La nuova iniziativa per multinazionali responsabili è stata depositata dagli iniziatori presso la Cancelleria federale il 27 maggio 2025, con 287’164 firme. Un successo dovuto in particolare all’impegno di quasi 10’000 volontari, sottolinea il comitato promotore.
Lanciato lo scorso gennaio da una coalizione di oltre 90 organizzazioni, tra cui le opere caritative cattoliche Azione Quaresimale e Caritas Svizzera, il testo chiede che vengano introdotte in Svizzera regole vincolanti per obbligare le multinazionali svizzere a rispettare i diritti umani e le norme ambientali.
Una prima iniziativa in tal senso era fallita in votazione popolare nel novembre 2020. Era stata accettata dalla maggioranza dei votanti svizzeri (50,7%), ma non aveva ottenuto la maggioranza obbligatoria dei cantoni.
L’Europa fa meglio della Svizzera
Gli oppositori di quella prima iniziativa, tra cui l’allora ministra della Giustizia Karin Keller-Sutter, avevano affermato che la Svizzera non doveva procedere da sola, ma agire in modo coordinato con l’Europa. Da allora, diversi paesi europei, tra cui Germania e Norvegia, hanno introdotto leggi sulla responsabilità delle multinazionali. L’Unione europea, inoltre, ha adottato una direttiva sul dovere di diligenza nella primavera del 2024, su iniziativa degli eurodeputati. Questi ultimi avevano approvato a larga maggioranza nel giugno 2023 il progetto di direttiva che obbliga le multinazionali a identificare, prevenire e porre fine o attenuare l’impatto negativo delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente. E ciò lungo l’intera catena di approvvigionamento.
Questa decisione del Parlamento europeo era stata accolta con favore dal comitato della Coalizione per multinazionali responsabili, che aveva allora sottolineato il ritardo della Svizzera in materia.
La nuova iniziativa appena depositata a Berna si ispira alle regole adottate dall’Unione europea. Esse si applicano alle multinazionali a partire da 1000 dipendenti e 450 milioni di franchi di fatturato. Prevede, tra l’altro, che le persone colpite da violazioni dei diritti umani possano chiedere risarcimento davanti a un tribunale svizzero. Inoltre, devono poter essere effettuati controlli casuali per garantire il rispetto degli obblighi.
(cath.ch/com/arch/lb/traduzione catt.ch)