Nuovo accorato appello di Papa Francesco per la pace in Medio Oriente. Terminata la preghiera dell’Angelus, il Pontefice chiede che si fermino le armi e che si giunga ad un accordo che ponga fine alle ostilità.
Cessi il conflitto in Palestina e Israele, cessino le violenze, cessino gli odi, si rilascino gli ostaggi, continuino i negoziati e si trovino soluzioni di pace.
Il pensiero del Pontefice va, soprattutto, alle migliaia di “vittime innocenti” e ai tanti giovani morti sul campo.
Penso alle mamme che hanno perso figli in guerra. Quante giovani vite stroncate.
Addolorato, Francesco ricorda, in particolare Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, “trovato morto il 10 settembre insieme ad altri cinque ostaggi a Gaza”. Il 22 novembre scorso, il Pontefice, aveva incontrato la madre del giovane, Rachel, insieme a una delegazione di parenti degli ostaggi, e la donna fu quella che lo intrattenne più a lungo.
Mi ha colpito per la sua umanità. L’accompagno in questo momento. Prego per le vittime e continuo ad essere vicino a tutte le famiglie degli ostaggi.
Con voce rattristata il Papa invita anche a non dimenticare “le guerre che insanguinano il mondo” e ancora la “martoriata Ucraina” e il Mynamar. Sul fronte dell’Europa dell’Est prosegue il lancio di droni tra Mosca e Kyiv, ma ieri c’è stato uno scambio di prigionieri di guerra, in un accordo mediato dagli Emirati Arabi Uniti. Russia e Ucraina hanno rilasciato ognuna 103 persone. I russi liberati erano stati catturati durante l'incursione ucraina nella regione di Kursk, ha detto Mosca, mentre alcuni degli ucraini ora liberi erano prigionieri da quando le forze russe hanno sequestrato l'impianto siderurgico Azovstal nel maggio 2022.
Vaticannews
All'udienza generale, Francesco inaugura un nuovo ciclo di catechesi per il Giubileo, dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza"
Il libro «Life, la mia storia nella storia» arriverà in versione cinematografica. Il Papa ringrazia definendo il cinema «una forma di poesia».
Come con il suo rappresentante in Ucraina, Francesco invia una lettera al nunzio nella Federazione russa per i mille giorni del conflitto. “La sofferenza degli innocenti è denuncia potente contro ogni forma di violenza”, afferma il Pontefice, incoraggiando “a rinnovati sforzi diplomatici per fermare la progressione del confitto”.