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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (30 giugno 2025)
CATT
  • Mons. Nicola Zanini, Delegato dell’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano

    Don Zanini, sulla ripartenza per Lourdes: «In cammino nella vita e verso Maria con spirito comunitario e sinodale» 

    di don Nicola Zanini, Delegato dell’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano

    Partiamo ancora una volta. Andiamo a Lourdes da molti anni e questa volta – dopo la parentesi Covid – nuovamente coi malati. Alcuni di noi cambiano, altri sono gli stessi, ogni volta con un anno in più. Quindi tutti cambiamo. Ogni giorno è una nuova partenza e le tracce del tempo vissuto e del tempo perso le portiamo dentro di noi. Ci modificano. Lentamente segnano anche i nostri lineamenti. Anche se non sempre ce ne accorgiamo, non siamo mai fermi. La vita è il contrario dell’immobilità. Qualche volta vorremmo fermare il tempo, fermare tutto e tutti, ma non si può. Significherebbe morire. Per questo dobbiamo definirci pellegrini.

    Il pellegrinaggio è un’espressione antichissima di spiritualità. C’è infatti un «non star fermi» inevitabile: quello di ogni giorno. Partire come pellegrini è invece una scelta. Anche quando diventa un’abitudine. «I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua » - partire è un regalo che ci facciamo. Non è necessario, ma lo desideriamo. Il pellegrinaggio ci rivela che la vita è un desiderio. Che a muoverci sono i desideri. Di solito, infatti, andiamo a chiedere una grazia, portiamo nel cuore qualcuno, domandiamo una guarigione o un miglioramento. Dio ci ha seminato nel cuore questa capacità di desiderare, cioè di non restare imprigionati in quel che c’è già. È una inquietudine benedetta.

    Si può partire da soli, come pellegrini. Di solito invece si parte insieme. Anche chi si incammina lasciando a casa i suoi cari e cercando distacco e silenzio, trova in realtà molto presto dei compagni di strada. La Chiesa è per noi questo dono: un popolo in cammino. I nostri desideri si sommano, si intrecciano e – anche se siamo piuttosto riservati e magari ognuno tiene le sue cose nel cuore – sentiamo di appartenere a una comune umanità, di essere fratelli e sorelle in cammino verso la città di cui nostro Padre è l’architetto. La Lettera agli Ebrei descrive così il cammino della vita. Andiamo verso la città che Dio ci sta preparando. Quando sentiamo parlare di Sinodo, di una Chiesa sinodale, usiamo delle parole che in greco significano proprio questo. In strada, insieme.

    A Lourdes ci attende Maria, che nella vita ci è compagna di viaggio. Lei stessa si è alzata ed è partita molte volte: quando raggiunse in fretta sulle montagne Elisabetta, quando corse a Gerusalemme per vedere in tempo il Figlio morente, quando nella Chiesa primitiva divenne per tutti la Madre. Il dono dell’acqua, fonte di guarigione, renda anche quest’anno il nostro viaggio un itinerario battesimale: siamo in cammino come cristiani, tenendo fisso lo sguardo su Gesù che ci precede. Allora nelle prove della vita e in una Terra ammalata riconosceremo di quanto bene Dio ci avvolge e di quanta cura ci rende capaci.

    Leggi anche: Al via il pellegrinaggio diocesano a Lourdes con mons. de Raemy: domenica 20 agosto la partenza in bus

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