“Lugano? Una città da Happy Hour!” spiega Jack, gestore di un bar del centro di Lugano. Ma cos’è in effetti l’Happy Hour? Letteralmente significa “ora felice” e indica una sorta di aperitivo, tra le 18 e le 20, a base di bevande alcoliche e non, stuzzichini, musica e amicizia. Passeggiando tra le vie di Lugano in alcune serate primaverili (specialmente il giovedì, il venerdì e il sabato sera) ci si imbatte in molti locali che organizzano questi momenti, davvero propizi per ritrovarsi in amicizia dopo le fatiche della giornata. “Sono soprattutto i professionisti, giovani e… di mezz’età a frequentare questi momenti. Occasioni preziose di aggregazione, segno del bisogno di trovarsi nel poco tempo libero che resta tra gli impegni professionali e familiari” ricorda Jack. Dopo le restrizioni dovute al COVID19, si è ripresentato ancora più pressante il desiderio di condividere del tempo con i propri amici, magari raccontandosi le fatiche della giornata o immaginando qualche progetto o sogno futuro. A Lugano, soprattutto nelle vie più centrali, sono sempre più i bar e i ristoranti che organizzano aperitivi ed happy hour. Il fenomeno commerciale è segno di un’esigenza di amicizia e di spensieratezza. In fondo, essere amici significa poter condividere momenti difficili ma anche lieti. Il bisogno di incontro, per raccontarsi e ascoltarsi, è un invito provocatorio anche per la pastorale ecclesiale. Il mondo contemporaneo sta cercando luoghi di incontro, prima ancora che di culto. E forse, come membri della Chiesa, si può cogliere l’invito a rendere i momenti di culto e di preghiera di ancora maggiore incontro. Scherzando, Jack ricorda: “A essere sinceri, più che felici, i nostri aperitivi rendono un po’ allegri e spensierati. Per la felicità… pensateci voi!” Un provocatorio messaggio che viene rivolto alla comunità parrocchiale. Un vero… invito a tavola! di Emanuele di Marco
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)