Intervista di Cristina Vonzun
«La fede in Dio ci dona una marcia in più. Le mie consorelle usavano spesso l’espressione: “Tutto per la maggior gloria di Dio”. Vorrei che questo libretto avesse quest’unico scopo». Questa è il senso, per suor Sandra Künzli (nella foto), 57 anni, religiosa agostiniana ticinese, della recente pubblicazone della sua autobiografia «Storia di una chiamata», edizioni Villadiseriane 2024. Suor Sandra è stata, dal 2010 al 2022, superiora del monastero Santa Caterina a Locarno, realtà poi chiusa a causa dell’anzianità delle poche suore rimaste. Oggi vive a Muralto con le suore di M. Teresa di Ingenbohl.
Suor Sandra, perché un’autobiografia?
Ho sempre apprezzato e letto con interesse le autobiografie e le vite dei santi. Trovo che ci sia qualcosa da imparare dal cammino umano e spirituale di ogni persona. Ho pensato di scrivere questo libretto anche per ricordare un pezzetto di storia del nostro monastero (chiuso due anni fa), in particolare i 35 anni vissuti in questa oasi di preghiera insieme alle mie consorelle. Inoltre, fra tante notizie negative che circolano, vorrei portare un messaggio di speranza: credere in Dio e nella sua provvidenza che ci guida è bello. La vita non è sempre facile e non è esente di prove per nessuno.
Lei si racconta giovane liceale, amante della musica, brava in matematica, che va a scuola in motorino. Poi la «chiamata». Non ha mai pensato ad altre scelte, ad esempio al matrimonio?
Siccome amavo molto le favole, da piccola, pensavo anch’io che un giorno avrei incontrato il mio «principe azzurro», ma poi la mia vita ha preso un altro corso; il Signore è entrato dolcemente nel mio cuore e ha avuto sempre più importanza fino a prendere il primo posto. Almeno questo è ciò che mi sforzo di vivere ogni giorno e ne sono felice. «La castità non è fredda, è ardente fino al color bianco», scriveva il monaco trappista M. Rymond, cioè ci invita a voler bene con purezza. Tutte le vocazioni sono belle e impegnative, l’importante è esservi fedeli. La vocazione comune a tutti è la carità, come affermava sant’Agostino: «Non possiamo dire di amare Dio che non vediamo, se non amiamo il prossimo che vediamo».
Cos’è stato decisivo, da giovane, nella scelta di andare in convento?
Sant’Agostino nella sua Regola, incoraggia le monache e i monaci a diffondere ovunque il buon profumo di Cristo. Penso che ad attirarmi al convento di S. Caterina sia stata proprio la «scia» di questo profumo. Ho scelto questa comunità perché ho visto incarnato un ideale che mi piaceva. Cercavo la preghiera e l’ho trovata, desideravo una vita comunitaria dove ci fosse un clima fraterno e (nonostante gli inevitabili limiti), l’ho visto incarnato nella mia comunità.
Lei scrive della preghiera anche in situazioni difficili, come le morti precoci di suo papà e di suo fratello. In che modo è stata aiutata dalla preghiera?
La preghiera mi ha aiutato a sentire Dio nel mio cuore e a credere nella comunione dei santi. Oltre a mio padre e a mio fratello, in questi 35 anni, ho visto tante consorelle partire per il Cielo. Quando prego per loro, sento tutti vicini in Dio e so che loro intercedono per noi. Inoltre, fare l’esperienza della solitudine, mi è servito per capire quanto sia difficile questa condizione che molti vivono anche oggi. Conosco persone sole e cerco di stare loro vicina in modo discreto, come una sorella, per farle sentire amate da Dio.
La solitudine e la sofferenza mi hanno aiutato a capire di più gli altri.
Lei è blogger su catt.ch. Perché una suora va online?
La proposta di scrivere mi è venuta dalla redazione di catt.ch e ho accettato. In passato avevo scritto diversi anni su «Spighe» di Azione cattolica e per il bollettino del nostro convento. Secondo il nostro Ordine monastico, l’apostolato della penna, sull’esempio di Sant’Agostino, è importante quasi quanto la preghiera e la vita comune.
Nel blog di Suor Sandra, da oggi, online e a puntate alcune parti del libro.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)
Oggi, mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, padre Francesco Patton ofm, sarà in Ticino per un incontro dal titolo "Il coraggio della pace. Riflessioni su dialogo, riconciliazione e speranza (quando tutto sembra perduto)". Modera Andrea Fazioli