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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (16 aprile 2025)
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  • Mostra: "Con dignità e bellezza". A Balerna il soffio innovatore del Concilio Vaticano II

    Dal 13 aprile all'11 maggio 2025, nella Sala del Torchio di Balerna, sarà possibile visitare la mostra "Con dignità e bellezza", curata da don Angelo Crivelli. L’iniziativa ricorda i sessant’anni del Concilio Vaticano II attraverso gli oggetti liturgici realizzati tra il 1950 e il 1970, testimoniando il rinnovamento vissuto dalla Diocesi di Lugano. L'inaugurazione avverrà domenica 13 aprile alle ore 16.00.

    Una mostra di oggetti sacri legata al Concilio

    "L’idea nasce dalle riflessioni condivise con altri confratelli e laici sulla Chiesa di oggi – spiega don Angelo Crivelli – e sulla preoccupante nostalgia di alcuni giovani preti per forme liturgiche precedenti al Concilio, che sembrano mettere in discussione il cammino intrapreso. Volevamo ricordare che quel periodo non fu solo fecondo, ma anche innovativo nel senso più autentico, segnato da una semplice e nobile bellezza liturgica". Crivelli sottolinea l'importanza di ricordare e comprendere il contesto storico e spirituale che ha dato vita al Concilio Vaticano II, un momento chiave nella storia recente della Chiesa cattolica. A sessant'anni da questo evento, appare infatti urgente riprendere e approfondire le sue intuizioni, guardando soprattutto al futuro della Chiesa e del suo ruolo nel mondo contemporaneo.

    Bellezza e spiritualità negli oggetti in mostra

    Tra le opere più significative, don Crivelli segnala il tabernacolo cubico realizzato nel 1953 da M. Burch-Korrodi per la chiesa di S. Nicolao della Flüe a Besso, decorato con suggestive figure della Risurrezione. Spiccano nella mostra anche il calice "coppa" di don Pessina e il ciborio in smalto blu della chiesa di Orselina. "Questi arredi non sono semplici opere da museo – sottolinea don Crivelli – ma testimonianze vive di comunità che hanno attinto dalla Liturgia e dal Mistero eucaristico la forza di vivere con entusiasmo le novità del Concilio". Ogni oggetto esposto porta con sé una storia specifica, spesso legata a figure sacerdotali e comunità che hanno partecipato attivamente al rinnovamento. Questa dimensione rende particolarmente emozionante la visita alla mostra, che assume il valore di un vero e proprio pellegrinaggio spirituale e storico.

    Il Ticino, terra fertile di dialogo

    La mostra mette in risalto il ruolo speciale della Diocesi di Lugano, definita una "terra di mezzo" tra le correnti liturgiche del Nord Europa e dell’Italia. "Il Ticino è stato un luogo privilegiato di mediazione culturale – racconta don Angelo – con figure come don Luigi Agustoni, capace di mantenere un fecondo dialogo tra mondi diversi e di favorire un fertile incontro di idee e sensibilità liturgiche". Questa peculiarità culturale e geografica ha permesso alla Diocesi ticinese di anticipare alcune delle riforme liturgiche che sarebbero poi state recepite universalmente con il Concilio, conferendo alla piccola realtà locale un ruolo significativo e originale.

    Un cambiamento estetico e teologico

    Prima del Concilio dominavano stili come il neogotico o il neobarocco. "Il Concilio Vaticano II ha invece stimolato un’estetica più semplice e rigorosa, ispirata ai primi secoli cristiani e al movimento del Bauhaus – spiega Crivelli –. Forme essenziali, nobili, sincere che rispecchiavano una Chiesa non più chiusa ma aperta al dialogo con il mondo". La mostra documenta chiaramente questo passaggio, mostrando come la riforma liturgica abbia avuto un impatto visibile non solo sulla teologia e sulla spiritualità, ma anche sull'arte e sulla cultura religiosa locale.

    Riscoprire il valore del Concilio oggi

    Un ruolo fondamentale è stato svolto dai giovani sacerdoti formati al Seminario di Lugano. "Sono stati loro a portare nelle parrocchie lo spirito del Concilio, aderendo coraggiosamente alle nuove avanguardie artistiche nella scelta degli arredi liturgici – ricorda don Crivelli –. Con questa mostra vogliamo ricordare anche il loro coraggio e il loro entusiasmo". Gli oggetti esposti rappresentano una testimonianza tangibile e significativa di un periodo storico cruciale, capace ancora oggi di offrire spunti di riflessione sulla missione e l’identità della Chiesa nel mondo contemporaneo.

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