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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (6 settembre 2025)
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  • «Nella vita siate sempre felici», l’eredità della piccola Melissa

    di Silvia Guggiari

    Incontriamo la famiglia Fico nella casa di Lamone, in quell’appartamento che ha visto crescere Melissa e che ha continuato ad accoglierla ogni volta che tornava dopo i lunghi ricoveri, e in cui ancora oggi si respira la sua presenza viva. Tutto parla di lei, i quadri, le foto, la sua camera. Ad accoglierci mamma Morena, papa Eugenio e la sorella maggiore Jennifer. È la prima volta che raccontano alla stampa della loro bambina scomparsa nel luglio 2024 a 11 anni a causa di un tumore al cervello; l’emozione è tanta e i sorrisi che ci hanno accolto sulla porta si trasformano presto in un fiume di lacrime. “Melissa era una bambina speciale, non perché era nostra figlia”, ci confida il padre “ma perché nei mesi di grande sofferenza ha saputo donare forza e serenità a tutti, senza lamentarsi mai del dolore che provava. Sapeva che doveva morire, eppure ha continuato a lottare e a mostrarsi sorridente. “Nella vita bisogna sempre essere felici perché quando vedo le persone con il sorriso me lo strappano anche a me” ci ha detto un giorno e questo è per noi, ma anche per tanti altri, l’insegnamento più grande che ci ha lasciato”.

    La malattia e le cure

    È un racconto interrotto spesso dalla commozione quello di mamma Morena e papà Eugenio che insieme ripercorrono tutta la vicenda: “ci siamo accorti che Melissa aveva un leggero tremolio alla mano. Siamo andati a Bellinzona per una visita neurologica, dopo qualche giorno ci hanno dato appuntamento per una risonanza e nel giro di qualche ora ci siamo trovati all’ospedale di Zurigo con la diagnosi di un glioma al quarto stadio, un aggressivo tumore che aveva invaso la zona mediana del cranio”. È il 21 ottobre 2022; per la famiglia iniziano mesi di calvario tra la casa di Lamone, i controlli all’ospedale di Bellinzona e i lunghi ricoveri all’ospedale di Zurigo dove la piccola viene sottoposta a cinque interventi alla testa per cercare di asportare la grossa massa tumorale e dove intraprende diverse cure molto debilitanti: niente di tutto questo ha l’effetto sperato, il tumore viene ridotto, ma le speranze di sopravvivenza restano comunque minime. I genitori decidono così, terminata la radioterapia, di accettare la proposta di far rientrare Melissa in uno studio sperimentale proveniente dall’America: “probabilmente non funzionerà su Melissa”, si dicono Eugenio e Morena, “ma potremo dare una mano alla medicina e magari salvare la vita di altri bambini”. A febbraio 2023 inizia la cura a Zurigo ma a fine giugno gli effetti collaterali sono talmente devastanti che Melissa rischia di morire. I sensi di colpa dei genitori sono enormi: “ci sembrava di aver firmato la sua condanna a morte”. La piccola viene curata con antibiotici per settimane e riesce a recuperare. Per qualche mese i medici bloccano qualsiasi cura; Melissa riesce a riprendersi e a vivere giornate belle e piene di amore con la sua famiglia: al mare in Calabria, in gita a Livigno, a San Giovanni Rotondo da Padre Pio in Puglia.

    Il 12 febbraio Melissa festeggia il suo ultimo compleanno: nonostante i suoi 11 anni la ragazza è consapevole del suo destino e con i genitori decide di fare una grande festa: “era vestita da farfalla perché si sentiva libera e felice e come una farfalla era pronta a volare via”. In primavera il tumore si risveglia, ormai non c’è più nulla da fare: Melissa vive le ultime settimane nell’amore dei suoi cari e tra le loro braccia muore nella notte del 29 luglio.

    Il percorso di fede

    Nei lunghi mesi della malattia, la giovane vive un intenso percorso di fede che inizia nel Canton Argovia, dove Melissa rimane più di un mese per fare una particolare radioterapia: qui la famiglia rincontra un prete che in passato, dopo il parto di Melissa, aveva aiutato Morena ad uscire da una brutta depressione. Il sacerdote benedice la bambina e le dona una coroncina di San Faustina, una Santa che tornerà spesso con diversi segni a sostenere la sofferenza della piccola e quella dei suoi genitori.

    Mamma Morena è assillata da domande esistenziali alle quali non riesce a trovare risposta: “Perché me l’hai data per nove anni se adesso te la vuoi prendere?”, chiedeva continuamente a Dio. E la risposta arriva direttamente da Melissa che un giorno le dice che se fosse morta avrebbe ringraziato Dio per gli anni vissuti su questa terra. “È stata una risposta che mi sconvolse così tanto che iniziai a cercare consolazione tra i sacerdoti”. È in questa circostanza che la famiglia conosce don Emanuele di Marco – don Ema – che diventa presto amico confidente di Melissa che la accompagna nell’ultimo tratto del suo cammino terreno, le porta l’eucarestia a Zurigo, accoglie le sue confidenze più intime “divenendo amico fraterno ancora prima che sacerdote”. Una figura importante in questi mesi come lo è stata anche quella della catechista Patrizia.

    Poche settimane prima di morire, Melissa si reca ad Assisi dove prega sulla tomba di Carlo Acutis e chiede “perdono per il male che c’è al mondo”. Negli ultimi mesi, più volte Melissa dice di vedere Gesù e pochi giorni prima di morire, seduta in poltrona, confida alla mamma il desiderio di andare da Lui.

    “La sua vita è stato un miracolo”, confida il papà. “Ci ha insegnato tanto la piccola grande Melissa. La forza e la speranza che abbiamo noi ogni giorno per continuare ce le dà lei: la sentiamo sempre, ci dà tanti segnali, ci dà risposte quando ne abbiamo bisogno; ci sostiene ogni istante ed è presente in tutto quello che facciamo”.

    Domenica 7 settembre, la famiglia Fico parteciperà al Giubileo diocesano delle famiglie in lutto con mons. Alain de Raemy, alle 15 all’Angolo Incontro a Giubiasco.

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