Il 22 ottobre 2024, l'Abbazia di Saint-Maurice in Vallese ha ribadito il suo impegno nella lotta contro gli abusi sessuali, in risposta all'archiviazione del caso da parte della Procura del Vallese con le recenti ordinanze di non entrata in materia. In un comunicato stampa, l'abbazia ha sottolineato che “l'impossibilità di provare i fatti, la prescrizione e le morti avvenute non devono in alcun modo mettere in ombra la sofferenza di coloro che si sono fatti avanti”.
Dopo un appello alle vittime e ai testimoni, la Procura ha indagato su casi di abusi commessi da membri della Chiesa cattolica in Vallese dal 1946 a oggi. Molti di questi casi riguardano membri dell'Abbazia di Saint-Maurice, sia vivi che defunti. Sono state pubblicate due ordinanze speciali di non entrata in materia e un'ordinanza di archiviazione riguardanti i membri dell'Abbazia, l'abate Jean Scarcella, il canonico Gilles Roduit e il canonico Roland Jaquenoud.
Il procuratore Béatrice Pilloud non ha ricevuto alcuna denuncia su Mons. Scarcella. Ha indagato sulla base di ciò che si sapeva su di lui, ossia il rapporto inviato a Roma. Il risultato dell'indagine del Dicastero vaticano dei vescovi è stato reso pubblico e afferma che non ci sono prove di abusi o molestie. Per quanto riguarda il canonico Gilles Roduit, la procura ha ricevuto una denuncia penale per diffamazione e calunnia. Dopo aver analizzato l'intero fascicolo dal 2005 in poi, la procura ha concluso che il caso non deve essere portato avanti, così come le altre accuse citate nell'ordinanza di chiusura generale dei casi emessa il 17 ottobre 2024.
Nel caso del canonico Roland Jaquenoud, il pubblico ministero non ha ricevuto alcuna denuncia. In seguito alle indagini sulle accuse emerse attraverso i media, è stato emesso un ordine di archiviazione in assenza di un comportamento penalmente riprovevole.
L'Abbazia di Saint-Maurice desidera inoltre sottolineare che ha istituito una serie di misure per fare piena luce sui casi di abusi passati o presenti che coinvolgono i suoi membri o le parrocchie e le istituzioni in cui è o è stata attiva. È stato istituito un gruppo di lavoro indipendente di ricercatori storici, presieduto da Pierre Aubert, procuratore generale di Neuchâtel.
Insieme alla Chiesa in Svizzera, l'Abbazia si impegna in un processo di miglioramento e desidera riaffermare la sua determinazione ad agire con fermezza contro gli abusi nella Chiesa: ascoltando con maggiore attenzione, fornendo un sostegno attento, praticando una prevenzione attiva e assicurando un migliore controllo delle procedure canoniche.
Infine, nel caso in cui nuovi fatti denunciati alla giustizia civile, anche se prescritti, soddisfino le condizioni per un'indagine canonica, l'Abbazia si impegna a portarli davanti alla giustizia ecclesiastica.
“L'impossibilità di provare i fatti, la prescrizione e le morti che si sono verificate non devono in alcun modo mettere in ombra la sofferenza delle persone che si sono fatte avanti. Di fronte a tanti danni, chiediamo perdono e speriamo che possa iniziare un percorso di resilienza per coloro che sono stati feriti”, continua l'amministratore apostolico nominato da Roma per l'Abbazia Jean-Michel Girard nel comunicato. Il testo sopracitato si conclude esprimendo la speranza “che le parole abuso sessuale non siano più sistematicamente legate ai nomi dei nostri confratelli quando queste accuse, o quelle relative ad altre denunce, sono infondate.” (cath.ch/com/mp/traduzione e adattamento redazionecatt)
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