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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (4 maggio 2025)
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  • Cupido indossa la maglietta della GMG: lo speed-date cattolico a Lugano

    di Francesco Muratori

    Fiori sui tavoli, cioccolatini per rompere il ghiaccio, un foglio con poche informazioni essenziali e un’etichetta adesiva con il proprio nome. A Lugano, alla Giornata della Gioventù Svizzera, Cupido ha cambiato veste: niente arco e frecce, ma la maglietta della GMG. In un contesto di preghiera, musica, memoria di Papa Francesco e convivialità, ha trovato spazio anche un’idea tanto inaspettata quanto rivoluzionaria: uno speed-date cattolico (trad. appuntamento veloce). Sì, avete capito bene. Pochi minuti per conoscersi, occhi negli occhi, nel tempo di una conversazione leggera. In un’epoca dominata dalle app di dating, dove spesso ci si scorre con un dito e si scompare con un clic, la proposta è quasi controculturale: incontrarsi davvero, parlare, ascoltarsi. Una specie di Tinder con l’Imprimatur. Lo Spirito Santo può agire in cinque minuti? Forse sì, forse no. Ma di certo, a Lugano, ha avuto la possibilità di provarci.

    Dietro a questo esperimento sociale ci sono Jessica Edwards e un'altra giovane volontaria, che hanno coordinato con entusiasmo e un pizzico di incoscienza l’organizzazione dell’evento. «Uno speed-date è un’occasione per incontrare qualcuno: può nascere un’amicizia, una relazione o anche solo una conversazione significativa. Si ha solo un paio di minuti, poi si cambia persona. Ma in quei minuti può succedere tanto», raccontano. Ai partecipanti veniva data una “carta di gioco” su cui segnare i nomi delle persone incontrate e indicare, in forma anonima, se si desiderava continuare la conoscenza. Alla fine dell’attività, i volontari raccoglievano le schede, incrociavano le preferenze e – se c’era un “match” reciproco – inviavano i contatti. Divertimento, sì, ma anche un pizzico di disincanto. Perché resta la sensazione che, per quanto benintenzionata, l’iniziativa metta in scena un piccolo paradosso: cercare l’amore eterno… con un cronometro. Incontri di giovani dello stesso sesso non previsti, non richiesti.

    A rendere unico questo speed-date è stato il suo carattere dichiaratamente cattolico. «Abbiamo preparato domande sia leggere che spirituali – spiegano gli organizzatori – come “Qual è il tuo verso preferito della Bibbia?” o “Perché credi in Gesù?”. Ma era tutto molto spontaneo. Non si trattava di trovare subito l’anima gemella, ma di creare uno spazio protetto in cui giovani credenti potessero conoscersi, parlarsi, ridere. E magari anche sognare insieme». In effetti, organizzare un’iniziativa simile in un contesto ecclesiale può sembrare insolito, ma risponde a un bisogno reale: «Nei “giri” cattolici può essere difficile trovare spazi al di fuori di eventi iper organizzati per incontrare altri giovani. Le app di dating non sempre fanno per tutti. Qui invece puoi vedere la persona, cogliere le espressioni, l’umanità. E anche se alla fine non scocca la scintilla, hai imparato qualcosa».

    Lo conferma anche Angelo de Donno, 28 anni, da Berna, che ha partecipato con curiosità: «Non sono andato lì per trovare l’amore della mia vita, ma per conoscere altre persone che condividono la mia fede». Racconta con un sorriso la semplicità del format: «Le ragazze sedute in fila, i ragazzi che si spostano ogni minuto. Si comincia con domande semplici: come ti chiami, da dove vieni, cosa fai… e poi si passa a “Perché credi in Gesù?”, “Come vivi la tua fede?”. Le risposte erano diverse, sincere. Alcune ragazze hanno trovato la fede da poco, altre ci sono cresciute. È stato bello sentire storie così varie».

    L’impressione generale è positiva. «Mi sono divertito molto – dice ancora Angelo – ho conosciuto ragazze simpatiche. Se ci sarà un match? Speriamo!». Gli organizzatori confermano che, durante la precedente edizione, alcuni incontri si sono trasformati in appuntamenti veri e propri. «Non sappiamo se qualcuno si sia sposato – scherzano – ma almeno una coppia è uscita insieme. Per noi già questo è un successo».

    A chi si chiede se non sia strano proporre un format “da discoteca” in un contesto spirituale, i promotori rispondono con semplicità: «I giovani cercano verità, bellezza, amore. E anche uno spazio dove poter fare domande, raccontarsi, essere ascoltati. Non è detto che debbano trovarlo solo online. Lo speed-date è solo un mezzo, non un fine. Lo scopo è creare relazioni che partano da un terreno comune, quello della fede».

    Alla fine, che sia stato l’inizio di una vocazione, di un’amicizia o semplicemente di un momento condiviso, questo esperimento ha stimolato una riflessione. San Valentino, forse, approverebbe. E magari anche lo Spirito Santo che – si sa – ama soffiare dove e quando meno ce lo aspettiamo.

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