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  • Vaticano. Lettera di Papa Francesco alla Squadra dei Rifugiati dei Giochi Olimpici che si aprono oggi a Rio de Janeiro

    Città del Vaticano, 26 luglio 2016

    Ai membri della squadra olimpica dei rifugiati, cari fratelli: Rami Anis, Yiech Pur Biel, James Nyang Chiengjiek, Yonas Kinde, Anjelina Nada Lohalit, Rose Nathike Lokonyen, Paulo Amotun Lokoro, Yusra Mardini, Popole Misenga e Yolande Bukasa Mabika.

    Voglio farvi pervenire il mio saluto e il mio desiderio di successo in queste Olimpiadi.

    Che il coraggio e la forza che portate dentro possano esprimere attraverso i Giochi Olimpici, un grido di fratellanza e di pace. Che, tramite voi tutti, l'umanità comprenda che la pace è possibile, che con la pace tutto si può guadagnare; invece con la guerra tutto si può perdere.

    Desidero che la vostra testimonianza ci faccia bene a tutti. Prego per voi e per favore chiedo di pregare per me.

    Che Dio vi Benedica.

    Francisco

    (traduzione di lavoro a cura Il sismografo)

    Olimpiadi di Rio: ecco chi sono i 10 componenti della squadra di rifugiati 

    Ai Giochi un team composto unicamente da rifugiati: cinque arrivano dal sud Sudan, due dalla Siria, due dal Congo e uno dall’Etiopia. La squadra di rifugiati all’Olimpiade di Rio entreranno nello stadio Maracanà prima del Brasile padrone di casa, nella cerimonia che il prossimo 5 agosto segnerà l’inizio dell’Olimpiade di Rio. Dieci atleti, due provenienti dalla Siria, due dal Congo, cinque dal Sudan, e uno dall’Etiopia, tutti rifugiati. Ad annunciare l’elenco dei nomi, selezionati fra 43 candidati a far parte della rappresentanza, il presidente del Comitato Olimpico Thomas Bach. «Questi rifugiati non hanno casa, non hanno una squadra né una bandiera o un inno. - ha detto - Noi offriremo loro una casa nel villaggio olimpico, insieme a tutti gli altri atleti del mondo. E per loro sarà suonato l’inno olimpico, mentre la bandiera delle Olimpiadi sventolerà negli stati per rappresentarli. Questo sarà un segnale di speranza per tutti i rifugiati del mondo, e farà capire ancora meglio al pianeta la portata enorme delle crisi dei rifugiati».

    Annalisa Grandi - Corriere della Sera

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