La Giornata mondiale della Gioventù è occasione per raccontare storie personali in una Chiesa che ha “posto per tutti”, per condividere esperienze in cui ciascuno, come ha sottolineato ieri il papa all’inaugurazione, è protagonista di un evento in cui è “chiamato per nome”. Questo vale per lo sparuto gruppo di cattolici cinesi che, nonostante le difficoltà, sono riusciti a raggiungere il Portogallo per partecipare all’evento e per i ragazzi turchi ricevuti ieri in nunziatura dal pontefice per un incontro privato. Un momento toccante, soprattutto per quanti provenivano dalle zone dell’Anatolia colpite dal devastante terremoto del 6 febbraio scorso e che hanno trovato nell’abbraccio con Francesco una fonte di gioia e consolazione.
Quando le imprese si presentano “difficili, complicate” realizzarle diventa ancora più bello. Anche per questo ha un valore particolare la presenza di circa 50 giovani alla Gmg in programma a Lisbona fino al 6 agosto, un gruppo caloroso e colorito che, nei giorni scorsi, si è fatto notare per una marcia con tanto di bandiera sventolata con orgoglio nelle vie della capitale. “Venire - racconta ad AsiaNews un sacerdote cinese che vive in Italia - non è stato facile. L’Associazione patriottica [organismo “ufficiale” della Chiesa cinese, controllato dal Partito comunista] poco ha fatto per favorirne la loro presenza”.
Il gruppo di giovani turchi e cinesi è parte del milione e più di giovani da tutto il mondo che ha risposto alla chiamata del papa, per partecipare alla XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù. “I cattolici cinesi - racconta una fonte di AsiaNews, che li ha incontrati per le vie di Lisbona - sono molto entusiasti” di prendere parte a questo evento della Chiesa globale. “Un ragazzo della provincia dell’Hebei - prosegue - ha detto che ‘siamo venuti qui come singoli individui’. Ci siamo registrati sul sito web della Gmg” mentre la diocesi di appartenenza non ha fornito particolare sostegno materiale, spirituale e organizzativo e per questo “abbiamo ripiegato su un visto turistico” per giungere in Portogallo.
“Sono felice - ha proseguito - che alcuni miei connazionali siano riusciti ad arrivare a Lisbona. In questo modo anche la Cina è rappresentata sul terreno e non siamo assenti da questo importante evento”, a differenza di altri grandi incontri o raduni del passato. Il prete si è già recato a Fatima dove domani si recherà lo stesso papa Francesco, per celebrare una messa con alcuni sacerdoti di nazionalità diversa. “Alla fine della messa - conclude - uno di loro mi ha domandato se vi sono cinesi qui [a Lisbona, alla Gmg]. Ciò testimonia l’attenzione della Chiesa universale per la Cina, anche se la loro presenza è poca in termini numerici”.
AsiaNews