Skip to content
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 dicembre 2024)
Catt
  • "Deus in Machina": l'esperimento dell'Intelligenza artificiale in una chiesa di Lucerna

    di Wolfgang Holz, kath.ch / adattamento di Maurice Page/adattamento redazionecatt

    Hanno fatto parlare in questi giorni i risultati dello studio universitario che ha creato una intelligenza artificiale con le sembianze di Gesù collocandolo in un confessionale della cappella san Pietro di Lucerna. Il progetto è stato lanciato in collaborazione con l'Immersive Realities Research Lab dell'Università di Scienze Applicate di Lucerna, al fine innovativo di esplorare l'uso di personaggi virtuali basati sull'intelligenza artificiale generativa in un contesto spirituale. Uno studio di accompagnamento è condotto congiuntamente dall'Immersive Realities Research Lab, dalla Facoltà di Teologia Pastorale dell'Università di Lucerna e dalla Cappella di San Pietro a Lucerna. L'obiettivo dello studio è quello di esaminare i temi che emergono durante le conversazioni con un sistema di intelligenza artificiale con uno scopo spirituale e di analizzare come l'intelligenza artificiale affronta i diversi argomenti.
    “Sono impressionato dal modo in cui il sistema ha funzionato”, ha dichiarato il professor Aljosa Smolic, dell'Immersive Realities Research Lab, alla chiusura dell'installazione il 20 ottobre 2024. “In questo caso, l'IA è stata molto credibile e molto 'emotiva'. Ci sono state polemiche positive e negative, ma in tutti i casi il livello tecnico era buono”

    Le domande poste dalla gente all'IA

    “Troverò mai il vero amore? Cosa succede dopo la morte? - Ho fatto abbastanza per andare in paradiso?”. Queste sono alcune delle domande poste all'avatar digitale di Gesù dietro la grata di un confessionale nella Cappella di San Pietro a Lucerna.
    Nei due mesi di funzionamento, da agosto a fine ottobre 2024, l'installazione artistica Deus in Machina nella cappella del centro storico di Lucerna ha trovato il suo pubblico. Non meno di 900 persone sono venute a interrogare il Gesù digitale installato nel confessionale. Un simposio tenutosi il 27 novembre 2024 ha presentato i primi risultati di questo esperimento teologico-artistico.

    “Troverò mai il vero amore? - Come posso dimostrare meglio il mio amore? - Cosa succede dopo la morte? - Ho fatto abbastanza per andare in Paradiso? - “Perché c'è così tanta sofferenza nel mondo?”. - “Cosa devo fare se mi sento perso?”. - “Come posso trovare l'amore di Dio?”. - “Dio esiste davvero?”.

    Sono queste le domande esistenziali, religiose e spirituali che i circa 900 visitatori della Cappella di San Pietro a Lucerna hanno posto all'avatar digitale di Gesù. Fino alla fine di ottobre, l'installazione d'arte sperimentale e partecipativa Deus in Machina realizzata in collaborazione con l'Università di Scienze Applicate di Lucerna è stata attiva.

    Amore, vita e morte

    Questi “colloqui” hanno dimostrato che i temi principali affrontati rimangono l'amore, le relazioni, la morte, la solitudine e la pace. Per gli organizzatori, si tratta di un'esperienza puramente artistica che esplora l'interazione tra tecnologia e spiritualità, senza mai pretendere di sostituire il sacramento della riconciliazione. Ma i partecipanti hanno parlato con l'“AI Jesus” delle loro preoccupazioni più profonde, delle loro speranze e anche di questioni di fede. Secondo le trascrizioni, i visitatori si sono spesso congedati con un'espressione di ringraziamento, sottolineando la risonanza emotiva del progetto. L'installazione ha attirato non solo credenti, ma anche atei e agnostici.

    Ispirazione e rispetto

    All'uscita dal confessionale dove l'IA è stata installata, è stato chiesto alle persone di compilare un breve questionario sulla loro esperienza. Molti degli intervistati hanno dichiarato di aver trovato l'esperienza stimolante e rispettosa. I cristiani, in particolare, hanno affermato che le discussioni hanno spesso portato a momenti spirituali. In ogni caso, queste scoperte sollevano nuove domande del tipo "come si sta evolvendo la fede nell'era digitale?”, ha detto a kath.ch il collaboratore del progetto e teologo Marco Schmid. "Che ruolo può avere la tecnologia nella ricerca spirituale? Il progetto AI non solo fornisce delle risposte, ma mostra anche fino a che punto le domande sull'amore, la morte e la pace rimangono rilevanti, indipendentemente dal background religioso”, ha detto Schmid.

    Una nuovo ambito di dialogo religioso?

    Più in generale, ci si è chiesti con l'esperimento se "l'intelligenza artificiale diventerà il nuovo ambito religioso per le domande a cui gli esseri umani non sanno rispondere?" Domande che non osiamo più porre all'uomo, anche perché, a differenza dell'intelligenza artificiale, l'uomo finisce per reagire con fastidio? O perché oggi ci sono sempre meno persone e chierici di cui la gente si fida e che ascoltano?". “Nella mia cerchia ristretta ho notato che spesso le persone usano ChatGPT quando hanno bisogno di un consiglio e non c'è nessuno con cui parlare in quel momento”, dice Marco Schmid. A suo avviso, l'importanza dell'utilizzo dell'IA per le persone isolate non dovrebbe essere sottovalutata. Per il teologo, “sarebbe quindi interessante, da un punto di vista pastorale, se ci fosse uno strumento di supporto all'IA responsabile, disponibile in ogni momento, che potesse fornire consigli da un punto di vista cristiano”.

    Per Marco Schmid, è chiaro che l'accesso a bassa soglia all'IA è stato certamente uno dei motivi per cui il “Gesù digitale” è stato visitato in così gran numero e da così tante persone diverse. “La vergogna di porre domande anche personali e delicate è probabilmente minore con i sistemi di IA. Perché il sistema non giudica o condanna, ma risponde semplicemente senza riserve”. Il progetto non è stato in grado di misurare la fiducia generale delle persone negli operatori pastorali. “Quello che è certo è che la fiducia è la base decisiva della relazione pastorale. Se le persone dovessero avere più fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale che negli esseri umani, sarebbe una sfida molto seria per noi operatori pastorali”, conclude Schmid (cath.ch/kath.ch/wh/mp/traduzione e adattamento redazionecatt).

    n.d.r: Il progetto a fine scientifico, non voleva in alcune modo simulare una confessione. È noto che di chatboot di Gesù Cristo, Padre Pio e altri personaggi di riferimento cattolici ne esistono tanti e sono comodamente accessibili dal proprio telefonino, scaricabili come app. L'esperimento di Lucerna ha voluto monitorare a fini scientifici, in un ambiente quindi controllato, l'interazione umana con queste intelligenze. Si tratta di intelligenze computazionali, quindi rifornite dai loro inventori dei dati (database) da cui traggono le risposte. Un progetto di questo tipo di certo fornisce risposte più controllate rispetto ai padre Pio, Gesù, san Gennaro e via dicendo che circolano tra le IA alla portata del proprio telefono e che - in passato - sono state oggetto di risposte bizzarre se non addirittura in contraddizione con il magistero. Indagare in modo controllato un fenomeno in espansione libera nel web è quindi sicuramente un tentativo utile per capire un trend e le ragioni del perchè la gente va a cercare un colloquio artificiale anche di tipo spirituale piuttosto che scegliere il dialogo con una persona in carne ed ossa e cosa esattamente le persone cercano da queste IA di figure spirituali. Ne riparleremo. (redazionecatt)

    come esempio vedi un articolo sul boot che ti permette di parlare con Gesù e altre figure bibliche

    News correlate