Come ha riferito Tio, nei giorni scorsi c’è stata la triste scoperta che la croce posta a 3272 metri sulla seconda cima per altezza del Ticino, il libro in vetta e una piccola statua della Madonna erano state vandalizzate. Un gesto che ha sollevato interrogativi e per il quale è stata sporta denuncia contro ignoti. Dato che non è facile arrivare lassu, se non si è ben equipaggiati e pratici di montagna, questi “ignoti” sono sicuramente esperti alpinisti.
Fatto sta che il 26 agosto la Regione rende noto che alcuni soci della Sezione del Club alpino svizzero di Locarno vogliono collocare in vetta la croce e il libro, almeno entro la fine della stagione autunnale.
L’atto vandalico ha fatto male a molti, non solo amici della montagna e per forza non solo cristiani. Le croci in vetta hanno molti significati, e tra l’altro sono un utilissimo punto di riferimento ben visibile e facile da reperire, per aiutare il cammino degli escursionisti.
Quanto al gesto, va detto da una nostra indagine, che non sono mancati atti simili, negli scorsi anni e di recente, soprattutto in Piemonte. Per la precisione abbiamo trovato questi episodi che ricordano molto il vilipendio del Basodino - che oltretutto - per collocazione geografica - è vetta di confine con il Piemonte.
Per le montagne della Val d’Ossola, della Valsesia e del Biellese questa è un’estate di atti vandalici. Ne dà notizia il sito italiano montagna.tv che racconta di diverse azioni vandaliche analoghe, come denunciato dal raggruppamento sezioni Est Monterosa del CAI.
A inizio luglio 2025 il libro del Bivacco delle guide Beniamino Farello, situato nella zona delle Caldaie, all’Alpe Veglia, era stato bruciato. Un episodio analogo si è verificato anche sulla vetta del Pizzo Pioltone (2.612 m), in alta Valle Bognanco, dove il libro di vetta è stato completamente tagliuzzato ed è stata distrutta a colpi di pietra anche la cassetta in acciaio che lo conteneva.
In precedenza, anche la croce di vetta del Pizzo Tignaga (2.653 m), tra la Valle Anzasca e la Valsesia era stata presa di mira. In questo caso erano stati rimossi alcuni bulloni, compromettendo la stabilità della struttura.
Sul Monte Tagliaferro (2.964 m), tra la Valsesia e la Val Sermenza, la Madonnina è stata divelta, la lapide commemorativa è stata danneggiata e la custodia del libro di vetta resa inutilizzabile.
Un atto vandalico ha colpito anche la Madonnina del Monte Bo (2.071 m), la cima del Biellese sullo spartiacque tra la Valle Sessera e la Valle Cervo.
Scomparse a giugno nel biellese le croci sul Monticchio e sulla vetta del Mars, mentre nel mirino dei vandali è finita poco tempo dopo la lapide commemorativa di caduti di guerra sulla Rocca dell'Argimonia.
Atti analoghi vengono raccontati di recente in alta Valle Camonica. Il 16 agosto scorso ad essere vandalizzata è stata la cima del Pizzo Badile Camuno (2435 mt), nelle Alpi Retiche meridionali, in media Val Camonica: distrutta la croce di ferro e decapitata la statua della Madonnina. E anche un capitello, in memoria di un defunto della montagna, che sorge in località Volano, è stato asportato.
Tutti gesti di cui non si conoscono gli autori (se uno o diversi non si sa).
red/agenzie/fontigiornalistiche