Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (23 novembre 2025)
  • Markus Krienke

    "La speranza può invertire il corso della storia"

    Il mondo cattolico sta vivendo l’Anno Santo dedicato al tema della Speranza e di «speranza che cambia il corso della storia», tratta il  VI Festival della Dottrina Sociale nella Svizzera italiana organizzato dalla Rete Laudato si’ per il 27 e 29 novembre a Massagno e sant’Antonino.
    Ne parliamo con uno dei responsabili, il prof. Markus Krienke della Facoltà di teologia di Lugano.

    Prof. Krienke, qual è l’attualità del tema di una  speranza declinato nella proposta del Festival della dottrina sociale nella Svizzera italiana?
    La speranza non si insegna, si testimonia. È un dovere nostro, secondo il filosofo Kant, in quanto esseri umani, prendere in mano il compito di realizzare la nostra dignità e quella altrui. Per i cristiani, essa è ancora di più: un dono, ossia la promessa che non siamo soli nell’affrontare le sfide anche più disperate.
    Sperare, infatti, non si può da soli: «io spero in te per noi», è un modo per esprimere questa realtà, e da questo ha tratto la sua ispirazione anche il Festival. Vogliamo infatti contribuire a questo «noi» in Ticino, attraverso uno sguardo che ci allena a trovare la speranza nelle iniziative e nei progetti concreti, e che ci assicura che non siamo soli.

     Il 27 novembre alle 18 al Lux di Massagno proiettate il  film «Il ragazzo della Drina» sulla storia di un giovane che dopo 20 anni ritorna nella natia Bosnia, lasciata durante la guerra. Ci va per ricostruire un villaggio. Quale messaggio per il Ticino volete trasmettere?
    La famiglia di Irvin era fuggita dalla guerra in cui suo padre è stato ucciso durante il massacro dell’11 luglio 1995 a Srebrenica: anche se non potrà mai riavere la sua infanzia, Irvin si proietta verso il futuro, con un atto apparentemente irrazionale ma pieno di significato umano.
    A riconnettere tale storia al Ticino certamente non è solo il regista Zijad Ibrahimovic che condivide l’esperienza con Irvin, ma anche due domande: quali potenziali di speranza possono esprimere e trasmetterci le comunità toccate dalla guerra e accolte da noi? In che modo la nostra società potrebbe essere un segno autentico di speranza per loro?

    Il 29 novembre, al Centro Laudato si’ a Sant’Antonino, proponete l’ascolto di esperienze concrete di speranza in Ticino. Cosa volete  mettere  in evidenza?
    Quattro tavole rotonde cercano di gettare luci e prospettive diverse sulla speranza: innanzitutto, voci varie ci parlano di progetti concreti sul nostro territorio, e dimostrano che i luoghi della speranza in Ticino sono associazioni e cooperative che rappresentano una vocazione solidale particolare. Poi passeremo al dialogo con il noto autore e saggista Filippo La Porta che nel suo ultimo libro «Elogio della vita ordinaria. Contro un’idea di falsa grandezza» prende le distanze da falsi eroismi, esaltati mediaticamente nei nostri tempi, per trovare nella quotidianità della routine e della marginalità, ma anche nell’inazione, testimonianze di vita autentica e dunque di speranza – insomma laddove meno ce l’aspettiamo. In una terza parte, di carattere politico, parliamo del piano energetico e climatico cantonale come prospettiva di speranza: spesso non «ammettiamo» la politica tra i luoghi di speranza, ed invece solo in questa prospettiva si può riscoprire il suo vero significato e il senso per impegnarsi in essa. Infine, chiudiamo con uno sguardo sulle piccole fiamme di speranza dove in luoghi e in condizioni di vita difficili è impossibile sperare, partendo dalla testimonianza di uno studente di Gaza, Saeed Shaat.

    La tematica energetica apre ad una domanda sul rapporto tra il Festival e COP30 che si è appena conclusa in Brasile. Il Papa nel suo messaggio non ha usato mezzi termini…
    Leone XIV ha chiesto per la COP30 che la politica realizzi quella «conversione ecologica» che è speranza concreta per poter conseguire i fini definiti a Parigi. Ecco perché l’impegno politico per il clima sarebbe un segno concreto di speranza: ci costringe a desistere dai nostri interessi egoistici e a ritrovare la comune umanità. Così, la salvaguardia del creato diventa la via della pace: «Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato»!
    Il Festival, con il suo tema politico, si inscrive in questo percorso. 

    Il programma

    Giovedì 27 novembre ,dalle 18 accoglienza e alle 19 al Cinema Lux di Massagno, proiezione del film: «Il ragazzo della Drina». Segue  tavola rotonda con rappresentanti delle comunità toccate dalla guerra. Entrata libera.
    Sabato 29 novembre, al Centro Laudato si’ di S. Antonino, dalle 9 alle 16 diverse tavole rotonde sulla speranza in Ticino. Francesco La Porta alle 10.45 presenta il libro «Elogio della vita ordinaria». Iscrizione entro il 26 novembre a info@retelaudatosi-si.ch. Info su:  www.retelaudatosi-si.ch .

    News correlate