Tra i fenomeni strettamente legati alla larga diffusione dei social media, specialmente tra i giovani, c’è il fenomeno del cosiddetto “Doomscrolling“. Il neologismo è la tendenza patologica a far scorrere (scrolling) lo schermo del nostro telefonino per cercare informazioni su catastrofi e sventure che capitano nel mondo (Oxford Dictionary, 2020). Questo fenomeno crea rapidamente la dipendenza da brutte notizie ed incide in modo significativo su stati di ansia e depressione, anche e soprattutto nei giovani. Il ruolo dell’educatore e del docente è molto importante davanti a questo fenomeno: partecipare le giovani generazioni di messaggi di speranza e futuro significa dilatare il tempo ormai contratto sul presente. È compito nostro, come educatori o genitori, riempire di contenuti buoni e positivi (e propositivi!) i luoghi formativi che condividiamo con i ragazzi. Siano scolastici, del tempo libero o addirittura virtuali. Nella comunità educativa è bene quindi diventare seminatori di speranza e facilitatori di buone pratiche. Che sia durante un esercizio di matematica, un’uscita con gli scout o la visita ad uno zoo: l’educatore cristiano non può rientrare tra chi trasmette paura a bambini e giovani. Fare del bene, e farlo bene, fa bene. Nel nostro piccolo Ticino ci sono tante cose buone e belle che aiutano a vivere questo Bene: aiutiamo i nostri ragazzi a scoprirlo e a diventarne partecipi.
Don Emanuele Di Marco (dalla newsletter UIRS)
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