di Gino Driussi
Come i suoi predecessori, anche papa Francesco ha avuto costanti e intensi rapporti con il mondo ortodosso, in primo luogo con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, a cui lo legava una sincera e fraterna amicizia. Non è un caso che il «primus inter pares» tra i gerarchi ortodossi abbia assistito sia all’insediamento del pontefice romano (non era mai accaduto in precedenza), il 19 marzo 2013, sia ai suoi funerali sabato scorso. Durante il pontificato di Francesco, i due leader hanno avuto numerose occasioni di incontrarsi. Tra le più significative, ricordiamo il loro pellegrinaggio a Gerusalemme, dal 24 al 26 maggio 2014 in occasione del 50.o anniversario dell’incontro tra papa Paolo VI e il patriarca Atenagora, come pure la visita di Bergoglio al Fanar di Istanbul, la sede del Patriarcato ecumenico, il 29 novembre 2014. Di particolare significato la visita ai rifugiati e ai migranti sull’isola greca di Lesbo, il 16 aprile 2016, compiuta insieme da Francesco, Bartolomeo e dall’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos, poi l’incontro di Assisi il per la giornata mondiale di preghiera per la pace il 20 settembre dello stesso anno. Il 28 e 29 aprile 2017 Francesco e Bartolomeo partecipano al Cairo all’evento ecumenico e interreligioso indetto dal grande imam della Moschea di Al Azhar,
Ahmed Mohamed el-Tayyib. Il 7 luglio 2018 ci fu a Bari l’importante incontro per la pace in Medio Oriente, al quale il Papa invitò il capi delle Chiese cattoliche e ortodosse della regione, tra cui anche Bartolomeo. Più volte Francesco e Bartolomeo si sono visti anche a Roma, in particolare il 25 ottobre 2022 in occasione del 36.o incontro internazionale di preghiera per la pace delle religioni mondiali nello spirito di Assisi, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Allargando il discorso alle altre Chiese ortodosse, Francesco ha avuto modo di incontrare la maggior parte dei loro capi. Come non ricordare in particolare lo storico incontro – sfociato in una dichiarazione comune - da lui avuto il 12 febbraio 2016, all’aeroporto dell’Avana, con il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, il primo in assoluto tra un pontefice romano e il più alto rappresentante della Chiesa russa. Purtroppo quell’incontro non ha avuto alcun seguito, perché a guastare i rapporti è stata l’invasione russa dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022 e, come ben sappiamo, tuttora in corso, appoggiata da Kirill e da lui definita una «guerra santa».
A questo proposito, Francesco e Kirill ebbero un incontro online via zoom di 40 minuti il 16 marzo 2022, nel corso del quale il Papa disse al suo interlocutore: «Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù». Si parlò anche di un possibile incontro tra i due nel giugno successivo a Gerusalemme, ma non se ne fece nulla. Un accenno, per concludere, anche ai rapporti tra papa Francesco e i responsabili delle antiche Chiese orientali (quelle pre-calcedonesi), che non sono mancati, in particolare con il papa della Chiesa copta Tawadros II e con il catholicos della Chiesa apostolica armena Karekin II.