Nel comunicato CVS si fa il punto sul processo sinodale in Svizzera, che i battezzati residenti "hanno preso molto sul serio" Le iniziative svizzere hanno dato i loro frutti: “ Dopo numerosi incontri a livello parrocchiale e diocesano, guidati dallo Spirito Santo, il 30 maggio 2022 si tenne, all’Abazia d’Einsiedeln, l’Assemblea sinodale svizzera. L’incontro si prefiggeva lo scopo di sintetizzare i rapporti scaturiti dalla Fase diocesana del Sinodo in una relazione nazionale. In seguito, alcuni delegati dalla Svizzera hanno partecipato all'Assemblea sinodale europea tenutasi nel febbraio 2023 a Praga. A questa, è seguita poi la riunione dei Vescovi di Belgrado e, infine, un incontro a livello continentale europeo a Linz, volto a preparare la Sessione conclusiva del Sinodo della sinodalità".
“Prima di giungere a Roma ad inizio ottobre, queste iniziative svizzere hanno già dato i loro primi frutti. Infatti, molti luoghi hanno potuto sperimentare e far tesoro del metodo della Conversazione nello Spirito. Inoltre, dall’aprile di quest'anno, la Chiesa cattolica in Svizzera può avvalersi di una Commissione nazionale per la sinodalità".
Al centro di questa sessione del Sinodo mondiale, il tema della donna ha permeato tutti i discorsi e le discussioni, sottolinea il comunicato stampa. L'Assemblea ha evidenziato il fatto che le donne continuano a incontrare ostacoli perché i loro carismi non sono pienamente riconosciuti. “Eppure è normale che esse occupino anche posizioni di leadership. Tutti sono diventati consapevoli dell'importanza di coinvolgere le donne nei processi decisionali”, si legge nel testo della CVS.
Il documento finale rileva come non ci siano “ragioni che impediscano alle donne di assumere ruoli di guida nella Chiesa: non si potrà fermare quello che viene dallo Spirito Santo. Anche la questione dell’accesso delle donne al ministero diaconale resta aperta”. Mons. Felix Gmür, Vescovo di Basilea e Presidente della Conferenza dei Vescovi svizzeri (CVS), se ne rallegra: “Le porte del diaconato femminile restano aperte. Questo è un segno di speranza. Passo dopo passo, continueremo il nostro impegno, con pazienza e perseveranza”.
Si è discusso anche di un sano decentramento della Chiesa. In merito, due sono le domande cruciali: in quali ambiti, in futuro, si potrebbe prendere in considerazione una gestione decentralizzata? E chi decide di tali ambiti? Il testo dei vescovi svizzeri spiega che "affrontare questi temi richiede il coinvolgimento di molte persone; si tratta di un compito teologico e canonico. Ecco perché il Papa ha istituito i dieci Gruppi di studio al fine d’esaminare tali complesse questioni. I partecipanti svizzeri hanno chiesto che i risultati di questi Gruppi di studio trovino ampio spazio nei vari Consigli sinodali. Tuttavia, la difficoltà è che questi Gruppi proseguiranno il loro lavoro sino alla fine del 2025, mentre l’ultima Sessione del Sinodo mondiale si conclude oggi".
Un certo decentramento è necessario anche perché i partecipanti al Sinodo si sono resi conto che la Chiesa è certamente universale, ma anche profondamente multiculturale. "Il modo in cui il Vangelo viene annunciato e vissuto varia da una cultura all’altra. Durante una delle tante discussioni sinodali, Mons. Felix Gmür si è detto: “Ma... sono l’unico europeo di Rito latino a questo tavolo! La diversità di culture e di riti in seno alla stessa Chiesa è una ricchezza e, allo stesso tempo, una sfida. Questo dato di fatto contraddistingue pure il lavoro quotidiano del Servizio CVS migratio in Svizzera”, prosegue il testo della CVS.
Nell'esperienza sinodale di Roma, in entrambe le sessioni di ottobre 2023 e 2024, il comunicato CVS ricorda che nel clima multiculturale dell'ambito di lavoro sono riecheggiati i drammi del mondo. “Le sofferenze del mondo e le numerose guerre in corso sono state al centro delle discussioni, delle testimonianze, così come dei momenti di preghiera. Tutti i battezzati sono attori della Chiesa. Essi avanzano sullo stesso Cammino sinodale, ma non lavorano tutti allo stesso ritmo, bensì secondo il loro contesto culturale e politico".
"La decisione presa da papa Francesco di non pubblicare un'Esortazione apostolica post-sinodale è un segnale molto forte. Il documento redatto e adottato dal sinodo è stato messo in atto dal Papa mentre era ancora nell'aula sinodale, in modo da poterlo consegnare al popolo di Dio. Il Papa prende così sul serio i frutti del lavoro del Sinodo. Alla Chiesa in Svizzera non mancherà ora l’entusiasmo per lanciare le proprie azioni sinodali", conclude il testo della CVS. (red)
redazionecatt
Leggi qui: il documento finale del Sinodo dei vescovi
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