di Silvia Guggiari
È tempo di vacanze, è tempo di chiudere gli zaini di scuola e di aprire quelli delle esperienze estive che porteranno bambini e ragazzi a vivere avventure, conoscere nuovi amici o semplicemente vivere un tempo di relax. Dopo nove intensi mesi, con la chiusura delle scuole inizia il periodo di riposo anche per gli insegnanti, come ci conferma il professor Sandro Maglio, docente di italiano e latino alla scuola media di Giubiasco.
Professor Maglio, che anno è stato quello che si è appena concluso?
È stato un anno in cui ho percepito ancora una volta l’aumento della fragilità nei ragazzi che hanno sempre più bisogno di conferme e di certezze in un mondo che non gliene offre. I nostri ragazzi sono sempre più fragili e insicuri anche a fronte di situazioni in cui una volta sapevano destreggiarsi bene e in modo autonomo: questo da una parte è positivo perché indica che riconoscono il ruolo dell’adulto e dell’educatore attento alle loro esigenze, ma dall’altra indica anche che non sono capaci di gestire le situazioni di stress.
Come si pone la scuola in queste situazioni?
Il nostro impegno è sempre massimo. È chiaro che non sempre abbiamo le certezze di un risultato: nella maggior parte dei casi ce la facciamo, in altri purtroppo no. Le risorse ci sono, la nostra attenzione è costante, ma ho un po’ l’impressione che le richieste stiano aumentando con gli anni.
Da quando è peggiorata la situazione?
La pandemia non ha aiutato, anzi, ha forse accelerato un processo che era latente. Anche se rare, prima della pandemia avevo intravisto situazioni problematiche e molto fragili dal punto di vista psicologico; ora sono aumentate, anche se parliamo sempre di numeri piuttosto bassi.
Gli adulti come possono mostrarsi vicini ai ragazzi?
La cosa fondamentale rimane l’ascolto: noi adulti dobbiamo imparare a fermarci ad ascoltare i nostri ragazzi, perchè solo in questo modo potremo percepire le loro richieste di aiuto e sostenerli nella crescita. Quando c’è l’ascolto da parte nostra si nota un cambiamento positivo nei ragazzi e nei loro rapporti con gli adulti.
Quali sono le risorse dei ragazzi di oggi?
Ho notato che i ragazzi spesso riescono a mettersi in gioco tra di loro, a sostenersi l’un l’altro più di quanto facevano qualche anno fa. Mi sembra che oggi sentano il valore dell’amicizia e del legame tra coetanei e quando vedono un compagno in difficoltà non esitano ad aiutarlo.
Quale consiglio si sente di dare ai ragazzi per questo tempo estivo?
Trovarsi con gli amici, vivere la spensieratezza della loro età. Vedersi fisicamente e non virtualmente dietro a uno schermo; approfittare di questo tempo per dialogare, per conoscersi, per vivere esperienze concrete e avventure che fortificano l’anima e anche le amicizie.
Per voi docenti sarà un tempo per «ricaricare le batterie» e arrivare a settembre pronti per nuove sfide…
È importante anche per noi avere questo tempo di stacco, non sembra ma la nostra professione richiede un costante impegno da settembre a giugno; è una grande ma anche piacevole responsabilità. Si vive sempre con l’attenzione all’altro che è imprescindibile dall’atto pedagogico. Si arriva a giugno stravolti, ma è una stanchezza ripagata dallo sguardo di questi ragazzi che ti osservano e sembrano dirti grazie per la tua presenza. Per me sono piccoli uomini e piccole donne che stanno crescendo e si stanno lanciando nel mondo: noi docenti speriamo di dar loro qualche strumento utile per poter affrontare la vita e trovare la propria strada.
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