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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 marzo 2025)
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  • Il 29 gennaio l’«AI Day» della Cattedra Rosmini

    Il 29 gennaio l’«AI Day» della Cattedra Rosmini

    di Markus Krienke

    L’insediamento di Trump, dove il mondo tecnologico era meglio rappresentato di quello politico, ha aperto un nuovo capitolo della dimensione politica e sociale della tecnologia: davanti agli occhi di tutti, soprattutto di noi europei (preoccupati però di più di come interpretare certi gesti di Musk), si è affermata la nuova realtà nella quale viviamo e non solo da lunedì scorso. Poco c’entra l’indirizzo politico – basti pensare che otto anni fa la Silicon Valley era schierata dall’altra parte – e proprio per questo la nuova dimensione politica del mondo tech indica un profondo cambiamento in atto.

    E mentre tale connubio fa che ci poniamo molte domande, il vecchio continente si accorge del suo immenso ritardo tecnologico. Ma cresce la consapevolezza che dobbiamo trovare una «via europea» della digitalizzazione. Documenti come il «Rome Call for AI Ethics» del 2020 (Vaticano) o l’«AI Act» dell’anno scorso (UE) sono senz’altro espressioni importanti di una nuova mentalità che da un lato vuole incrementare lo sviluppo, e dall’altro cerca una collocazione antropologica e culturale alle nuove tecnologie, sulla base della quale si possano individuare regole etiche e giuridiche per la collaborazione responsabile tra uomo e tecnica.

    L’evento

    Precisamente in questa ottica si pone l’«AI Day» della Cattedra Rosmini del prossimo 29 gennaio dalle 9.30, che riunirà alla Facoltà di Teologia di Lugano (USI) quindici rappresentanti del mondo della tecnologia, della filosofia, dell’etica e della pubblica amministrazione per interpellarsi precisamente su tre domande: (1) a che punto è lo sviluppo tecnologico, come trasforma la nostra vita e quali sfide pone alla nostra società; (2) quale prospettiva può dare la filosofia a tale dibattito; (3) come vivremo libertà e democrazia nel futuro tecnologico, senza esonerare il cittadino dalla sua responsabilità? Il dibattio, per una tecnologia «più umana», è aperto.

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