di Cristina Uguccioni
C’è di che essere grati perché ogni giorno, anche in questo tempo natalizio, a tutti è data la possibilità di nutrire l’anima e la mente con la creatività, l’intelligenza, la sensibilità, il mondo interiore di altri: attraverso i libri. I libri sono amici gentili e discreti che portano in dono storie, volti, affezioni, pensieri. E così plasmano, a volte impercettibilmente, a volte percepibilmente, la vita di ciascuno. Con spirito di gratitudine segnaliamo alcuni libri di recente pubblicazione.
La vita non è un tramonto, ma una continua rinascita
«Semi invece di crepuscoli» (ed. Vita e Pensiero) è l’ultimo, bellissimo libro del cardinale José Tolentino Mendonça, raffinato poeta portoghese. Riflettendo sulla condizione umana e l’esistenza, scrive: «La grande questione verte sul modo di vedere la vita: guardi alla tua vita come a un parto, o la vedi come una morte? Forse, per la maggior parte del tempo, guardiamo alla nostra vita sentendoci gradualmente morire, e niente di più». La prospettiva cristiana ci invita invece a interpretare la vita come un continuo nascere, come un parto, piuttosto che come un crepuscolo. Il Seminatore passa per seminare, Dio passa sempre per la nostra vita. Ogni giorno riceviamo semi e opportunità. Ognuno di noi ne riceve tanti! Parlare di semi e di crepuscoli, è anche parlare di fecondità e di sterilità. La nostra vita – sottolinea il cardinale – può essere sterile e può essere generativa. «E che cosa significa fare, della vita, vita? Che cosa significa essere moltiplicatori, buoni conduttori del dono che ci è dato?
Questo è possibile quando la nostra esistenza è terra buona. Quando nella nostra vita abbiamo la capacità di costruire un cammino con quanto ci è dato. Quando permettiamo alla semente di essere, appunto, semente, promessa ». Che darà frutto. Non si nasce una volta sola, per poi precipitare verso la fine. «Per tutto il tempo, quello che vediamo è la vita che nasce ». Siamo levatrici di sementi, non funzionari di crepuscoli.
Un’economia che tiene insieme mercato e giustizia sociale
«Principi dell’Economia civile: una guida per dirigenti e imprenditori» (Guida edizioni) è un volume pregevole e molto utile, curato dall’Ucid, l’Unione cattolica imprenditori e dirigenti. L’argomento è affrontato con un approccio teorico e operativo, attraverso saggi redatti da insigni studiosi di economia, sociologia, scienze politiche, gestione aziendale. Tra gli autori si segnalano Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Leonardo Becchetti. Nella prima parte del volume vengono presentati in modo chiaro e sintetico i principi cardine dell’Economia civile, quel paradigma economico «nel quale i temi della sostenibilità integrale, del bene comune e dello sviluppo equo e sostenibile trovano composizione armonizzando tra loro libertà di mercato e giustizia sociale». Nella seconda e terza parte sono illustrate buone prassi di gestione d’impresa e indicazioni che toccano alcuni specifici ambiti gestionali, ad esempio quello organizzativo e quello relativo alla misurazione delle performance e del mercato.
Perché oggi la pace richiede più coraggio della guerra
Scritto dallo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di sant’Egidio, «Il coraggio della pace» (Scholé) è un volume che offre una riflessione articolata e puntuale sul tema della guerra e della pace. Purtroppo – osserva l’autore – «nel XXI secolo, la guerra è stata riabilitata come strumento di affermazione dei propri interessi e soluzione dei conflitti. La pace è sempre meno un fine, anzi non lo è più». Il clima conflittuale contagia le società e i comportamenti. E questa cultura del conflitto, dello scontro, è generatrice di violenza sociale. Riccardi, interrogandosi sul coraggio, riconosce che oggi esso viene sempre più associato alla guerra, non alla pace. Bisogna perciò ritrovare e coltivare il coraggio della pace che «è il coraggio di essere. E il coraggio di essere è non nascondersi nel conformismo o nel senso di irrilevanza che genera impotenza. Il coraggio di essere porta a scegliere, a non rinunciare. La scelta anche di uno solo ha un peso e una forza. Bisogna avere il coraggio di scegliere la pace e agire a tutti i livelli in conformità con questa scelta». Diceva don Pino Puglisi, che resistette a mani nude alla mafia: «Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto».
Trasmettere la fede ripartendo dall’esperienza della vita
Franco Giulio Brambilla, teologo e vescovo di Novara, firma «Dal grembo fiorisce la vita. Per generare alla vita cristiana» (Editrice Queriniana). Nel volume, importante per la profondità e l’acutezza delle riflessioni, egli constata la fine del cosiddetto «catecumenato sociale», riconoscendo che questo, però, «non comporta necessariamente la crisi di ogni possibilità di trasmissione della fede, ma richiede un cambiamento profondo dei modi con cui si trasmette e si riceve il dono di credere ». La sfida che sta davanti a noi – sottolinea – «invoca la capacità di collegare strettamente trasmissione della vita e introduzione alla fede. Non si tratta solo di iniziare alla fede cristiana, ma di innestare tale cammino nella trasmissione della vita buona e delle sue esperienze costitutive ». Il percorso proposto dall’autore è pensato come un polittico in quattro tavole. Le prime due mettono in rapporto la «spiegazione » del Credo, cioè della fede professata dalla Chiesa, con il cammino per accedere alla fede vissuta mediante l’itinerario di iniziazione alla vita cristiana. Le altre due tavole riguardano, in particolare, due attori del «triangolo educativo» (famiglia, comunità, scuola) che sono chiamati a operare in stretto contatto tra loro. La terza tavola svolge il tema dei padrini, mentre la quarta disegna le linee di fondo della spiritualità dei catechisti.