È un accorato appello per la pace quello che Papa Francesco, preoccupato per i tanti conflitti nel mondo, rivolge al termine dell’udienza generale. Parlando a braccio, dopo i saluti ai pellegrini italiani, il Pontefice esorta a non dimenticare “la martoriata Ucraina che soffre tanto”, e le nazioni dove ancora si combatte.
Non dimentichiamo il Myanmar, il Sud Sudan, il Nord Kivu e tanti Paesi che sono in guerra.
Mentre non si arresta l’avanzata dell’esercito di Mosca nel Donetsk e quella delle forze di Kyiv in territorio russo, e si spera che Hamas e Israele giungano a un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, Francesco chiede una volta ancora di pregare perché si fermino le armi.
Preghiamo per la pace. E non dimentichiamo la Palestina e Israele: che ci sia la pace, lì.
Il Papa ha anche invocato la pace salutando i fedeli di lingua polacca presenti in aula Paolo VI, evidenziando quanto siano necessari oggi i frutti dello Spirito nelle diverse dimensioni sociali.
Il nostro mondo, segnato da guerre e divisioni, ha più che mai bisogno dei frutti dello Spirito Santo. A partire dalle vostre famiglie e dai vostri ambienti di lavoro, portate nella vostra vita quotidiana amore, pace e bontà.
Infine, ricordando i pellegrinaggi a piedi svoltisi nelle scorse settimane a Jasna Góra, Francesco ha auspicato che le preghiere dei fedeli, per intercessione di Maria, “concedano al mondo il dono della tanto desiderata pace”.
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All'udienza generale, Francesco inaugura un nuovo ciclo di catechesi per il Giubileo, dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza"
Il libro «Life, la mia storia nella storia» arriverà in versione cinematografica. Il Papa ringrazia definendo il cinema «una forma di poesia».
Come con il suo rappresentante in Ucraina, Francesco invia una lettera al nunzio nella Federazione russa per i mille giorni del conflitto. “La sofferenza degli innocenti è denuncia potente contro ogni forma di violenza”, afferma il Pontefice, incoraggiando “a rinnovati sforzi diplomatici per fermare la progressione del confitto”.