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  • L'investitura di Donald Trump: una dimensione religiosa insolita

    L'investitura di Donald Trump: una dimensione religiosa insolita

    Donald Trump è stato investito il 20 gennaio 2025 come 47° presidente degli Stati Uniti. Una cerimonia che, come di consueto, comprende una significativa dimensione religiosa, ma che questa volta si è svolta in modo leggermente diverso.

    Tradizionalmente, i festeggiamenti per l’investitura del presidente americano includono due grandi eventi religiosi. Il primo è un servizio che si tiene presso la chiesa di San Giovanni, accanto alla Casa Bianca. Si tratta di una chiesa episcopale, ovvero la denominazione americana della Chiesa anglicana. Solitamente, si svolge anche un altro servizio religioso il giorno successivo presso la cattedrale nazionale di Washington, anch’essa episcopale.

    Nessuna predica

    Quest’anno, tuttavia, questi due eventi hanno subito alcuni cambiamenti significativi. La chiesa di San Giovanni ha deciso di rinunciare a qualsiasi predicazione, limitando il servizio a canti e preghiere, come spiegato al media americano WUNC da Jack Jenkins di Religion News Service (RNS). Uno degli obiettivi era garantire che il servizio fosse "non partigiano", afferma il giornalista. Durante l’investitura del 2016, un sostenitore di Donald Trump aveva pronunciato un sermone a favore del muro di confine, generando polemiche.

    Per quanto riguarda il servizio del 21 gennaio, presso la cattedrale nazionale di Washington, il presidente non ha avuto il diritto di scegliere il predicatore. Sarà infatti il vescovo locale Mariann Budde, che in passato ha criticato Donald Trump. "È evidente che queste chiese – entrambe episcopali – non vogliono che i loro spazi siano usati come piattaforme per il messaggio di Trump", commenta Jack Jenkins.

    Preghiere di alleati e sostenitori

    Nonostante ciò, il presidente entrante ha potuto scegliere le personalità religiose incaricate di pronunciare le preghiere inaugurali, tradizionalmente interreligiose. Si tratta di "sostenitori di lunga data di Trump e di alcuni dei suoi nuovi alleati", osserva il giornalista. Due di queste figure sono volti noti, come il cardinale cattolico Timothy Dolan e il reverendo Franklin Graham, entrambi presenti anche durante la prima investitura di Donald Trump. "In un certo senso, rappresentano gli evangelici conservatori e i cattolici che sostengono Trump da tempo."

    Due personalità del Michigan, uno stato in cui Donald Trump ha combattuto duramente per vincere, partecipano anch’esse alla cerimonia. Il primo è il pastore Lorenzo Sewell, un evangelico nero di Detroit. L’altro è l’imam Husham Al-Husainy, leader del centro islamico Karbala a Dearborn, una città con una forte popolazione musulmana e arabo-americana che Trump ha conquistato in modo sorprendente. Il rabbino Ari Berman, appartenente alla comunità ortodossa, rappresenterà il giudaismo.

    Martin Luther King contro Trump

    Il fatto che il 20 gennaio coincida con la "giornata di Martin Luther King" cambia ulteriormente il contesto. I progressisti religiosi in generale e i protestanti neri in particolare, che non sostengono Donald Trump, colgono l’occasione per celebrare l’eredità di Martin Luther King. Mentre il nuovo presidente presta giuramento a Washington, alcune organizzazioni cristiane a lui contrarie propongono varie azioni simboliche come marce o sermoni, ispirati al pensiero di Martin Luther King.

    Due Bibbie per il presidente

    Un altro aspetto religioso leggermente modificato nel 2025 è il giuramento del nuovo presidente sulla Bibbia. Donald Trump poserà le mani non su una, ma su due Bibbie durante la cerimonia di prestazione di giuramento, momento culminante dell’investitura, come riportato da Fox News.

    Il newyorkese utilizzerà la sua Bibbia personale, donatagli dalla madre nel 1955 per celebrare la fine degli studi primari alla First Presbyterian Church di Jamaica, nello stato di New York. Oltre a questa Bibbia "sentimentale", il nuovo presidente presterà giuramento sulla Bibbia di Lincoln, usata per la prima volta nel 1861 durante la prestazione di giuramento del 16° presidente degli Stati Uniti.

    Il Papa scrive a Trump

    Messaggio di Francesco al quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti in occasione del suo insediamento: “È mia speranza che sotto la sua guida il popolo americano si sforzi sempre di costruire una società più giusta, dove non ci sia spazio per odio, discriminazione o esclusione”.

    “Ispirato dagli ideali della Nazione, terra di opportunità e di accoglienza per tutti, spero che sotto la sua guida il popolo americano prosperi e si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta, in cui non ci sia spazio per l'odio, la discriminazione o l’esclusione”. È l’augurio che Papa Francesco invia in un messaggio a Donald Trump nell’Inauguration Day.

    Nel messaggio Francesco invia il suo saluto e assicura le sue preghiere perché conceda al neo presidente “saggezza, forza e protezione nell'esercizio delle sue alte funzioni”. Guardando poi alle “numerose sfide” che la famiglia umana si trova oggi ad affrontare, in primo luogo “il flagello della guerra”, il Papa chiede “a Dio – scrive - di guidare i suoi sforzi nella promozione della pace e della riconciliazione tra i popoli”.

    (cath.ch/wunc/ag/arch/rz/ traduzione e adattamento catt.ch)

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