La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ) e la Chiesa protestante riformata svizzera (EKS) hanno firmato il 4 dicembre 2024 a Engelberg l'accordo di cooperazione per il centro di coordinamento ecumenico nazionale “Pastorale sanitaria”. Questo progetto pionieristico mira a intensificare la cooperazione ecumenica tra le Chiese e a garantire la loro presenza nel settore sanitario a livello nazionale. Il centro nazionale di coordinamento ecumenico sarà creato come piattaforma congiunta di EKS, RKZ e CVS per rappresentare gli interessi delle Chiese nel settore sanitario in modo mirato ed efficace, come si legge in un comunicato stampa.Portare il punto di vista delle Chiese Le decisioni di politica sanitaria vengono prese sempre più spesso a livello federale - uno sviluppo che spinge le Chiese ad adottare un approccio coordinato. L'obiettivo del centro di coordinamento è quello di incorporare tempestivamente le prospettive delle Chiese nelle strategie di politica sanitaria e di promuovere la cooperazione tra le Chiese, le autorità e le istituzioni. “Anche la nostra cura pastorale merita una forte rappresentanza nazionale. Con l'ufficio di coordinamento, stiamo creando una voce comune per rappresentare efficacemente le preoccupazioni delle Chiese nel settore sanitario a livello nazionale e per adempiere alla nostra responsabilità per le persone in situazioni di vita difficili”, ha sottolineato il vescovo di San Gallo Markus Büchel. L'attenzione si concentra su temi quali la demenza, le cure palliative, l'assistenza spirituale e la protezione dei dati.Ancoraggio strutturale e compiti Il centro di coordinamento sarà fondato come una associazione semplice in cui le tre organizzazioni promotrici sono rappresentate in modo paritario. Un comitato direttivo sarà responsabile della gestione strategica, mentre una persona o un team incaricato si occuperà del lavoro operativo. Roland Loos, presidente della RKZ, sottolinea il valore dell'impegno ecumenico: “La creazione dell'ufficio di coordinamento nazionale è un segno forte della forza della cooperazione ecumenica. Insieme possiamo rafforzare la presenza della pastorale ecclesiale”. Il progetto, sviluppato attraverso un processo partecipativo, sottolinea l'importanza della cooperazione ecumenica. La diversità delle responsabilità cantonali e confessionali non solo viene rispettata, ma anche utilizzata come risorsa per soluzioni innovative. “La diversità delle responsabilità cantonali e confessionali è una grande forza che ci permette di sviluppare soluzioni innovative e sostenibili. Insieme, possiamo rispondere alle sfide dinamiche del settore sanitario e rafforzare ulteriormente la rilevanza sociale della pastorale”, spiega Rita Famos, presidente dell'EHL.Lancio nella primavera del 2025 Il centro di coordinamento inizierà il suo lavoro nella primavera del 2025. Il suo obiettivo è garantire che le voci delle Chiese siano ascoltate nei dibattiti sulla politica sanitaria e che la pastorale ecclesiastica continui a essere riconosciuta come parte indispensabile del sistema sanitario. (kath.ch/traduzione e adattamento redazionecatt)
Dopo più di vent’anni di silenzio, l’ex novizio dell’abbazia di Saint-Maurice, coinvolto in una relazione omosessuale con il canonico Roland Jaquenoud, ha raccontato la sua versione dei fatti in un’intervista concessa a Le Temps. La replica di Jaquenoud
Secondo un sondaggio commissionato dalla Chiesa cattolica a Zurigo ad una agenzia specializzata, un quarto dei cattolici locali ha pensato di lasciare la Chiesa. Il peso dello scandalo degli abusi e della loro copertura pesa insieme alla non condivisione di alcune posizioni etiche della Chiesa.
1,4 milioni di persone in Svizzera sono indigenti o a rischio povertà. Questo emerge dalle cifre pubblicate dall’Ufficio federale di statistica. Il 16,1% della popolazione non dispone di uno spazio di manovra finanziario per assorbire i crescenti costi di affitti e casse malati.