di Laura Quadri
Un passo alla volta, accurato, attento, andando lì dove si immaginano, al momento, le difficoltà maggiori, dove c’è una mano da stringere, un sorriso che si può dare, una preoccupazione che si può condividere. È questa la condizione che si vive in queste ore nella casa parrocchiale di Cevio, dove don Elia Zanolari, dopo i danni del maltempo inflitti alla Vallemaggia, si sta attivando per mantenere vivi i rapporti tra i parrocchiani, chi più vicino, chi più lontano e a seconda delle strade che mano a mano vengono liberate dai detriti.
Lo cogliamo al telefono una prima volta lunedì sera, dopo una prima intensa giornata: «Sono appena rientrato a casa. Oggi ho fatto un bellissimo incontro: dopo due chiacchiere con una persona, in una casa, si è aggiunta una vicina, con la quale ci siamo ritrovati insieme a pregare e a cantare un salmo (Il Signore è il mio pastore). È stato bello perché spontaneo, inatteso», ci confida.
Il mattino, risvegliatosi dopo gli accadimenti della giornata, «ho avvertito solo due alternative ben chiare: o starmene fermo e chiuso qui, o partire, uscire per le strade, andare incontro a chi sapevo avrebbe potuto avere piacere e bisogno di una mano. Anche in gesti molto concreti, come condividere un piatto di pasta, oppure portando la Comunione».
Oggi, mercoledì 3 luglio, lo risentiamo dopo le visite condotte fino a Broglio e a Prato Sornico e alla Casa anziani «Le Betulle»: «Dove c’è bisogno io vado. Con alcune persone nelle aree più colpite, che non ho ancora visitato, ho tenuto un contatto telefonico. È anche importante che la vita comunitaria riprenda, perciò sarà mia premura valutare fin dove sarà possibile garantire una S. Messa nell’area più colpita. Valuterò la questione in base all’evolversi della situazione, ma insisto: pastoralmente, la mia priorità per il momento è vedere le persone. Da qualsiasi cenere il Signore sa far nascere vita e amore. Essere aperti alla presenza di Dio anche in queste situazioni è essenziale».
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)
Oggi, mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, padre Francesco Patton ofm, sarà in Ticino per un incontro dal titolo "Il coraggio della pace. Riflessioni su dialogo, riconciliazione e speranza (quando tutto sembra perduto)". Modera Andrea Fazioli