di Federico Anzini
“Oltre noi” è una fondazione no-profit, nata nel 2020, durante il periodo dell'emergenza Covid-19, dalla preoccupazione e desiderio di alcuni familiari curanti di poter garantire ai loro figli o congiunti il diritto di rimanere nel proprio luogo di vita e, soprattutto, mantenere le relazioni significative, anche in situazioni di crisi o difficoltà temporanea del curante. Per realizzare la sua missione favorisce la creazione di luoghi di incontro e promuove un dialogo con gli enti e con i professionisti preposti alla cura dei propri figli. Ne sono un esempio il progetto di quartiere solidale a Breganzona e l’idea di una Pastorale per familiari curanti proposta di recente a mons. Alain De Raemy. Ne parliamo con la presidente e familiare curante, Patrizia Berger.
Sig.ra Berger, l’esperienza di una S. Messa mensile celebrata nella cappella San Francesco dell'OTAF seguita da un pranzo comunitario, iniziata nel gennaio del 2023, ha pian piano fatto maturare l’esigenza di una Pastorale per i familiari curanti aperta a tutta la diocesi. Come è cresciuto questo desiderio?
Il confronto con la diagnosi di autismo di mia figlia e con la malattia di mio marito ha fatto emergere il mio limite, il mio bisogno di risposte alle domande esistenziali più profonde e quindi di un ambito dove poterle trovare. Il Ticino offre un’ampia risposta per la presa a carico delle persone con disabilità. Quello che ci mancava come famiglia, che viveva una situazione di solitudine e isolamento, era un luogo, una “casa” dove poterci sentire accolti e sostenuti per affrontare la quotidianità; dove sperimentare il disegno buono del Signore e alimentare la speranza affinché il senso di sconforto che a volte mi assale non avesse l’ultima parola sulla mia vita.
La Chiesa può essere quella “casa” accogliente...
Si, può offrire un “posto” a chi è confrontato con un bisogno accresciuto e necessita di una parola che parli proprio al suo cuore ferito, un gesto che faccia sentire la presenza del Signore nella realtà; uno sguardo buono che accolga la persona e non guardi al suo limite. Specialmente chi soffre di un disturbo dello spettro autistico ha bisogno di essere guardato in questo modo e non giudicato per i suoi comportamenti. Come familiare curante sento questo bisogno di uno sguardo, di una parola di conforto e aiuto per non cadere nella reattività. Grazie all’esperienza fatta con alcune famiglie all’OTAF e ad altri incontri significativi si è costituito un gruppo di lavoro che ha maturato e strutturato una proposta che abbiamo poi sottoposto recentemente al nostro Amministratore apostolico, mons. Alain De Raemy.
Siete stati dal Vescovo De Raemy a illustrare la vostra proposta per una Pastorale dei familiari curanti. Come vi ha accolto?
Il Vescovo Alain ha ascoltato con interesse, sensibilità e disponbilità la nostra richiesta. E’ stato un incontro molto bello e ci ha spronati ad approfondire la proposta, offrendoci interessanti spunti di riflessione, come pure il suo sostegno.
Il suo sostegno si è concretizzato in un primo incontro che avverrà a Lugano sabato 20 luglio. Come è organizzato?
Dopo l’incontro con il Vescovo abbiamo esplorato vie possibili per coinvolgere altri familiari e persone sensibili e disponbili a camminare con noi, convinti che la S. Messa e la condivisione possa essere di conforto per chi vive una situazione di particolare fatica e solitudine. E’ stato possibile individuare un momento favorevole sabato prossimo, 20 luglio, per offrire la prima S. Messa presieduta dal Vescovo De Raemy. Grazie alla disponibilità della confraternita di San Carlo e del parroco don Luigi Pessina, abbiamo potuto organizzare questo primo evento alle 12.00 nella chiesa di San Carlo, in Via Nassa a Lugano, alla quale farà seguito un momento conviviale con un aperitivo offerto ai partecipanti.
Quali saranno i passi futuri?
Il bisogno e desiderio emerso da questo primo anno è quello di essere accompagnati e sostenuti affinché possiamo intravvedere nella fatica quotidiana un’opportunità di crescita spirituale e di apertura agli altri. Ho sperimentato come la sofferenza vissuta in solitudine diventa insostenibile e il rischio di scoraggiarsi e chiudersi è grande.
Un esempio che mi ha fatto riflettere è la settimana di vacanza estiva a San Bernardino che da diversi anni proponiamo alle famiglie curanti con l’accompagnamento di don Costantino Salvatore, già direttore dell’Istituto Canisio, nell’ambito delle quali abbiamo fatto esperienza della bellezza delle S. Messe giornaliere e dei momenti di condivisione. La sua presenza discreta e l’aiuto nei momenti di difficoltà ha ridato speranza a diversi genitori.
E’ nata un’occasione anche nel ambito del Giubileo 2025...
Si, ci è stata offerta l’opportunità di organizzare un evento, in collaborazione con la Pastorale familiare diocesana e altre realtà, per far conoscere questa iniziativa. Inoltre abbiamo chiesto la disponibilità del LabOratorio di Lugano per organizzare una volta al mese una giornata per le famiglie curanti nell’ambito della quale verranno proposte attività e momenti di condivisione e testimonianze per favorire l’inclusione. Siamo grati per la disponibilità di don Costantino di celebrare le S. Messe mensili del mercoledì nella cappella dell’OTAF e del sabato nella chiesa di San Carlo, nonché di accompagnarci in questo cammino.
Sabato 20 luglio alle ore 12, nella chiesa di San Carlo Borromeo (Via Nassa 26 – Lugano) verrà celebrata una Messa per familiari curanti presieduta dall’Amministratore Apostolico Alain de Raemy. La celebrazione segnerà l’inizio di un cammino di accompagnamento rivolto a chi si prende cura di un proprio familiare con un bisogno accresciuto di cura. Al termine della funzione verrà offerto un aperitivo e seguirà un momento conviviale.
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)