di Giulia Elsa Lardelli-Sibilio, docente di Scuola Media (Biasca)
È vero che l’anno civile inizia a gennaio, ma per chi vive nella scuola è settembre il momento del nuovo inizio. Dopo la pausa estiva che è momento di riposo, di ricarica, di letture ma anche di bilanci, è il momento di una nuova partenza. Si ricomincia sempre con un po’ di agitazione, anche per chi insegna da decenni.
Questa trepidazione iniziale coinvolge un po’ tutti: i cambiamenti più grossi sono per chi comincia qualcosa di nuovo, ma per tutti un nuovo anno scolastico significa nuovi volti e nuovi incontri. Ma ripartire a settembre può anche essere occasione per guardare con occhi nuovi chi abbiamo di fronte, lasciando da parte (pre)giudizi dell’anno precedente e permettendo a ognuno di avere una nuova possibilità.
Per gli allievi è un’opportunità di riscoprire insegnanti e materie e rimettersi in gioco in modo nuovo, non è detto che una materia andata male una volta vada male di nuovo: un nuovo docente o anche solo un nuovo argomento trattato può far cambiare l’amore per la materia, un nuovo metodo di studio può modificarne il rendimento.
Per i docenti è un’occasione per riscoprire i propri alunni: più sono giovani gli allievi, più un’estate può significare cambiamenti enormi. Lasciamoci sorprendere!
Proviamo a cambiare nostro rapporto con gli altri, che siano compagni, colleghi o il personale amministrativo: una partenza nuova nei nostri rapporti può farci vivere al meglio il nostro stare assieme tra le mura scolastiche.
Che sia un anno di sguardi nuovi, sui nostri progetti e soprattutto sugli altri!
Che sia un inizio di nuove occasioni! Solo in questo modo saremo “Pellegrini di Speranza” anche nella scuola, rinnovando il nostro cammino anche in aula…che sia da un lato o dall’altro della cattedra.
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