di Federico Anzini
Le scuole san Benedetto di Porza e santa Maria di Bellinzona invitato tutti all’Open Day sabato 23 novembre nelle loro rispettive sedi. Abbiamo chiesto ai direttori di raccontarci come è iniziato l’anno scolastico e le ragioni più profonde di un evento di “porte aperte”.
La san Benedetto (che comprende la scuola dell’infanzia “La Carovana”, l’elementare “Il Piccolo Principe” e le medie “Parsifal”), per la prima volta, ha deciso di dare un titolo all’anno scolastico prendendo una frase che Antoni Gaudì, l’architetto che progettò la costruzione della Sagrada Familia, disse a uno scultore la sera in cui tornando a casa morì tragicamente investito da un tram a 73 anni: “Domani vieni presto, che faremo cose molto belle”.
“La frase ci è piaciuta molto – ci dice Eugenio Bonetti, direttore della Parsifal - perché ha dentro due aspetti: da un lato un'attesa (che è l’attesa che c’è in ogni inizio), dall’altro una promessa, la possibilità che quello che ciascuno attende possa trovare una risposta. Perché il domani non lo vedi ancora ma io ti dico vieni perché faremo cose belle. È una frase che richiede una grande responsabilità”.
“Sono rimasta stupita – ci racconta Francesca Beretta Piccoli, direttrice della Carovana e del Piccolo Principe - di come i bambini abbiano preso sul serio questa frase, già subito in settembre dicevano che dovevano arrivare a scuola presto, anche i più piccoli dell'asilo. Per fare cose belle! Al mattino, quando aspetto i bambini in cortile, vedo tutti i loro volti, tanti entrano gioiosi, contenti, sorridenti. A volte succede che uno é più preoccupato, incupito o stanco. Ma come sente il mio saluto e ritrova lo sguardo dei compagni, si rischiara. È proprio una testimonianza della promessa di bene che c'è per ciascuno, ogni giorno”.
“Le Scuole Santa Maria – La Caravella (Scuola Elementare) e La Traccia (Scuola Media) - non hanno una frase-tema dell’anno – afferma Marco Squicciarini, direttore delle scuole Santa Maria - ma sento molto vicina la citazione scelta dagli amici delle Scuole San Benedetto; quest’anno infatti abbiamo deciso di impostare il nostro lavoro a partire da una raccomandazione fatta ai suoi famigliari da un amico, un giovane padre appena uscito dal coma dopo un grave incidente in montagna: "Fate cose belle!" A scuola, abbiamo intravisto in questa breve frase, una grande possibilità di richiamo al punto fondamentale per il quale ogni persona è fatta: abbiamo bisogno della bellezza, abbiamo bisogno di scoprirla e di essere accompagnati a sperimentarla”.
Per le scuole San Benedetto l’open day è un evento collaudato già da diversi anni e nasce dal desiderio di condividere con i genitori degli alunni il lavoro che quotidianamente viene realizzato con i loro figli.
“Durante l'open day, i genitori, gli amici, ciascuno che arriva - ci dice Francesca - avranno l'occasione di vedere all'opera i nostri allievi. I bambini della scuola elementare, a turno, presenteranno nelle proprie aule alcune attività e argomenti di studio, affrontati in questi primi mesi di scuola. I più piccoli proporranno agli ospiti, di partecipare con loro a dei giochi, a dei lavori di gruppo, a delle attività che conoscono e che hanno piacere di condividere. Inoltre in palestra, le insegnanti di educazione fisica con alcuni allievi, coinvolgeranno gli ospiti in alcuni giochi”.
“L’open day – ci dice Eugenio - nasce dal desiderio di condividere con i genitori dei nostri alunni il lavoro che quotidianamente realizziamo con i loro figli e come occasione per far conoscere la nostra scuola in vista delle iscrizioni al prossimo anno scolastico. Si svolge di sabato mattina per permettere la partecipazione di tutti. Quel giorno la scuola viene stravolta, le aule svuotate di banchi e sedie e ricomposte in modo da formare delle vere e proprie mostre, nelle quali i ragazzi prendono la parola e conducono gli ospiti alla scoperta di alcuni percorsi svolti con i loro professori nelle settimane precedenti”.
“La scommessa che facciamo con i nostri alunni chiedendo loro di venire a scuola un sabato mattina – tempo normalmente dedicato al riposo – viene vinta ogni anno e per capirlo basta guardarli in faccia alla fine del proprio turno di spiegazione: felicità, sorpresa e orgoglio sono alcuni dei tratti che si delineano sui loro volti”.
Ma cosa permette di fare questa esperienza?
“Innanzitutto – prosegue Eugenio - poter accorgersi che ciascuno, a modo suo e con il pezzettino che riesce a fare, è necessario. Durante l’Open Day ogni ragazzo ha una sua parte, curata e preparata in precedenza, indispensabile nel percorso e legata a ciò che i compagni hanno detto prima e dovranno dire poco dopo”.
“Inoltre, l’Open Day ha permesso agli allievi di poter vivere l’esperienza di un lavoro portato avanti contemporaneamente da più professori. Diversi percorsi presentati hanno infatti questo come orizzonte: mostrare un lavoro condotto in collaborazione tra più materie nel quale, nella specificità di ciascuno, c’è la possibilità di affrontare contenuti da più punti di vista, in un'interdisciplinarità che è tanto più intelligente quanto più coglie il vero significato del lavoro”.
“Infine, per i ragazzi l’Open Day è stato molto importante percepire che il lavoro fatto a scuola ha una valenza pubblica, che non si fa per finta, che lavorare bene e implicarsi è una responsabilità affinché quello che è per loro apprendimento sia un tesoro per tutti. Per un ragazzo sapere che sta andando a scuola anche perché ne possa godere il mondo di cui è parte è una motivazione in più”.
Per le scuole Santa Maria l’open day è una prima assoluta, tradizionalmente infatti aprivano le porte in una normale giornata scolastica. “Quest’anno invece – prosegue Marco - si svolgerà di sabato con l’intento anche di favorire la partecipazione delle famiglie interessate, e il lavoro scolastico verrà mostrato attraverso esposizioni, allestimenti e attività pensate appositamente per questa occasione. Cammin facendo abbiamo scoperto che questo Open Day ci sta offrendo una possibilità didattica formidabile, infatti, lavorare con gli allievi per renderli protagonisti di un percorso, scegliendo un tema, approfondendolo e chiedendo loro di essere i relatori di questo tema si è rivelata una modalità di insegnamento-apprendimento nuova, grazie alla quale è emerso chiaramente lo scopo di quello che facciamo e nella quale gli allievi hanno potuto sentirsi protagonisti del cammino che la scuola propone loro ogni giorno: un cammino bello e interessante per tutti. Non possiamo, tuttavia, dimenticare che la ragione di fondo per cui facciamo tutto ciò è la gratitudine per la possibilità che abbiamo da oltre trent’anni nelle nostre scuole di renderci conto che essere accompagnati a scoprire la realtà è la risposta a un desiderio profondo che ha ogni persona; tutti, infatti, abbiamo bisogno di essere educati, cioè accompagnati a scoprire che la realtà è bella, positiva, data e conoscibile, ma questo è possibile solo all’interno di un rapporto di profonda stima reciproca”.
Alle Scuole «San Benedetto» (via Chiosso 8, Porza - zona Resega) l’open day si terrà dalle 9.30 alle 12.30. Alle ore 12 in Aula magna ci sarà la presentazione dell’offerta educativa e didattica della Scuola media «Parsifal».
Alle Scuole «Santa Maria» (via Nocca 4 – Bellinzona) l’appuntamento è invece dalle 9 alle 12.
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)