In occasione del ponte dell'Ascensione, dal 9 al 12 maggio una trentina di ticinesi hanno vissuto il pellegrinaggio a Taizé: per la prima volta la proposta non ha coinvolto solamente i giovani della diocesi, che ormai da diversi anni partecipano a questo pellegrinaggio, ma ha visto la partecipazione anche degli adulti rappresentanti della Comunità di Lavoro delle Chiese in Cristiane in Ticino. "Si è creato un bel confronto intergenerazionale. - ci dice don Rolando Leo, assistente della Pastorale giovani e adulti e presidente della CLCC - Abbiamo seguito il ritmo delle giornate proposte dalla comunità di Taizé, ovvero i tre momenti di preghiera, mattina, mezzogiorno e sera, per incentrare tutto su Cristo e sulla spiritualità, sul confronto, e sul dialogo tra i giovani".
Oltre a don Rolando e don Carlo Vassalli, sacerdoti della diocesi di Lugano, erano presenti il pastore della Chiesa riformata, Daniele Campoli, vicepresidente della CLCC, e la parroca cattolico-cristiana Elisabetta Tisi e alcuni membri della sua Chiesa.
"Ho deciso di venire a Taizé in questi giorni perché, anche se è la terza volta che vado, trovo sempre questo luogo unico e ogni volta è un’esperienza diversa, ma indimenticabile. Quello che mi aspettavo da questa esperienza era di trovare un momento per stare con me stessa, per allontanarmi dalla vita odierna e dalla solita routine. Posso dire che le mie aspettative sono state soddisfatte, ma allo stesso tempo ho trovato anche altro in questo bellissimo luogo. Innanzitutto è uno dei luoghi dove sento la vera presenza di Dio. Inoltre, le persone che ho incontrato, tutte, in un modo o nell’altro mi hanno dato qualcosa da portare a casa. Grazie a tutti coloro che hanno reso questa esperienza più bella". Silvia, 20 anni, scuola infermieri
"Sono già stato a Taizé alcune volte. Ci sono ritornato perché sentivo che rivivere questa esperienza può sicuramente solo fare bene. Questa volta, avendola vissuta anche da più grande, sono riuscito a immergermi ancora meglio nello spirito di semplicità e a vivere ancora meglio questa esperienza". Elia, 16 anni
"Penso che farsi cullare dai canti di Taizé durante la preghiera sia stato finora il momento in cui ho sentito di più l'intensità della fede tra i giovani. È un tipo di cristianità che non avevo mai percepito, anche perché purtroppo quasi mai mi capita di condividere momenti di fede con i miei coetanei. Quattro giorni di preghiera e riflessione in questo villaggio della Borgogna sono proprio quello che ci vuole prima di affrontare un periodo scolasticamente impegnativo come quello dell'ultimo mese di scuola". Giovanni, 16 anni
"Per me è stata una vera scoperta: anche se non parlavamo lo stesso idioma, sia quello parlato come quello della fede, Dio davvero ci unisce in Lui. Lui è il centro, Lui ci salva e ci unisce". Edoardo, 26 anni
"È stata la prima volta che mi sono recata a Taizé e non ho parole per descrivere l'emozione che ho provato nel vedere la Chiesa gremita di giovani inginocchiati con gli occhi chiusi in preghiera e riflessione. L'ultima sera, prima di partire, vedendo i giovani che con le loro valigie raggiungevano il bus, ho desiderato che quei trolley fossero pieni delle emozioni che faranno luce ai loro passi e spero che un giorno tutti loro possano diffondere la Parola, così che quando il Figlio dell'uomo tornerà troverà la fede. Ora sono loro a avere il timone della barca". Angela Mola, 77 anni.
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