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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (10 settembre 2025)
CATT
  • Un prete COMMENTO

    Popolo di Dio - Sacerdote: una crisi è solo un fallimento?

    di don Marcin Krzemień*

    Popolo di Dio - Sacerdote: una crisi è solo un fallimento? Nell’ultima riflessione (vedi catt.ch del 24.06.2025 e sotto) ho toccato l’argomento dell’identità sacerdotale. Vorrei continuare a riflettere ancora con voi su questo tema, in modo particolare affrontare il fenomeno della crisi, che può influire non solo sull’identità sacerdotale, ma anche sull’esistenza della persona. Subito una premessa, qui parliamo in riferimento al ministero sacerdotale, ma a dire la verità, per analogia, il tema della crisi potrebbe essere considerato anche nella vita della coppia e nelle altre forme dell’attività professionale. In generale, una crisi non è un fenomeno nuovo e può avere diverse sfaccettature e varie ragioni.

    La Chiesa ha sempre portato dentro di sé “il mistero della debolezza” dei suoi pastori.

    Per esempio, il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro, passando per il crollo del profeta Elia nel deserto, fino alle lamentazioni di Geremia stanco della sua missione. Persino grandi santi hanno spesso sperimentato l’oscurità spirituale nel cammino della purificazione del loro cuore. Questi esempi biblici e storici ci ricordano che la grazia della vocazione è custodita nei fragili vasi umani. Dio sceglie persone deboli per rivelare in loro la Sua potenza. Come ci ricorda San Paolo: la potenza si manifesta pienamente nella debolezza (2 Cor 12,9). Però, nello stesso tempo, la natura della grazia non sopprime, non annulla la libertà umana (San Tommaso d’Aquino disse che la grazia presuppone la natura e la perfeziona). Quindi un sacerdote, nonostante la grazia del sacramento dell’ordinazione presbiterale, rimane comunque un essere umano in lotta con la sua condizione umana e bisognoso di conversione.

    Infatti la Chiesa sottolinea che la presenza di Cristo nel ministero sacerdotale non significa automaticamente che il sacerdote sia esonerato dalle debolezze o dagli errori, né tantomeno lo rende talmente forte da non cadere. Al contrario, ogni sacerdote deve aprirsi ogni giorno di nuovo alla grazia e collaborare con essa, affinché con umiltà possa superare i propri limiti. Quindi sembra chiaro che il cammino della vita sacerdotale è un cammino di costante purificazione: dall’orgoglio, dall’egoismo, dall’illusione della propria perfezione.

    È proprio in questo cammino di conversione che il Signore trasforma le cadute in virtù di umiltà e le crisi in un’opportunità di una più profonda unione con sé.

    Cosa si può intendere per crisi?

    C’è subito da sottolineare che una crisi del sacerdozio non è semplicemente un insieme di cadute morali o momentanei crolli da parte di un singolo prete. Assolutamente no! È una questione più profonda e complessa. Le sue radici si trovano e si intrecciano nella parte più intima del cuore di un sacerdote: della sua identità, della sua spiritualità e della vita comunitaria.

    Perciò una crisi spesso non ha una causa unica e si può manifestare a vari livelli – spirituale, emotivo, psicologico e comunitario.

    Le sue conseguenze potrebbero essere diffuse e uscire fuori, ma a volte rimanere nascoste, ma in entrambi i casi, essere realmente presenti. Per questa ragione, in un discernimento onesto di questa realtà, occorre tener presente il quadro generale, cioè bisogna prendere in considerazione non solo le debolezze dei singoli preti, ma anche i meccanismi sistemici, formativi e spirituali che contribuiscono alle ferite. Non c’è dubbio che abbiamo urgentemente bisogno di uno sguardo sincero alla realtà, senza giudicare nessuno, per poter percepire in quante diverse situazioni una crisi si manifesta. Perché, in verità, essa non ha preferenze di età, di anni di sacerdozio, dei ruoli o delle esperienze vissute. Può toccare a ciascuno! Può colpire sia un sacerdote giovane, che dopo l’ordinazione può sperimentare un vuoto e una confusione interiore, sia coloro che dopo anni di ministero hanno perso un legame vivo con Dio, con se stessi e con la comunità. Alcuni sperimentano una crisi palese, che si evidenzia con problemi emotivi o anche dipendenze. Altri – purtroppo molto più numerosi – portano dentro di sé una crisi nascosta, mascherata da correttezza esteriore, attivismo pastorale o intellettualismo che li protegge dalla verità. Insomma, potremmo dire, i loro cuori si svuotano, anche se le loro mani rimangono impegnate nel fare.

    Un’altra caratteristica da tener presente è che una crisi non è il risultato di un singolo errore, ma piuttosto il risultato di un allontanamento prolungato dalla Fonte. Quindi, può capitare che un sacerdote può celebrare i sacramenti quotidianamente, predicare la Parola di Dio e eseguire tutti i suoi doveri, ma nello stesso tempo ritirarsi sempre di più nella solitudine, nella paura e nell’esaurimento spirituale. Rimanendo così si può arrivare fino a un punto tale in cui una crisi appare non solo come una sofferenza, ma peggio ancora come una tentazione di nascondersi, di isolarsi, di sopravvivere nell’illusione di autosufficienza.

    C’è da ricordare sempre, come ce lo dicono i santi, che la crisi arriva silenziosamente, non come una tempesta, ma come una disintegrazione spirituale che, col tempo, sgretola persino le fondamenta dell’identità.

    Non trattare la crisi solo come fallimento

    Ecco perché, credo che sia importante non trattarla solo come un fallimento.

    Perché, in realtà, essa è innanzitutto il grido del cuore, che esige guarigione, non condanna.

    E sebbene ogni caso sia diverso, il denominatore comune rimane lo stesso, cioè il desiderio di verità, di relazione, di una vita che possa tornare a essere una risposta all’amore di Dio. Vorrei concludere questa parte con una preghiera del citato san Tommaso d’Aquino: “Concedimi, ti prego, una volontà che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attenda con fiducia e una fiducia che alla fine giunga a possederti”.

    *sacerdote polacco nella Diocesi di Lugano

    Leggi anche:

    . Il sacerdote nel Popolo di Dio: crisi e rinascita dell’indentità

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