"Ho sentito subito, fin da quando siamo partiti, che si sarebbe trattato di un grande evento per la Chiesa locale", racconta al rientro dall'incontro con il Papa a Ginevra Ornella di Lugano. "Personalmente - continua Ornella - traggo sempre da queste occasioni molta carica, perché vedo il messaggio cristiano incarnato. Il Papa può insegnarci la mentalità giusta verso l'emarginato, tanto più oggi, che ci troviamo nella città delle più grandi associazioni internazionali. Ecco, il Papa ci insegna ad essere sempre più umani. Ma dal Papa non si va da soli. Io ad esempio ho portato con me tutte quelle situazioni famigliari difficili degli emigrati che conosco. Già prima di partire ho detto loro che avrei portato al Papa la nostra amicizia perché anche loro si sentano parte della Chiesa".
Anche Hervé, sacerdote del Madagascar che vive nel quartiere di Loreto a Lugano conferma le impressioni positive di altri pellegrini: "Premetto che per me questo incontro col Papa è davvero molto speciale: proprio quest'anno festeggio I miei 10 anni di sacerdozio. Oggi ho toccato con mano la multiculturalità della Svizzera e al contempo ho visto l'unità vissuta. Inoltre, sento spesso dire che questo Papa non sia amato da tutti perché fa discutere, ma in realtà oggi ho visto solo tanto sincero entusiasmo, che può scaturire solo da una fede viva del popolo svizzero. La Chiesa svizzera è forte".Don Marco Dania, parroco di Besso fa parte dei quasi 400 ticinesi che hanno affrontato la trasferta a Ginevra: "Devo ammettere che è la prima volta che posso godermi e assaporare con la giusta calma un evento simile con la partecipazione del Papa. Ad esempio, mi è restato molto impresso il cammino che noi sacerdoti abbiamo fatto tra la gente per andare a distribuire l'eucaristia: vedevo tutti in volto, uno per uno, e nei loro occhi il desiderio di un incontro, l'attesa di avere Cristo nel cuore. Ho percepito insomma la sete della gente, come di rado accade con tanta intensità. L'organizzazione scenografica ha contribuito per certo a tutto questo: bello, bellissimo quel Cristo sopra l'altare, in croce eppure luminoso, a dimostrazione che la sofferenza non è solo tenebre".
Anche Alessandra Maigre, dottoranda con origini ticinesi all'università di Friborgo, ci ha raggiunte per una sua testimonianza: "Come studentessa in teologia, che è partita con i suoi studi proprio da Ginevra, sono molto sensibile al tema dell'ecumenismo. Mi è piaciuta molto l'omelia del Papa, che ha insistito sul Padre nostro. Siamo "noi" tutti insieme, infatti, a guardare verso un unico punto, il "padre" che è di tutti".Qui leggi le altre testimonianze raccolte ieri.