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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 dicembre 2024)
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  • L'aiuto dell'ex stella delle Lugano Ladies Sandrine Ray agli sportivi che cercano Dio

    L'aiuto dell'ex stella delle Lugano Ladies Sandrine Ray agli sportivi che cercano Dio

    Intervista di Gioele Anni

    A volte gli atleti, al di fuori delle competizioni sportive, «non si sentono abbastanza bravi per Dio, credono che la loro vita sia troppo impegnata per poter essere dei buoni cristiani». Parola di Sandrine Ray, ex hockeista svizzera e oggi cappellana degli sportivi. Cristiana riformata, Sandrine Ray ha una storia straordinaria. Vodese, 41 anni, Ray è stata un talento dell’hockey su ghiaccio. Dopo aver collezionato cento presenze nella nazionale femminile svizzera, compì il sogno di partecipare ai Giochi Olimpici di Torino 2006. Nello stesso anno Ray giocava nelle «Lugano Ladies» e contribuì alla vittoria del primo storico titolo nazionale. «Ricordo ancora la Resega, il calore dei tifosi... Lugano mi è rimasta nel cuore», racconta. Terminata quella stagione, sente di aver raggiunto tutti gli obiettivi. Parte per due anni su una nave che fa servizio umanitario in giro per il mondo, poi comincia a collaborare con «Athletes in Action», un’organizzazione cristiana internazionale che si propone di tenere insieme sport e fede. «Da giocatrice non avevo tempo di frequentare una comunità, vivevo la mia fede da sola. Proprio alle Olimpiadi di Torino conobbi un cappellano di Athletes in Action che pregò insieme a me: fu un’esperienza eccezionale». Dopo anni di formazione (con studi teologici, ma anche psicologici e su problematiche specifiche degli sportivi), oggi Sandrine Ray lavora a Losanna come cappellana di Athletes in Action. «Seguo personalmente alcuni atleti, che mi hanno contattato perché volevano conoscere meglio Dio o parlare di problemi personali. Con loro ho un programma di accompagnamento spirituale. Dall’anno scorso lavoro anche con la squadra di hockey femminile a Losanna, faccio attività di team building e colloqui individuali».

    Sandrine Ray sarà presente alle Olimpiadi di Parigi, al fianco di alcuni dei «suoi» atleti. Nel Villaggio olimpico, gli oltre diecimila sportivi impegnati nelle gare potranno accedere al Centro «Multi-fede», uno spazio in cui le principali religioni hanno dei propri luoghi di incontro e di preghiera. Le attività del Centro saranno organizzate da circa 120 guide religiose. «Nello sport sono molto presenti i mental coach», specifica Ray, «ma il lavoro dei cappellani è diverso: il mental coach viene chiamato per migliorare le performance, mentre noi ci interessiamo solo all’essere umano. Lo diciamo subito: parlare con noi forse vi aiuterà ad avere prestazioni migliori...ma forse no! L’obiettivo è un altro, mettere al centro la persona». Per questo, i cappellani come Ray non sono pagati dagli atleti: le attività di Athletes in Action sono finanziate da donazioni, contributi delle Chiese e di altre istituzioni, proprio per sottolineare che «gli atleti non ci devono niente». Il primo passo, tante volte, è superare un pregiudizio: «Molti atleti», dice Ray, «credono di non essere abbastanza bravi per Dio. Da giovanissimi hanno scelto di puntare tutto sullo sport, forse a volte gli stessi amici o le guide delle comunità credenti li hanno fatti sentire in colpa: frasi come “Non ti vediamo più...”, oppure “Devi scegliere, Dio o lo sport”. Per questo pensano che il discorso con la fede dovrà essere riaperto solo a fine carriera. Ma questo è un grande errore». E proprio i Giochi Olimpici rappresentano un’occasione anche per far risuonare senza paure le domande di fede e ricerca spirituale che anche gli atleti, come tutti, portano dentro sé stessi.

    CHIESE IN DIRETTA, domenica 28 luglio alle 8.30 su RSI RETE UNO

    Domenica 28 luglio alle 8.30 su RSI ReteUno a Chiese in diretta va in onda la puntata "Parigi 2024, la fede degli sportivi", di Gioele Anni. "Com’è la vita di un atleta credente durante le Olimpiadi? In che modo gli atleti vivono la loro fede?". Intervengono Sandrine Ray e don Gionatan De Marco, sacerdote italiano, per cinque anni cappellano della nazionale olimpica.

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