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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 aprile 2025)
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  • Fra Francesco Patton

    Per la Custodia di Terra Santa la Colletta del Venerdì Santo è un aiuto indispensabile

    Ritorna come ogni anno la Colletta del Venerdì Santo in favore della Terra Santa: un gesto di solidarietà per i territori che custodiscono un importante patrimonio per la cristianità e i cui popoli da molti anni sono ostaggio di conflitti e guerre. La Custodia di Terra Santa, che fa parte dell’Ordine dei Frati Minori, è attiva sul posto per preservare i luoghi santi e la presenza cristiana, anche con opere sociali, come ci spiega il Custode di Terra Santa fra Francesco Patton.

    Fra Patton, dove è presente la Custodia di Terra Santa?

    La Custodia di Terra Santa opera non solo in Israele e Palestina, ma anche in parte dell’Egitto, in Giordania, Libano, Siria, Cipro, Rodi, dove ci sono diverse comunità cristiane, ognuna con le sue peculiarità, le sue emergenze e necessità. In Siria la comunità cristiana è ormai molto ridotta a causa della guerra che si è prolungata dal 2011 fino a quest'anno, così pure in Libano a causa delle guerre che si sono susseguite e delle gravissime crisi economiche. La Giordania è il territorio mediorientale più stabile. Israele e Palestina vivono una situazione diversa: i cristiani in Israele hanno mediamente una situazione abbastanza buona. I più sofferenti sono quelli che vivono dell'indotto dei pellegrinaggi (ad esempio a Betlemme e nella Città Vecchia di Gerusalemme) perché di fatto dal 7 ottobre del 2023 non ci sono quasi più pellegrini e quindi sono praticamente senza lavoro. Per cristiani a nord Gaza la speranza è che la guerra finisca e che possa esserci un futuro. Diversa è la situazione dei cristiani che vivono a Cipro: lì la maggior parte dei nostri fedeli sono di fatto lavoratori migranti. Rodi e Cipro sono zone di transito per chi scappa da situazioni di conflitto e di povertà in Medio Oriente, ma anche dall’Africa e che cercano, attraverso Cipro e Rodi, di entrare in Europa. Il contesto in cui operiamo è quindi diversificato, ma, anche se in modo diverso, tutti i cristiani vivono una sofferenza prolungata.

    La Basilica della Trasfigurazione sul Monte TaborCome opera la Custodia? Quali sono i suoi compiti?

    Il primo compito che ci è stato affidato dalla Santa Sede già nel 1342 ed è il motivo per cui ci chiamiamo Custodia di Terra Santa è proprio quello di custodire quei luoghi che hanno a che fare direttamente con la nostra fede cristiana e che danno al Vangelo letto in chiesa la tridimensionalità della geografia, quindi Nazareth, Betlemme, i tanti santuari attorno al lago di Galilea, quelli nella zona di Gerusalemme. Sono luoghi che hanno bisogno di un'attenzione fisica, come la manutenzione, restauro e che tengono viva la nostra fede e dove è quindi indispensabile celebrare, pregare. È importante anche accogliere sia la comunità cristiana locale che attorno a quei luoghi può anche maturare una identità di cristiani di Terra Santa, e i pellegrini che sono la realtà che in questi lunghi mesi di guerra manca, facendo sentire più sola la piccola comunità cristiana locale e ciò causa anche un danno economico diretto alla comunità e alle istituzioni come la nostra che vivono anche dell’aiuto e del sostegno ai pellegrini.

    Accanto a questo ci sono i compiti pastorali e sociali. Prima di tutto siamo una presenza di frati minori, che seguono dunque la regola di San Francesco, chiamati a vivere secondo la forma del Vangelo. In Siria siamo stati accanto alla popolazione lungo tutto il periodo della guerra, quando c’è stato il terremoto e ora, in questa fase di transizione. Le nostre parrocchie non sono solo spazi in cui si celebra la liturgia, si amministrano i sacramenti, si fa catechesi, ma sono dei veri e propri centri di azione sociale. In Libano abbiamo visto crescere l’emergenza della povertà e quindi accanto al compito pastorale abbiamo creato ambulatori, dispensari, banchi per la spesa alimentare. Lo stesso succede a Rodi dove in 9 anni siamo passati ad assistere da una cinquantina a più di 800 persone alla settimana. In Palestina, nella zona di Betlemme, il sostegno ai cristiani è sia spirituale che psicologico che anche materiale per vincere la tentazione di andar via. Per questo sono necessari la creazione di posti di lavoro, aiuti concreti come ad esempio le borse di studio per le famiglie. La Custodia di Terra Santa ha inoltre un’opera sociale fondamentale che sono le scuole: ci sono 18 scuole di Terra Santa con più di 10’000 studenti nelle quali, oltre ai programmi di studio, educhiamo alla convivenza.

    Una delle scuole gestite dalla Custodia di Terra SantaQuali sono le vostre risorse e quale importanza ha per voi la Colletta del Venerdì Santo?

    Le risorse economiche per la Custodia di Terra Santa sono in primo luogo la Colletta del Venerdì Santo, soprattutto da quando i pellegrinaggi si sono ridotti drasticamente a causa del conflitto. Con i pellegrinaggi i santuari erano autosufficienti e creavano anche indotto economico e di lavoro attorno ad essi, ma questo da quasi due anni non c’è più. Per le famiglie, con la crisi economica, è più difficile contribuire al pagamento delle scuole. Possiamo contare su benefattori e altre associazioni che collaborano con noi e sostengono i progetti, ma la Colletta è per noi importante anche per sostenere le opere sociali. La nostra è una realtà dove lo stesso numero di frati sparsi sul territorio è significativo: più 300 frati di una sessantina di nazionalità diverse e quindi noi stessi abbiamo bisogno di che vivere per poter portare avanti la missione.

    Qual è il suo messaggio rivolto a tutti i cristiani?

    Chiedo un’insistente preghiera e impegno per la pace perché io sono convinto che nel momento in cui ci sarà la pace, in Terra Santa sarà possibile vivere bene per tutti: ebrei, cristiani, musulmani. Una preghiera quotidiana che noi frati della Custodia facciamo avendo l’esperienza della bruttura della guerra. Preghiamo per la pace pensando sempre anche ai tanti luoghi in cui la guerra continua e ce se ne dimentica. Riavviate anche i pellegrinaggi perché di fatto, con tutti gli accorgimenti del caso, sono possibili. Questo farebbe sentire meno soli i cristiani e potrebbero essere una spinta verso la pace per i governi locali. Un augurio a tutti di una Santa Pasqua ricordando che la Pasqua è la grande novità che Dio porta dentro la storia ed è la novità attraverso la quale si ricorda che, risorgendo, Gesù Cristo ha sconfitto il male attraversato la morte e ha dato un fondamento solido a quella che è la speranza cristiana.

    La Colletta sarà raccolta nelle parrocchie il 18 aprile. Si può fare anche una donazione sul conto intestato alla Curia Vescovile, 6900 Lugano, IBAN: CH96 0900 0000 6900 0112 8, specificando come motivo del versamento “Colletta per i cristiani di Terra Santa”.

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