di Cristina Vonzun
Anche il Papa è intervenuto al WEF di Davos con a tema l’Intelligenza (umana e artificiale, nella complessa ricerca di un equilibrio tra le due). Sicuramente la parola papale portata al WEF dal delegato vaticano, il cardinale Turkson, anche se meno rumorosa di quella di Trump, è stata tuttavia eticamente pungente: in un mondo dove tutti ormai siamo connessi, dove noi stessi, con le nostre preferenze e il nostro stile di vita siamo un insieme di dati noti e conosciuti a google, alle piattaforme social, a paypal e amazon i cui grandi capi hanno fatto in questi giorni da cornice al nuovo presidente degli Stati Uniti, una sana riflessione che aiuta a non perdere di vista sia i tanti vantaggi del mondo digitale, dalla rapidità nella ricerca delle informazioni, alla condivisione delle stesse, sia i rischi, ci sta. Il Papa, che nulla nega di quanto di buono esiste in questo campo, a Davos si è permesso anche di sottolineare un aspetto problematico: il pericolo di assumere come unico paradigma quello tecnocratico che considera buono solo ciò che risponde ai criteri tecnici come fattibilità e efficienza. «All’interno di questo paradigma, - avverte il Papa - la dignità umana e la fraternità sono spesso subordinate alla ricerca dell’efficienza, come se la realtà, la bontà e la verità emanassero intrinsecamente dal potere tecnologico ed economico. Ma la dignità umana non deve mai essere violata per amore dell’efficienza». È il rischio di un mondo senza anima, dove gli umani a furia di rincorrere la tecnica per la tecnica, l’efficienza per l’efficienza, perdono se stessi per assomigliare sempre di più alle macchine che hanno progettato. Un’allerta rivolta a tutti, in primis forse proprio ai potenti.
leggi: le parole del papa al WEF
Dopo più di vent’anni di silenzio, l’ex novizio dell’abbazia di Saint-Maurice, coinvolto in una relazione omosessuale con il canonico Roland Jaquenoud, ha raccontato la sua versione dei fatti in un’intervista concessa a Le Temps. La replica di Jaquenoud
Secondo un sondaggio commissionato dalla Chiesa cattolica a Zurigo ad una agenzia specializzata, un quarto dei cattolici locali ha pensato di lasciare la Chiesa. Il peso dello scandalo degli abusi e della loro copertura pesa insieme alla non condivisione di alcune posizioni etiche della Chiesa.
1,4 milioni di persone in Svizzera sono indigenti o a rischio povertà. Questo emerge dalle cifre pubblicate dall’Ufficio federale di statistica. Il 16,1% della popolazione non dispone di uno spazio di manovra finanziario per assorbire i crescenti costi di affitti e casse malati.