Skip to content
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 dicembre 2024)
Catt
  • IA e finanza: rischi e benefici di un mondo sempre connesso

    IA e finanza: rischi e benefici di un mondo sempre connesso

    di Silvia Guggiari 

    «Intelligenza artificiale e finanza alla luce della Fratelli Tutti» è il titolo della conferenza proposta dal capitolo luganese della Fondazione Centesiumus Annus Pro Pontifice per giovedì prossimo, 26 settembre. Nella bella cornice del Gran Caffè al Porto di Lugano, i partecipanti avranno modo di riflettere sull’intelligenza artificiale applicata al mondo della finanza. In particolare, il prof. Markus Krienke, docente di filosofia moderna e etica sociale alla Facoltà di Teologia (USI), proporrà un intervento sul tema «Le nuove responsabilità nel mondo digitale»: a lui abbiamo chiesto di introdurci alla tematica.

    «Siamo sicuri di voler continuare a chiamare “intelligenza” ciò che intelligenza non è?». È con questa provocazione che il Santo Padre ha concluso il discorso rivolto il 22 giugno scorso ai partecipanti alla Conferenza internazionale annuale della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice dedicato all’Intelligenza Artificiale (IA). Prof. Krienke, perché questa continua attenzione per tutto ciò che riguarda l’IA, anche da parte del Vaticano? 

    L’interesse del Papa per tutto ciò che riguarda l’Intelligenza Artificiale ha l’obiettivo di rafforzare questioni etiche, antropologiche e anche religiose che ci aiutino a capire il perché del nostro agire. Da un secolo e mezzo, la Chiesa ha fondato la Dottrina sociale della Chiesa attraverso la quale si occupa della società nei suoi vari aspetti (economia, politica, finanza, lavoro…) e dei cambiamenti causati dal dilagare delle nuove tecnologie. È importante che la Chiesa abbia ben presente cosa sta succedendo nel mondo e sappia anche formulare delle risposte. 

    Anche il mondo della finanza è ormai invaso dall’IA. Quali i rischi e quali i benefici? 

    La finanza è un ambito particolarmente interessato da questa trasformazione tecnologica. L’IA attraverso algoritmi e strutture riesce a combinare i dati con una capacità e una velocità impossibile da raggiungere per l’essere umano. La finanza è dunque un ambito dove questa tecnologia ha portato grandi vantaggi ed è già molto utilizzata, ma è anche un mondo in cui non può esistere solamente il pensiero tecnico. Proprio l’anno scorso, al crollo del Credit Suisse, ci siamo chiesti di chi fossero le responsabilità. Dobbiamo avere chiaro che uomo e tecnologia non sono concorrenti, perché l’essere umano non può essere sostituito completamente nelle sue decisioni.

    È un discorso, questo, che tocca solamente gli alti piani della finanza o che in qualche modo interessa anche la vita di tutti?

    Il problema è innanzitutto quello di riuscire a portare la finanza nella vita di tutti. Per la società, il mondo della finanza rimane qualcosa di “cattivo”, di astratto e di lontano dalla vita delle persone. Questo dimostra che non si conosce questo mondo e soprattutto non si considera che la finanza è necessaria per tenere in piedi l’economia.

     Sempre Bergoglio ha affermato che l’IA deve essere uno «strumento» e non confuso come il fine… 

    Ovviamente i rischi ci sono dal momento che i tempi nella finanza sono sempre troppo veloci e l’uomo fatica a stare al passo. Basta guardare alla crisi finanziaria del 2008 causata dai ritmi così accelerati della finanza, ma anche da speculazioni e investimenti dove non c’era più corrispondenza tra la posta in gioco e le responsabilità individuali. Sempre più le persone sono incentivate a dare più importanza al risultato e meno al fattore umano: ristabilire le strutture di responsabilità non è affatto facile, ma è esattamente ciò che secondo la Dottrina sociale della Chiesa e secondo il Papa sarebbe da realizzare nel mondo della finanza.

    Di responsabilità legate all’IA si parlerà anche al convegno della Fondazione Centesimus Annus. Che cosa può dirci in merito?

    Le responsabilità sono distribuite perché molteplici sono gli attori che ruotano intorno alla realizzazione dell’IA. Ci sono gli sviluppatori delle tecnologie e degli algoritmi; ci sono i proprietari ovvero i grandi Global Player; ci sono poi i provider e infine ci siamo noi consumatori che siamo anche «produttori di dati». I dibattiti sulle responsabilità sono dunque ancora molto aperti.

    Quali sono i limiti oggi dell’IA?

    Con l’IA ottimizziamo i processi su tutti gli ambiti della vita quotidiana in maniera standard, per questo è importante che l’uomo collabori con l’IA. L’ingegno che possiamo dare noi è molto importante, altrimenti riduciamo tutto a qualcosa di standardizzato perché l’IA funziona su dati già esistenti. 

    Verrebbe da dire che mancano le emozioni… 

    Certamente. Manca tutto l’ambito della vita umana che non è standardizzabile: manca la parte dell’intelligenza emotiva ma anche quella intuitiva. Nel mondo digitale si perde il contatto con l’altro: una dimensione fondamentale anche nella finanza oltre che dal punto di vista antropologico. Ecco perché il Papa ci mette in guardia dall’utilizzo delle tecnologie.

    Il programma 2024-2025

    Giovedì 26 settembre, dalle 12 alle 14 al Gran Cafè Al Porto a Lugano, si terrà la conferenza su «Intelligenza artificiale e finanza alla luce della Fratelli Tutti». Iscrizioni, entro il 23/9, a centesimusannuslugano@gmail.com. Gli altri appuntamenti si terranno: venerdì 22 novembre con il Dr. Patrick Coggi, Direttore generale di Banca del Ceresio SA e Docente USI; giovedì 23 gennaio 2025 (programma da definire); giovedì 20 marzo 2025 (programma da definire); giovedì 22 maggio 2025 con il Prof. Lorenzo Cantoni - direttore dell’Istituto di Tecnologie digitali per la comunicazione (USI).

    Cambio ai vertici del sodalizio

    A inizio settembre è stato nominato il nuovo Presidente della della Fondazione Centesimus Annus: si tratta del Prof. Paolo Garonna, professore di politica economica presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma, che succede alla Prof.ssa Anna Maria Tarantola. Grazie all’attività dei capitoli – tra cui quello luganese ricostituito un anno fa – la Fondazione è attiva in 4 continenti e 15 Paesi.

    News correlate