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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (2 novembre 2025)
  • 1. novembre. Newman Dottore della Chiesa. Il Papa agli studenti: "Sul suo esempio, siate astri che brillano"

    Un maestro della teoria e della pratica dell’educazione, che ci invita ad offrire la “Luce Gentile” della fede nella Provvidenza, come nel suo famoso inno, per disarmare “le false ragioni della rassegnazione e dell’impotenza” e trasmettere “luce e orientamento” in questo presente “oscurato da tante ingiustizie e incertezze”. Così Papa Leone XIV presenta san John Henry Newman, nel proclamarlo Dottore della Chiesa, alle migliaia di fedeli, soprattutto studenti ed educatori, riuniti in piazza San Pietro per la Messa della solennità di Tutti i Santi, oggi 1° novembre, in occasione del Giubileo del mondo educativo. Sull’esempio del teologo e cardinale inglese, pastore anglicano che aderì al cattolicesimo, Leone XIV rivolge un forte invito ad educatori e studenti:  

    “Vi incoraggio a fare delle scuole, delle università e di ogni realtà educativa, anche informale e di strada, come le soglie di una civiltà di dialogo e di pace.”

    Al centro dei percorsi educativi, persone in carne ed ossa

    In una piazza illuminata da un tiepido sole, alla presenza della delegazione ufficiale della Chiesa d’Inghilterra, guidata dall’arcivescovo di York Stephen Cottrell, il Papa ricorda il nuovo dottore della Chiesa, il 38.mo, ci ha lasciato in eredità, soprattutto nel suo “Meditation and devotions”, splendide parole sul “mistero della dignità di ogni persona umana” e anche quella “della varietà dei doni distribuiti da Dio”. La vita si illumina, sottolinea, quando uno scopre, come san Newman, di avere una vocazione, una missione, che la sua vita “serve a qualcosa più grande” di sé stesso. Perché “il contributo che ciascuno ha da offrire è di valore unico, e il compito delle comunità educative” è quello di incoraggiarlo e valorizzarlo.

    Non dimentichiamolo: al centro dei percorsi educativi devono esserci non individui astratti, ma le persone in carne ed ossa, specialmente coloro che sembrano non rendere, secondo i parametri di un’economia che esclude e uccide. Siamo chiamati a formare persone, perché brillino come stelle nella loro piena dignità.

    Newman ispiri le nuove generazioni assetate d’infinito

    Leone XIV, all’inizio dell’omelia, annuncia anche la nomina di san John Henry Newman a co-patrono di tutti i soggetti che partecipano al processo educativo, insieme a san Tommaso d’Aquino.

    L’imponente statura culturale e spirituale di Newman servirà d’ispirazione a nuove generazioni dal cuore assetato d’infinito, disponibili per realizzare, tramite la ricerca e la conoscenza, quel viaggio che, come dicevano gli antichi, ci fa passare per aspera ad astra, cioè attraverso le difficoltà fino alle stelle.

    Educazione come ricerca della verità e servizio

    Guardando alla lettera di san Paolo ai Filippesi, e al mandato apostolico “Risplendete come astri nel mondo”, il Pontefice ripete agli educatori quanto scritto nell’Esortazione apostolica Dilexi te:

    “Risplendete oggi come astri nel mondo”, grazie all’autenticità del vostro impegno nella ricerca corale della verità, nella sua coerente e generosa condivisione, attraverso il servizio ai giovani, in particolare ai poveri, e nella quotidiana esperienza che «l’amore cristiano è profetico, compie miracoli».

    Università, laboratori di profezia

    Papa Leone ribadisce poi che nel Giubileo come pellegrinaggio di speranza, nel campo dell’educazione la speranza è “una semente indispensabile”

    Quando penso alle scuole e alle università, le penso come laboratori di profezia, dove la speranza viene vissuta e continuamente raccontata e riproposta.

    Le scuole luoghi di ascolto e pratica del Vangelo

    Quindi il Papa definisce le Beatitudini appena proclamate nel Vangelo di Matteo, “il cammino e il messaggio di Gesù educatore”, nelle quali, cosa inconcepibile “nella grammatica del mondo” dichiara beati i poveri “quelli che hanno fame e sete di giustizia, i perseguitati o gli operatori di pace”. Ma sono i segni del Regno di Dio, che nei santi vediamo “rendersi attuale fra noi”

    “Noi, suoi discepoli, siamo alla sua scuola, imparando a scoprire nella sua vita, cioè nella via da Lui percorsa, un orizzonte di senso capace d’illuminare tutte le forme di conoscenza. Possano le nostre scuole e università essere sempre luoghi di ascolto e di pratica del Vangelo!”

    Liberare l’umanità dall’oscurità del nichilismo

    Sono sfide che possono sembrare superiori alle nostre possibilità, ammette Leone XIV, ma non dobbiamo permettere al pessimismo di sconfiggerci, come sottolineava, un anno fa, Papa Francesco:

    Dobbiamo lavorare insieme per liberare l’umanità dall’oscurità del nichilismo che la circonda, che è forse la malattia più pericolosa della cultura contemporanea, poiché minaccia di “cancellare” la speranza.

    La guida della "Luce Gentile"

    E’ riferito all’oscurità che ci circonda anche l’inno Lead, kindly light (“Guidami, luce gentile”), composto da Newman quando era ancora pastore anglicano e cantato all’Offertorio. Una luce, spiega il Pontefice, che ci guida quando ci accorgiamo “di avere i piedi vacillanti”, e non decifrare l’orizzonte. Compito dell’educazione, spiega, è proprio offrire questa Luce Gentile a chi può essere imprigionato dalle ombre del “pessimismo e della paura”.

    Quelli nati con meno possibilità, valgono meno?

    Guardando poi al testo biblico dell’Apocalisse e alla “moltitudine immensa” davanti all’Agnello, Papa Leone XIV, pone una domanda che riguarda i “fratelli e sorelle di ogni cultura” e che si è posto anche nella Dilexi te:

    “Quelli che sono nati con meno possibilità valgono meno come esseri umani, devono solo limitarsi a sopravvivere? Dalla risposta che diamo a queste domande dipende il valore delle nostre società e da essa dipende pure il nostro futuro”

    L’ educazione cattolica e la scoperta della santità

    Il Papa conclude la sua omelia sottolineando che “l’educazione, nella prospettiva cristiana, aiuta tutti a diventare santi. Niente di meno”. E cita le parole con le quali Papa Benedetto XVI, in Gran Bretagna, nel settembre 2010, durante la beatificazione di John Henry Newman, invitò i giovani a diventare santi: “Ciò che Dio desidera più di ogni altra cosa per ciascuno di voi è che diventiate santi. Egli vi ama molto più di quanto possiate immaginare e vuole il meglio per voi”. E’ la chiamata universale alla santità, messaggio essenziale del Concilio Vaticano II, come “un cammino personale e comunitario tracciato dalle Beatitudini”.

    Prego che l’educazione cattolica aiuti ciascuno a scoprire la propria chiamata alla santità

    Le ultime parole dell’omelia di Leone XIV sono dai Sermoni di sant’Agostino, che San John Henry Newman apprezzava tanto: noi siamo compagni di studio che hanno un solo Maestro, la cui scuola è sulla terra e la cui cattedra è in cielo.

    La proclamazione di san Newman Dottore della Chiesa

    Dopo l’atto penitenziale, il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, accompagnato dal postulatore, si è rivolto al Papa chiedendo la proclamazione di san John Henry Newman a “Dottore della Chiesa Universale” e ha dato lettura della sua biografia. Ha ricordato la sua nascita a Londra il 21 febbraio 1801, in una famiglia anglicana, la sua ordinazione a diacono della Chiesa d’Inghilterra e poi a pastore nel maggio 1825, incaricato di seguire gli studenti universitari come vicario della parrocchia dell’Università di Oxford. Fra il 1832 e 1833, durante un viaggio di ritorno dall’Italia, Newman compose Lead, Kindly Light, divenuto in seguito un popolare inno religioso. Negli anni seguenti avviò con altri amici il Movimento di Oxford, per contrastare il diffondersi nelle università inglesi del liberalismo religioso.

    Come pastore e teologo anglicano, fu strenuo difensore del principio dogmatico, tanto da essere considerato il più insegne esponente della cosiddetta “Chiesa Alta”. Quando molti ecclesiastici anglicani, per lo più appartenenti al Movimento di Oxford, passarono alla Chiesa Cattolica, Newman andò incontro alla crisi religiosa che portò anch’egli ad aderire al cattolicesimo nel 1845. In quello stesso anno aveva pubblicato l’opera Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana, che è considerato da molti il culmine della sua ricerca sul senso della storia, dell’uomo e del suo rapporto con Dio. Il 30 maggio 1847, nella cappella di Propaganda Fide a Roma, fu ordinato presbitero. Affascinato dal carisma di San Filippo Neri, fondò la Congregazione dell’Oratorio in Inghilterra.

    Con la sua maggiore opera sul tema della coscienza, la Lettera al Duca di Norfolk (1875), aiutò molti cattolici inglesi ad acconsentire al dogma dell’infallibilità del Papa, proclamato in quegli anni. Riflettendo sulla sua vocazione nella Chiesa, scrisse: “sarò un angelo di pace, un predicatore di verità, se solo osservo i suoi comandamenti e lo servo nella mia chiamata”. Il 12 maggio 1879 Papa Leone XIII creò cardinale John Henry Newman, assegnandogli la Diaconia di San Giorgio al Velabro. Continuò a vivere a Birmingham, presso l’Oratorio, dove morì l’11 agosto 1890. A quasi settanta anni dalla morte, si avviò il Processo per la sua beatificazione e canonizzazione. Il 22 gennaio 1991 San Giovanni Paolo II autorizzò la pubblicazione del decreto riguardante l’esercizio eroico delle virtù. Col riconoscimento dei rispettivi miracoli, compiuti da Dio per sua intercessione, è stato proclamato Beato da Papa Benedetto XVI il 19 settembre 2010 e iscritto nell’Albo dei Santi da Papa Francesco il 13 ottobre 2019.

    Quindi Papa Leone ha letto la formula di proclamazione:

    Noi accogliendo il desiderio di molti Fratelli nell’Episcopato e di molti fedeli del mondo intero, avuto il parere del Dicastero delle Cause dei Santi, dopo aver lungamente riflettuto e avendo raggiunto un pieno e sicuro convincimento, con la pienezza dell’autorità apostolica dichiariamo San John Henry Newman Dottore della Chiesa universale.

    Vaticannews

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