“Fermatevi, fermatevi… la violenza non porterà mai la pace!”. Ed è “urgente” il cessate il fuoco perché “con la guerra nessuno sarà vincitore”. Sono una supplica, un appello, una richiesta “con il cuore in mano” a chi alimenta la spirale dei conflitti e ne trae ricavi e vantaggi, le parole del Papa ai partecipanti alla plenaria della Roaco (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali), riuniti in questi giorni a Roma per la 97.ma assemblea annuale con un focus sui luoghi dilaniati dalle violenze.
Luoghi di cui Francesco, come in ogni Angelus o udienza generale, pronuncia uno ad uno il nome: l’Ucraina con il dramma dei prigionieri di guerra e dei bambini da rimpatriare, la Siria, il Libano, la regione del Karabakh e il Caucaso, il Tigray e, naturalmente, la Terra Santa, che, dice a braccio, “si sta spopolando di cristiani”.
Sì, come la carne del Signore è stata trafitta dai chiodi e dalla lancia, così molte comunità d’Oriente sono piagate e sanguinanti a causa dei conflitti e delle violenze che patiscono.