Molestie, proposte indecenti, contatti non richiesti, aggressioni sessuali e violenze. Accuse come macigni quelle rivolte da diverse donne nei confronti dell'abate Pierre, religioso, partigiano, uomo politico francese e fondatore del movimento Emmaus e riportate dal media cattolico La Croix, che ha rivelato un dossier reso noto oggi, a 17 anni dalla morte del religioso francese. Noto per la sua lotta di una vita all'emarginazione sociale, per lungo tempo l'Abbé Pierre, (il vero nome era Henri Grouès, nato a Lione nel 1912 e scomparso nel 2007 a Parigi), è stato tra le personalità più amate dai francesi.
I fatti stati commessi tra il 1970 e il 2005, secondo un rapporto indipendente commissionato da Emmaüs International, Emmaüs France e dalla stessa Fondation Abbé Pierre. Secondo quanto si legge in un comunicato congiunto diffuso da Emmaüs France, Emmaüs International e la Fondation Abbé Pierre, tutto ha inizio con una prima "testimonianza" di aggressione sessuale da parte dell'Abbé Pierre nei confronti di una donna. In seguito a questa segnalazione, il gabinetto di esperti anti-violenze e molestie Egaé ha avviato un'indagine interna che ha portato alla scoperta di altre testimonianze simili. Sette vittime, tra cui una minorenne al momento dei fatti, hanno accettato di testimoniare in forma anonima. Sono state identificate un totale di dodici donne, ma non tutte hanno potuto essere intervistate. "E' ragionevole pensare che ci siano altre persone coinvolte, in proporzioni difficili da stimare", precisa il comunicato stampa diffuso dalle organizzazioni.
Questo lavoro – sottolineano le tre associazioni – ha permesso di raccogliere le testimonianze di sette donne che hanno evocato comportamenti potenzialmente riconducibili ad aggressioni sessuali o fatti di molestie sessuali perpetrati dall'Abbé Pierre tra la fine degli anni Settanta e il 2005". Una di queste sette donne, si precisa nel comunicato, "era minorenne al momento dei primi fatti”. “Rendiamo omaggio al coraggio delle persone che hanno testimoniato e permesso, attraverso la loro parola, di mettere in luce queste realtà”, sottolineano Emmaüs France, Emmaüs International e la Fondation Abbé Pierre, nella nota congiunta rilanciata oggi dal quotidiano La Croix. “Crediamo loro, sappiamo che questi atti intollerabili hanno lasciato tracce e siamo al loro fianco”, proseguono le associazioni, aggiungendo che “queste rivelazioni stravolgono le nostre strutture” e questi “comportamenti cambiano profondamente il nostro sguardo su un uomo noto anzitutto per la sua lotta alla povertà, alla miseria, all'emarginazione”. Le donne non avrebbero rilasciato prima le loro testimonianze perché intimorite dal rilievo pubblico della figura dell'Abbé Pierre.
Quindi l'annunciata apertura di una cellula "per la raccolta di testimonianze e di accompagnamento psicologico, strettamente confidenziale, rivolto alle persone vittime o testimoni di comportamenti inaccettabili da parte dell'Abbé Pierre”.
Si apprende pure dal notiziario RSI che negli anni '50 c'erano stati dei mormoramenti di comportamenti scorretti da parte dell'Abbé Pierre che era stato trasferito dai vertici della Chiesa di Francia temporaneamente in Svizzera, ufficialmente per un periodo di riposo.
Va detto che lo stesso Abbé Pierre in un libro intervista dal titolo "Mio Dio perché?" scritto a 93 anni e pubblicato nel 2005, prima della morte, aveva dichiarato di avere avuto le sue fatiche con in voto di castità.
La Conferenza dei vescovi di Francia (Cef) apprende “con dolore le testimonianze raccolte che denunciano atti di violenza sessuale commessi dall’Abbé Pierre nei confronti di donne venute a lavorare a Emmaüs”. Così in una nota i vescovi francesi reagiscono alle notizie che ancora una volta sconvolgono la Chiesa cattolica di Francia e l’opinione pubblica dell’intero Paese. “L’Abbé Pierre – sottolinea la nota della Cef – ha avuto, nel nostro Paese e nel mondo, un impatto notevole; ha risvegliato le coscienze sulla responsabilità di tutti nei confronti delle persone in situazioni di precarietà e ha rinnovato lo sguardo con cui la nostra società vede i più poveri. Ma la sua posizione non può esimersi dalla necessaria opera di verità, che Emmaüs ha appena svolto con lucidità e coraggio, ascoltando i denuncianti e portando avanti questa indagine, il cui rapporto è stato appena pubblicato”.
“In attesa di leggere il rapporto pubblicato – affermano i vescovi –, la Conferenza episcopale francese desidera assicurare alle vittime la sua profonda compassione e la sua vergogna per il fatto che tali atti possano essere commessi da un sacerdote, e ribadisce la sua determinazione a mobilitarsi per rendere la Chiesa una casa sicura”.
agenzie/red
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Il messaggio lancia un appello per la liberazione “degli ostaggi, dei prigionieri, il ritorno dei senzatetto e degli sfollati, la cura dei malati e dei feriti, il ripristino delle proprietà sequestrate o minacciate e la ricostruzione di tutte le strutture civili che sono state danneggiate o distrutte”.
Oggi, 12 dicembre, è la sua festa. La testimonianza di quanto la purezza del cuore possa far fiorire nel mondo la bellezza.