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  • Svizzera: si va verso un ufficio nazionale ecumenico per il coordinamento della cappellania sanitaria

    Svizzera: si va verso un ufficio nazionale ecumenico per il coordinamento della cappellania sanitaria

    Il 4 novembre 2024, il Sinodo della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (EERS) ha approvato la creazione di un “ufficio nazionale di coordinamento ecumenico per la cappellania sanitaria”. Questa struttura è un progetto ecumenico congiunto con la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) e la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ). Garantirà che le Chiese siano meglio collegate e supportate nel loro lavoro nel campo della salute. Il nuovo ufficio di coordinamento ha lo scopo di migliorare il collegamento in rete e il sostegno al lavoro delle Chiese nel settore sanitario, di rafforzare la rappresentanza dei loro interessi nei rapporti con le autorità e le istituzioni federali e di impegnarsi fortemente per migliorare le condizioni quadro per la cappellania nel settore sanitario. L'EERS fornirà un sostegno finanziario a questo servizio con un contributo annuale di 72.000 franchi.

    Controverso dibattito su autonomia e federalismo
    Durante il dibattito sinodale degli evangelici riformati è stata espressa la preoccupazione che il progetto rappresenti un potenziale pericolo per l'autonomia cantonale. È stato sottolineato che la struttura federalista del sistema sanitario svizzero deve essere rispettata e che la centralizzazione attraverso un ufficio di coordinamento ecumenico sarebbe controproducente. Inoltre, è stata messa in dubbio la necessità del centro di coordinamento ed è stato richiesto un rinvio per chiarire le questioni in sospeso. Tuttavia, alla fine del dibattito, il Sinodo riformato ha deciso di istituire il centro di coordinamento. La piattaforma incoraggia la collaborazione, pur preservando l'autonomia delle Chiese membro. "Dobbiamo fare la cosa giusta - e dobbiamo farla nel posto giusto”, afferma la presidente dell'EERS, pastora Rita Famos. La sana diffidenza verso la centralizzazione non deve impedire i processi che permettono alle Chiese di mantenere la loro capacità di azione e di diventare visibili”. Infine, la Famos ha invitato i membri del Sinodo a guardare al futuro “con fede e speranza”. (cath.ch/com/mp/traduzioneadattamentoredazionecatt)

    Maurice Page/treduzione e adattamento redazionecatt

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