Iniziata sotto Giovanni Paolo II con la creazione di una squadra di calcio, la politica sportiva del Vaticano si è intensificata negli ultimi anni con quattro discipline affiliate a federazioni olimpiche. Ne mancherebbe una quinta per poter partecipare ai Giochi Olimpici di Los Angeles nel 2028.
Alla Città del Vaticano, la partecipazione del più piccolo Stato del mondo ai Giochi Olimpici si realizza sulla carta. La Santa Sede, che non ha inviato nessun atleta nella capitale francese, si è limitata a una lettera indirizzata ai 10.500 sportivi provenienti da tutto il mondo. L'Athletica Vaticana, organizzazione rappresentativa degli atleti del Vaticano e autrice del messaggio, evoca «la pace e antidoti ai giochi di guerra», puntando a una virtuale medaglia d'oro della «maratona della vita». Richiede una tregua olimpica di pace di fronte alle guerre che si sono moltiplicate sul pianeta.
Senza «fare clamore» e consapevole dell'influenza dello sport sulla coscienza collettiva, il Papa chiama ad accelerare il processo di partecipazione della Santa Sede ai prossimi Giochi Olimpici. Con la sua adesione a quattro discipline affiliate a federazioni olimpiche – mentre ne servono cinque – il Vaticano, unico Stato sovrano a non aver mai partecipato ai Giochi Olimpici, mira all'appuntamento di Los Angeles nell'estate del 2028.
Grande sportivo, papa Giovanni Paolo II è stato l'iniziatore della creazione della squadra di calcio vaticana. Guardie svizzere, funzionari della Santa Sede e principalmente sacerdoti giocarono la loro prima partita nel 1994 contro San Marino, minuscola repubblica enclave in Italia. Il risultato di parità rassicurò Giovanni Paolo II. «Siamo una squadra giovane, un pareggio equivale a una vittoria», si era rallegrato, lui che già desiderava una rapida adesione alla FIFA, la Federazione internazionale di calcio. Trent'anni dopo, la squadra ha accumulato risultati altalenanti e benché la leggenda italiana Giovanni Trapattoni si fosse offerta di allenarla nel 2010, la sua clamorosa sconfitta 4 a 21 contro il Borussia Mönchengladbach finì per spegnere i sogni di titoli del Vaticano.
Da allora, «i Gialli», come vengono soprannominati, si consolano con partite simboliche contro squadre molto piccole come la Palestina, Monaco o ancora il club liechtensteinese FC Schaan Azzurri. E la bella vittoria dei «Gialli» 5 a 1 contro gli svizzeri del SV Vollmond, nel 2006, non è bastata a farli emergere sulla scena del calcio. Dalla sua elezione e benché appassionato di calcio, papa Francesco, inalterabile tifoso della squadra argentina di calcio, ha preferito orientare il Vaticano verso altre discipline.
Il vescovo di Roma sa meglio di chiunque altro l'impatto che può avere una partecipazione della città di cui è sovrano ai Giochi Olimpici. Mancando a Parigi 2024, l'Athletica Vaticana, creata nel 2019 e già membro dell'Unione Ciclistica Internazionale, si è dunque limitata a inviare una lettera ai partecipanti. Ma dal 2021, il Pontefice ha nominato mons. Emmanuel Gobilliard delegato ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, per «fare il legame tra la Chiesa e lo sport». Quest'ultimo sa che al di là del simbolo il Papa punta a Los Angeles 2028.
A fine settembre 2022, il Consiglio Pontificio per la Cultura ha infatti organizzato un convegno sullo sport alla presenza di papa Francesco e di Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Fondando nel 2016 il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, Francesco ha inserito «la promozione dello sport» nelle missioni affidate a mons. Kevin Farrell. Il prelato americano irlandese, elevato al cardinalato poco dopo la sua nomina a capo del suddetto dicastero, ha già ottenuto l'adesione della Santa Sede alle federazioni olimpiche di padel, atletica leggera, taekwondo e ciclismo. Per essere presente ai Giochi Olimpici di Los Angeles, il Vaticano deve ancora ottenere l'affiliazione a una quinta federazione.
«Puntiamo molto sul cricket e sul basket», si sussurra a San Callisto dove, nel cuore della vecchia Roma, ha sede il dicastero responsabile dello sport. La St. Peter’s Cricket Team «ha iniziato la procedura per la sua adesione alla federazione del cricket», si confida nello stesso dicastero dove si gioisce per il suo brillante tour in Inghilterra e dove il club papale di cricket ha affrontato la squadra senior di Wormsley Estate lo scorso 29 giugno. Il basket è un'alternativa su cui il Papa dice «che ci eleva verso il cielo», un'altra passione di Francesco che ha ricevuto i giocatori della NBA in Vaticano nel 2020 e ha confidato «di guardare alcune delle loro partite». È anche una disciplina su cui la città papale punta per non mancare all'appuntamento di Los Angeles. Le possibilità sono buone dal lato del Vaticano. Nel frattempo, Francesco ne è impaziente.
Il Pontefice argentino, che festeggerà 88 anni il prossimo dicembre, avrà difficoltà a recarsi a Los Angeles nel 2028. Ma questo eterno viaggiatore che, solo nel mese di settembre, visiterà Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est, Singapore, Belgio e Lussemburgo, può sorprendere. Occorrerebbe però che il Vaticano avesse il suo comitato olimpico. «Non siamo mai stati così vicini», si osserva al dicastero responsabile dello sport. E San Sebastiano non è mai stato tanto invocato, perché l'aiuto del santo patrono degli sportivi rimane necessario. Nel frattempo, la Santa Sede ha già avvertito: la sua partecipazione ai Giochi Olimpici «sarà una maratona dei valori» che mancano tanto al nostro mondo.
Da Parigi, mons. Gobilliard spera «di vedere sportivi del Papa a Los Angeles 2028». Nel frattempo, dovrebbe essere eletto un presidente del Comitato Olimpico del Vaticano. L'Athletica Vaticana si rallegra di aver partecipato, lo scorso giugno, ai Campionati dei Piccoli Stati d'Europa, a Gibilterra, dove ha ottenuto un terzo posto storico nei 110 metri ostacoli. Lungi dallo scoraggiarsi, Giampaolo Mattei, presidente dell'organizzazione sportiva del Vaticano, ha preferito concentrarsi sulla consegna ai club, per l'occasione, del bastone della staffetta «firmato e benedetto dal papa».
(cath.ch/msc/bh/traduzione e adattamento red)
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