di Katia Guerra
Uno strumento per camminare insieme nella pastorale in uno spirito di condivisione: sono soprattutto questo le nuove direttive rese pubbliche dall’Amministratore apostolico Alain de Raemy inerenti il ministero pastorale, introdotte – si specifica – ad experimentum (fino a quando la pratica non evidenzierà la necessità di fare degli adeguamenti e aggiornamenti). Il documento raccoglie le procedure richieste per la celebrazione di sacramenti e sacramentali, e alcuni auspici per la cura e l’utilizzo dei luoghi sacri. Gli aggiornamenti sono mossi da una parte da nuove norme, in particolare di diritto canonico, ma anche da necessità pastorali a livello comunitario. Alcuni punti sono vincolanti e più tecnici, altri sono raccomandazioni e suggerimenti nel solco dell’opera di evangelizzazione a cui è chiamata tutta la Chiesa.
Un lavoro iniziato anni fa
La necessità di una base normativa comune era stata individuata già nel 2007 dall’allora vescovo di Lugano Pier Giacomo Grampa e si era concretizzata in un primo documento con le direttive per il ministero pastorale. Il suo auspicio era che ci si impegnasse nell’aggiornamento costante di questo strumento per rendere il servizio pastorale efficace e capace di rispondere alle esigenze di un contesto culturale in continuo cambiamento. Il suo successore, mons. Valerio Lazzeri, coinvolgendo in particolare il Consiglio presbiterale e, parzialmente anche il Consiglio pastorale, ha aggiornato le direttive che sono oggi in vigore e traghettato la realizzazione di questo documento. «Circa la finalità che intende perseguire, il documento – scrive mons. de Raemy nella presentazione – è un orientamento di azione condivisa per non disperdere le fatiche dell’evangelizzazione nella nostra Diocesi e per agevolare la cura pastorale nelle nostre parrocchie, offrendosi come aiuto soprattutto ai parroci, chiamati a compiere, a servizio della comunità, le funzioni di insegnare, santificare e governare, anche con la collaborazione di altri presbiteri o diaconi e con l’apporto dei fedeli laici” (Can. 519 CIC)». Un aspetto importante che contraddistingue le direttive, in particolare per quanto riguarda i sacramenti, è l’accompagnamento, non solo dei giovani nel loro cammino di fede, ma anche delle loro famiglie. «Nelle nuove direttive riguardanti i sacramenti si presta attenzione al coinvolgimento di tutti, ad esempio per il Battesimo, oltre alla famiglia, negli incontri di preparazione è raccomandata anche la presenza di padrini e madrine, a garanzia della trasmissione della fede», ci spiega don Marco Dania, che ha partecipato alla stesura del documento. «Importante è anche una visione d’insieme per quanto riguarda la catechesi, che si auspica il più possibile uniforme». Sono ad esempio indicate le età raccomandate per la celebrazione dei sacramenti (Prima Comunione a 8-10 anni, Cresima 11 anni o più). Per la preparazione ai sacramenti viene esplicitata la partecipazione attiva della famiglia e della comunità parrocchiale, così pure un confronto e un coinvolgimento a livello di reti pastorali e nelle proposte della Diocesi. Per la durata del periodo di preparazione è indicata una base minima (due anni per la Prima Comunione, un anno per la Cresima). Dato il carattere ad experimentum, «è auspicabile che da settembre si avvii una verifica attraverso un cammino di condivisione, affinché questo strumento rimanga al passo con i tempi».
Emanate le nuove Direttive pastorali diocesane – Diocesi di Lugano (diocesilugano.ch)