L'omaggio a papa Francesco è proseguito tutta la notte e ripreso questa mattina nella Basilica di San Pietro. Le lunghe file si sono protratte fino alle 5.30, quando la Basilica è stata chiusa brevemente per riaprire alle 7. Dalle 11 di mercoledì, quasi ventimila fedeli hanno reso omaggio al Pontefice, creando una fila talmente lunga da richiedere l'estensione dell'orario oltre la mezzanotte prevista. L'omaggio continuerà fino alle 19 di venerdì; alle 20 seguirà la chiusura della bara con una cerimonia presieduta dal cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo della Chiesa. I funerali si terranno sabato 26 aprile alle 10 in piazza San Pietro.
Questa mattina alle 9 è iniziata la cerimonia di traslazione della salma dalla cappella della Casa Santa Marta, dove Francesco era stato vegliato dalla sera di lunedì. Già dalle 7.30, molti fedeli si erano radunati in piazza San Pietro. Il rito, guidato dal cardinale Farrell, ha avuto inizio con una preghiera nella cappella, seguita dalla processione che ha attraversato piazza San Pietro tra applausi e canti dei salmi. La bara aperta, accompagnata da penitenzieri e alabardieri della Guardia Svizzera, ha percorso il tragitto fino alla Basilica.
Il feretro, rivestito con paramenti rossi, mitria bianca e rosario tra le mani, è stato adagiato davanti alla tomba di san Pietro su una semplice pedana inclinata, secondo la volontà di semplificazione espressa da Bergoglio. È seguita una liturgia della Parola con letture, preghiere e il canto del Padre Nostro. Presenti circa ottanta cardinali, tra cui Pietro Parolin, Giovanni Battista Re, Reinhard Marx, Luis Antonio Tagle, Tarcisio Bertone, Angelo Becciu, Gianfranco Ravasi e Camillo Ruini.
Tra i fedeli, nelle prime file, c'erano anche i membri della famiglia pontificia: i tre segretari Juan Cruz Villalon, Manuel Pellizzon e Fabio Salerno, l’infermiere Massimiliano Strappetti e gli aiutanti di camera Piergiorgio Zanetti e Daniele Cherubini. Al termine del rito, suor Genevieve Jeanningros, religiosa amica del Papa, si è fermata in preghiera silenziosa davanti al feretro.
La congregazione dei cardinali e i novendiali
Ieri, 23 aprile, si è tenuta la seconda congregazione generale dei cardinali presenti a Roma, con 103 partecipanti. La riunione, durata un'ora e mezza, riprenderà questa mattina alle 9. Intanto, a Santa Maria Maggiore, fino a venerdì si terrà la recita del Rosario per il Papa, oggi e domani sul sagrato, dopodomani all'interno della Basilica.
È stato deciso anche il calendario dei novendiali, nove giorni consecutivi di messe speciali per il Papa defunto, a partire dalla messa esequiale sabato prossimo. Ogni giorno sarà dedicato a un diverso gruppo legato al pontefice, evidenziando così l'universalità del suo ministero. Tra le celebrazioni principali: domenica 27 aprile i dipendenti e fedeli della Città del Vaticano con il cardinale Parolin; il 28 aprile la Chiesa di Roma (Baldo Reina); il 29 i Capitoli delle Basiliche Papali (Gambetti); il 30 la Cappella Papale (Sandri); il 1° maggio la Curia Romana (Farrell); il 2 le Chiese Orientali (Gugerotti); il 3 i religiosi e religiose (Fernández Artime) e il 4 maggio ancora la Cappella Papale (Mamberti).
Preghiere, lacrime e applausi: le spoglie di Francesco traslate a San Pietro
Mercoledì 23 aprile, dopo un momento di preghiera a Santa Marta presieduto dal cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa, alle 9 la salma del Pontefice è stata traslata dalla Cappella della Casa Santa Marta alla Basilica di San Pietro. La processione ha attraversato piazza Santa Marta, piazza dei Protomartiri Romani, dall'Arco delle Campane uscirà in piazza San Pietro e da lì è entrata nella Basilica Vaticana attraverso la porta centrale.
All'altare della Confessione il cardinale camerlengo ha presieduto la Liturgia della Parola, al termine della quale, dalle ore 11, era possibile visitare la salma di papa Francesco.
La Basilica di San Pietro resterà aperta per l'omaggio dei fedeli da mercoledì a venerdì. Mercoledì 23 aprile, dalle 11 alle 24; giovedì 24 aprile dalle 7 alle 24 e venerdì 25 aprile dalle 7 alle 19.
Sabato 26 aprile alle 10 le esequie in piazza San Pietro presiedute dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. Al termine della celebrazione eucaristica avranno luogo l’ultima commendatio e la valedictio. Poi il feretro del Romano Pontefice sarà riportato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione.
Le ultime ore di vita di Papa Francesco
Papa Francesco è deceduto per ictus, a cui è seguito il coma ed un arresto cardiocircolatorio irreversibile. E’ quanto si legge nella denuncia di morte del Papa - morto a Santa Marta alle ore 7.35 di lunedì 21 aprile - redatta dal professor Andrea Arcangeli, Direttore della Direzione di Sanità ed Igiene dello Stato della Città del Vaticano.
Francesco dopo la presenza alla benedizione Urbi et Orbi di Pasqua e il saluto in papamobile ai fedeli in Piazza San Pietro ha riposato nel pomeriggio di domenica di Pasqua e ha trascorso una cena tranquilla. Intorno alle 5.30 del mattino di lunedì 21 aprile - come rende noto vaticannews - le prime avvisaglie del malore, con il pronto intervento di chi vegliava su di lui. Più di un’ora dopo, fatto un gesto di saluto con la mano a Strappetti, sdraiato sul letto del suo appartamento al secondo piano di Casa Santa Marta, il Pontefice è entrato in coma. Non ha sofferto, è avvenuto tutto rapidamente, racconta chi gli era accanto in quegli ultimi momenti. Una morte discreta, quasi improvvisa, senza lunghe attese e troppi clamori per un Papa che sulle sue condizioni di salute ha avuto sempre grande riserbo. Una morte avvenuta il giorno dopo la Pasqua, il giorno dopo aver benedetto la città e il mondo, il giorno dopo aver di nuovo, dopo tanto tempo, abbracciato il popolo. Quello a cui sin dai primi istanti della sua elezione, il 13 marzo 2013, aveva promesso un cammino “insieme”.
Il ringraziamento per l’ultimo giro in papamobile
“Grazie per avermi riportato in Piazza”. Tra le ultime parole di Papa Francesco, rende noto vaticannews, c’è il ringraziamento a chi in questo tempo di malattia, ma già molto prima, ha vegliato sui di lui senza sosta: Massimiliano Strappetti, l’infermiere che – come disse una volta – gli salvò la vita suggerendogli l’operazione al colon e che il Pontefice ha poi nominato nel 2022 suo assistente sanitario personale. Al suo fianco per tutti e 38 i giorni di ricovero al Policlinico Gemelli e ventiquattr’ore su ventiquattro durante la convalescenza a Casa Santa Marta, Strappetti era con il Papa la domenica di Pasqua, durante l’Urbi et Orbi. Il giorno prima si erano recati nella Basilica di San Pietro per rivedere il “percorso” da fare il giorno dopo quando Francesco si sarebbe poi affacciato dalla Loggia delle Benedizioni.
L'abbraccio alla folla
E dopo quel momento, domenica mattina, sul balcone al cuore della facciata della Basilica vaticana, quando i fedeli dagli iniziali 35 mila erano divenuti già 50 mila, il Papa ha voluto fare un’ultima, significativa, sorpresa recandosi in Piazza San Pietro per un giro in papamobile. Non senza qualche lieve iniziale timore: “Credi che possa farlo?”, ha chiesto a Strappetti che lo ha rassicurato. Da lì l’abbraccio alla folla e in particolare ai bambini: il primo giro dopo le dimissioni dal Gemelli, l’ultimo della sua vita.
Stanco ma contento, il Papa ha ringraziato il suo assistente sanitario personale: “Grazie per avermi riportato in Piazza”. Parole che rivelano la necessità per il Pontefice argentino - che del contatto umano diretto ha fatto la cifra del suo pontificato - di tornare in mezzo alla gente.

Papa Francesco, il testamento spirituale
La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato lunedì sera anche il testamento del Santo Padre, redatto il 29 giugno 2022.
Miserando atque Eligendo
Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.
Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura.
La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore.
Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura.
Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato.
Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus.
Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano.
Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli.
Santa Marta, 29 giugno 2022
FRANCESCO
agenzie/red