È stata una donna, Helena Jeppesen-Spuhler, già delegata svizzera all’assemblea sinodale di Praga, a prendere parte in rappresentanza dei laici, a Roma, alla conferenza stampa del 20 giugno 2023 di presentazione dell’Instrumentum laboris (IL), il documento di lavoro per il prossimo Sinodo 2023-2024, un testo che riassume e rielabora sia i temi emersi dalle assemblee sinodali continentali svolte nei mesi scorsi in vista della prossima assemblea sinodale a Roma che sarà nell’ottobre 2023, sia spunti provenienti dalle Chiese locali. “Per noi, come cristiani cattolici in Svizzera,- ha sottolineato Helena Jeppesen-Spuhler nel suo intervento alla conferenza stampa in Vaticano, è importante entrare in dialogo con i delegati dei vari Paesi e continenti nella prossima fase di che si terrà a Roma in ottobre e imparare come - attraverso l'opera dello Spirito Santo nuove modalità di partecipazione sinodale sono già state sviluppate e possono essere ulteriormente sviluppate”. Interessante è stato l’ascolto dedicato a Roma proprio dell’esperienza sinodale della Chiesa in Svizzera, frutto di un lungo cammino anche storico che in parte è influenzato anche dal modo svizzero di intendere le strutture politiche (sussidiarie dal basso), attraversa i fondamenti del federalismo e incontra l’essenza della Chiesa cattolica emersa e rilanciata dal Concilio Vaticano II. “Il modo in cui noi in Svizzera ci stiamo preparando al Sinodo di ottobre – ha infatti spiegato Helena Jeppesen-Spuhler - può essere compreso soltanto se prendiamo atto del fatto che diversi elementi sinodali sono già stati sviluppati nel nostro Paese a partire dal Concilio Vaticano II. Questo testimonia il fatto che abbiamo già avuto buone esperienze con una Chiesa più sinodale, nel senso del principio della Chiesa primitiva: "Ciò che riguarda tutti deve essere considerato e approvato da tutti". Per una Chiesa di questo tipo, tutti sono responsabili, cioè l'intero popolo di Dio nel suo insieme e non solo i vescovi e il clero”.
Esempi di sinodalità in atto
La Jeppesen-Spuhler ha offerto alcuni esempi: "in ambito finanziario-amministrativo, in molte parti della Chiesa in Svizzera tutti sono responsabili, hanno voce in capitolo e sono coinvolti nelle decisioni. A livello parrocchiale ci sono le assemblee parrocchiali, le parrocchie inviano delegati alle assemblee cantonali, che si chiamano "sinodi" e il livello cantonale invia dei delegati al livello nazionale di presa di decisioni. Questa struttura è stata sviluppata in base al contesto culturale e politico svizzero e non è uguale in tutte le parti della Svizzera”. Se questo accade sul piano amministrativo, Helena Jeppesen ha poi affrontato il piano pastorale: “Dopo il Concilio, è stata sollevata anche la questione della responsabilità pastorale condivisa. Nei consigli pastorali eletti dal popolo di Dio nel suo complesso, le consultazioni sulle priorità e sulle necessità pastorali, soprattutto a livello parrocchiale, vengono fatte insieme e l'attuazione viene realizzata di conseguenza. Tali processi partecipativi sono particolarmente significativi anche per i giovani cattolici e le donne cattoliche e le organizzazioni femminili cattoliche, che non solo hanno la loro sfera di formazione e di responsabilità nelle loro associazioni, ma hanno anche un impatto sulle parrocchie, sulle comunità e sulla Chiesa a livello cantonale, diocesano e nazionale. Queste poche testimonianze dimostrano che la Chiesa in Svizzera è già in un cammino sinodale”. In una Chiesa dove le parole partecipazione e condivisione di responsabilità sono pane quotidiano, diventa quindi naturale una discussione sui contenuti dell’IL in preparazione del Sinodo.
In Svizzera verso l'assemblea sinodale dei giovani
La Jeppesen-Spuhler ha quindi indicato alcune tappe prossime: i giovani, ad esempio, terranno un'assemblea, una sorta di piccolo "pre-sinodo" nazionale, a settembre mentre l’lL sarà discussa anche dalle organizzazioni femminili, da alcuni consigli diocesani, dai 14 delegati di Praga, dai consigli nazionali e diocesani con i gruppi sinodali nazionali e diocesani e all'interno della Conferenza episcopale. Il frutto delle diverse discussioni sarà riassunto per i delegati svizzeri al Sinodo di Roma nell'ottobre 2023, "in modo che possano testimoniare il processo sinodale svizzero" perché è importante che “i delegati svizzeri ascoltino attentamente le voci della porzione di popolo di Dio a cui appartengono”. Nella discussione successiva che si è svolta nell'aula della conferenza stampa con i giornalisti, la rappresentante elvetica ha sottolineato, in particolare, l'importanza riservata nel cammino sinodale mondiale ad una riflessione sul ruolo della donna, portando anche degli esempi concreti di coinvolgimento della donna nelle strutture della Chiesa in Svizzera.
red
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