando dalle cose create. Così va inteso anche il pensiero di Francesco. Un’immagine che si affievolisce dalla metà del Seicento, quando la Chiesa controriformistica adottò il cartesianesimo che vedeva negli animali, secondo il filosofo Cartesio, “macchine senza anima”. Con la rinascita francescana della fine dell’Ottocento e del primo Novecento, la Chiesa si riavvicina al tema in modo positivo. Oggi permane una tensione tra visioni contrastanti: una “antropocentrica”, che continua a considerare l’uomo padrone dell’universo, e una visione più radicale per la quale non c’è reale superiorità dell’uno sugli altri; anche gli animali sono fratelli animati».

    Qual è l’auspicio, alla luce di questi elementi, per i lettori che si accosteranno alla sua pubblicazione?

    «Il mio intento è proporre una versione leggibile, per ora disponibile solo in francese ma presto anche in italiano, dei testi delle biografie di Francesco dedicate agli animali; una sorta di dossier accessibile a chiunque, per lasciarsi interpellare da quelle domande che Francesco stesso ci pone. Una su tutte: come stabilire leggi che tutelino gli animali e la natura, come egli fece con il lupo di Gubbio, da una posizione non di superiorità ma di fratellanza?».

    Con la Società Dante Alighieri a Muralto

    Gli incontri del ciclo sulla pace con la Società Dante Alighieri di Locarno, proseguiranno nel ‘25, sempre alle 18 alla Sala dei Congressi di Muralto: «Da Erasmo a Kant: un dialogo per la pace», il 20 febbraio, assieme alla Biblioteca cantonale di Locarno, dibattito con Carlo Ossola e Massimo Cacciari; «Il perpetuo lamento della pace nel mondo greco-romano» con il prof. Massimo Lolli, il 10 aprile; «La pace e l’ordine globale in Dante» con il prof. Rocco Pezzimenti, il 15 maggio; «Il ruolo dell’Intelligenza artificiale tra guerre, democrazia, pensiero critico e formazione», il 12 giugno, con Alessandro Trivilini. Il programma proseguirà poi nel semestre autunnale. Informazioni al sito ladantelocarno.ch.

    News correlate